BAZZANI (Bazani) CAVAZZONI, Virginia
Nacque a Modena nel 1681.
Vari autori disputarono sulla sua città natale. Finì per decidere il Tiraboschi, citando a riprova, contro il parere del Quadrio che la voleva mantovana, un sonetto d'incerto autore premesso ai Divertimenti poetici della B., ove è detto che sia "il bel Panaro" sia "l'ambiziosa Manto" se ne contendevano la gloria: "Questa che l'educò, la vuol suo vanto, / Quel, che cuna le dié, sua la pretende", continuando: "La prima luce in sul Panaro ell'ebbe. / A quella luce poi gli altri ornamenti / Cui stupisce la fama, il Mincio accrebbe".
Trasferitasi assai giovane a Mantova con la sua famiglia, essa andò sposa a un aiutante di camera del duca Ferdinando Carlo. Visse anche a Bologna, ove fu accademica Gelata; ma all'ombra della protezione, dei duchi della città d'elezione - guadagnata del resto solo grazie a personali doti d'ingegno e di cuore, come ella stessa ebbe ad affermare in una lettera dedicatoria - dovette svolgersi la maggior parte della sua vita silenziosa, dedita all'assiduo esercizio della poesia e agli impegni di damigella d'onore dell'ultima duchessa.
Autodidatta e priva di un indirizzo specifico e regolare di studi, ella dovette riflettere questa nota di particolare riserbo in una produzione lirica che, per quanto ampia, riuscì a mantenersi "abbastanza garbata" (I. De Blasi, Le scrittrici italiane, Firenze1930, p. 239), schivando i funambolismi di certa letteratura femminile del tempo. Anche trattando motivi encomiastici (come nell'ode "Nel felicissimo arrivo in Modena della principessa Carlotta Felicita di Annover", del 1696) seppe evitare il cattivo gusto; e nei sonetti di fattura petrarchesca riuscì a volte a rianimare la freddezza dell'imitazione con qualche libero moto di sentimento, come nel sonetto "Ahi dolce libertà, come tu m'hai", riprodotto anche dalla Bergalli nei Componimenti poetici delle più illustri rimatrici (Venezia 1727, p. 177).
La sua prima raccolta di rime, Fantasie poetiche, apparve nel 1696 a Venezia, con una dedica all'imperatore Leopoldo I; conteneva anche un oratorio per musica, il Giuseppe, e fu ristampata pochi anni più tardi con il titolo di Divertimenti poetici (Venezia 1701).In questa edizione si trovano, tra le rime, anche dieci dialoghi platonici. Un altro oratorio per musica, l'Abisai, apparve nella raccolta Gl'Inganni dell'ozio, edita a Venezia nel 1701.
La B. morì a Guastalla probabilmente nel 1715.
Bibl.: F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, II, 1, Milano 1741, p. 337; G. Tiraboschi, Biblioteca Modenese, I, Modena 1781, p. 182; A. Lombardi, Storia della letteratura italiana nel sec.XVIII, III, Modena 1829, p. 244; P. L. Ferri, Biblioteca femminile italiana, Padova 1842, p. 46; B. Croce, Nuovi saggi sulla letteratura italiana del Seicento, Bari 1931, pp. 163, 169; M. Bandini Buti, Poetesse e scrittrici, Roma 1941, p. 73; G. Natali, Il Settecento, I, Milano 1950, pp. 148, 176.