BRACCI, Virginio
Figlio dello scultore Pietro e di Faustina Mancini, nacque a Roma il 16 ag. 1737. L'interesse degli studiosi per il padre ha probabilmente fatto trascurare ricerche adeguate ai fini di una ricostruzione critica della vita e dell'attività di questo architetto.
Dalla Vita, anonima, pubbl. in Gradara, sappiamo che il B. ricevette una buona educazione letteraria e anche scientifica, avendo avuto come professore di idraulica il famoso p. Jacquier; iniziò la sua carriera di scultore assistendo il padre, tanto che avrebbe completato il deposito di Benedetto XIV in S. Pietro (1763-69), mentre per l'architettura fu istruito da L. Vanvitelli e da C. Murena. Come architetto il B. fu protetto dal cardinal Fed. Marcello Lante, per il quale eseguì numerosi disegni e in particolare un ambizioso progetto di un "vasto Ipogeo... per rendere magnifica e delisiosa la villa... sul Gianicolo" che però non venne mai eseguito. Fu architetto della Congregazione del Buon Governo dal 1768 alla morte (Arch. di Stato di Roma, Congregaz. del Buon Governo, serie I, busta 1); vari documenti nell'Archivio di Stato di Roma attestano le sue numerose perizie, descrizioni e pareri: per il riassetto dell'Archivio della Congregazione stessa nel palazzo vaticano nel 1778 (Buon Governo, serie I, busta 1); per l'assetto territoriale delle strade nello Stato pontificio, con G. Camporesi, nel 1803 (serie X, busta 1), 1804-1808 (serie XIII, reg. 516); dal 1811 le sue relazioni sono in collaborazione con F. Nicoletti (serie III, busta 135, per il convento dei trinitari spagnoli, ecc.). La Vita anonima citata permette di attribuire al B. il deposito del vescovo Pietro Gioeni (m. 1761) a S. Paolo alla Regola (per la casa conventuale scrisse poi una perizia il 14 luglio 1811: Camerale III, b. 1908). Sempre secondo la Vita è suo il deposito del Card. Lante a S. Nicola da Tolentino (per la casa conventuale diede perizia il 26 luglio 1811: Camerale III, b. 1907). Architetto delle monache di S. Cecilia a Trastevere, alla fine del 1785 dava un "parere" sul trasporto di una pittura con "l'invenzione" del corpo della santa e nel 1811 fece un rapporto sulle spese occorrenti per il mantenimento della chiesa stessa (Corporazioni religiose,S. Cecilia in Trastevere, busta 4076, fasc. 15).
Nell'elenco delle opere del B., sempre nella Vita anonima, figurano la mensa dell'altar maggiore della chiesa di S. Pantaleo (Roma, S. Pantaleo, Conti... per la festa di canonizzaz. di s. Giuseppe Calasanzio, 1767), oltre che lavori generalmente di carattere utilitario come dei "casamentini" nei pressi di piazza Farnese o un "casamento" all'Arco de' Saponari per i Lante, una fabbrica per il nuovo forno nella strada di Campo Santo del capitolo di S. Pietro, ecc. Nell'Archivio di Stato di Roma (Collez. I, Disegni e mappe, c. 87, n. 574) sono conservati due disegni, del 1805, della facciata di palazzetto Sciarra uno dei quali reca a tergo l'approvazione "del presente disegno come analogo al prospetto da noi fatto pel restauro" firmata dal B. e da Andrea Vici. Nello stesso elenco sono ricordate anche piccole chiese costruite su progetti del B. fuori Roma: a Castelnuovo di Farfa, a Salisano, a Poggio San Lorenzo Nuovo (Rieti), ecc.; a Iesi avrebbe costruito una "gran fabbrica di un conservatorio e chiesa" oltre al palazzo Honorati (oggi propr. del Comune); a Valenzano una nuova porta, a Terracina le carceri. Per Genzano e Frosinone disegnò fontane, si occupò di problemi di idraulica, restaurò e fece aggiunte alla parrocchiale di Fiano, ecc.
Di idraulica si era già interessato nel 1772, con lo scritto Riflessioni idrostatiche sopra il ponte di Rieti;a esso rispose polemicamente, sulle Effemeridi letterarie dello stesso anno (nn. 36 e 40), l'esperto p. Francesco Maria Gaudio di S. Remo che aveva obiettato il parere già in precedenza espresso dal B. sui danni del ponte sul Velino (Moroni, LVII).
Membro dell'Accademia di S. Luca dal 1784, nel 1796 era uno dei censori e sotto il principato del Canova (1810) fu nominato professore di architettura con Raff. Stern.
Morì il 12 sett. 1815 e i suoi figli Pietro e Paolo gli fecero erigere un monumento, con ritratto di R. Tuccimei, in S. Marco (Forcella). Un suo ritratto eseguito da von Maron è nell'Accademia di S. Luca (fot. G. F. N., E 36028, E 43809).
Mancano notizie anagrafiche sui figli: Paolo è ammesso (1807) nella computisteria della Congregazione del Buon Governo, come impiegato, per i meriti del padre (Arch. di Stato di Roma, Buon Governo, serie I, busta 1).
Pietro, architetto, fu nominato coadiutore da Pio VI; nel 1815, alla morte del padre, divenne architetto della Congregazione del Buon Governo, nel 1818 era ingegnere sottoispettore nell'amministrazione delle strade insieme a G. Camporesi (Arch. di Stato di Roma, Buon Governo, serie, I, busta 1). Probabilmente subentrò al padre come architetto del convento di S. Cecilia (una sua relazione del 1822 è nell'Arch. di Stato di Roma, Camerlengato, parte II, titolo IV, busta 43, fasc. 280; v. anche copia del Ristretto dell'importo dei lavori occorsi al restauro del tetto... nell'anno 1833, ibid., Corporazioni religiose,S. Cecilia in Trastevere, busta 4076, fasc. 15).
Nel 1826 diede un parere per il completamento della ricostruzione della parrocchiale di Rocca di Papa (Moroni, XXVII). Eletto accademico di merito dell'Accademia di S. Luca il 15 nov. 1820, fu nominato consigliere per la classe di architettura il 12 nov. 1830. Risulta ancora, come consigliere, nei verbali delle sedute del 3 febbr., 14 febbr., 16 marzo 1836 (Roma, Accad. di S. Luca, Arch. Stor., Congregazioni, LX, c. 16; LXXVIII, n. 261; LXXXII, passim).
Fonti eBibl.: Più ampie notizie potrebbero essere ricavate da una ricerca sistematica nel fondo Lante Della Rovere attualmente non consultabile. Oltre i documenti citati all'interno della voce si veda nell'Archivio di Stato di Roma: Buon Governo, serie XIV, pianta 148 (pianta generale dei Bagni di Nocera con allegata relazione del B.); Camerale III, buste 1876, 1880, 1890, 1893, 1903, 1904, 1907, 1918 (docc. tutti riferentisi al 1811 e riguardanti il monastero della SS. Annunziata, S. Maria della Vittoria, S. Teresa a Monserrato, SS. Cosma e Damiano, il monastero delle paolotte ai Monti, S. Giuseppe a Capo le Case, S. Isidoro alle Terme, S. Martino ai Monti, S. Sisto: direttamente o per loro proprietà); Camerlengato, parte II, titolo IV, busta 211, fasc. 1481 (per Pietro); C. Gradara, P.Bracci, Milano 1920, pp. 120 (Vita anonima), 121 (lettera del Canova al B.), 122 s. (elenco delle opere del B.); A. Nibby, Roma nell'anno MDCCCXXXVIII, parte I moderna, Roma 1839, p. 328; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese...di Roma, IV, Roma 1874, p. 370; G. Spagnesi, S. Pantaleo, Roma 1967, pp. 68, 72, 79 (chiama il B. erroneam. Antonio); G. Moroni, Diz. di erudiz. stor.-eccles., LVII, pp. 222 s.; XXVII, p. 176 (per Pietro).