CAVALLINI, Virginio
Nacque a Fornacette (Pisa) il 20 febbr. 1875 da Angelo e da Zaira Marioni. Dopo aver completato gli studi classici, frequentò a Pisa la facoltà d'ingegneria, dove fu discepolo di A. Pacinotti, laureandosi in ingegneria industriale meccanica. L'anno successivo si recò a Torino, alla scuola di G. Ferraris, conseguendovi la laurea in ingegneria elettrotecnica. Nel 1899 si laureò infine a Genova in ingegneria navale. Dopo aver vinto il concorso per entrare nel genio navale, il C. fece una rapida carriera, tanto da esser nominato tenente colonnello con r. d. 5 maggio 1918.
Il suo nome è strettamente legato allo studio e alla progettazione dei sommergibili, di cui riuscì a mettere in luce la importanza per la flotta italiana già prima del conflitto mondiale 1914-18, contribuendo inoltre notevolmente al loro perfezionamento. In un primo tempo, la sua opera consistette in una collaborazione con C. Laurenti. Mentre il C. attendeva a questi studi, ricerche e progettazioni, furono ideati nuovi strumenti di bordo che rivoluzionarono la tecnica sommergibilistica, come il doppio periscopio e la bussola giroscopica. La tecnica del doppio periscopio (periscopio da esplorazione e periscopio da attacco) consentì notevolissimi progressi nella precisione del tiro; l'adozione della bussola giroscopica permise la navigazione subacquea, che non era possibile con le bussole precedentemente usate. Sempre durante questo periodo furono progettati i sommergibili della famosa classe "Giacinto Pullino" e "Galileo Ferraris",cui apparteneva il sommergibile di cui era pilota Nazario Sauro.
Caratteristica di tali sommergibili era il doppio scafo con diametro dello scafo esterno maggiore di circa un terzo rispetto a quello dello scafo interno e con tangenza dei due scafi in corrispondenza alla generatrice superiore; il problema degli accumulatori fu risolto installando questi nella parte inferiore della zona fra i due scafi.
Alla cooperazione tra il C. e il Laurenti si deve inoltre la progettazione dei sommergibili della classe "Pietro Micca",a doppio scafo totale, caratterizzati tutti da elevato tonnellaggio, possibilità di lunga permanenza in mare ed elevate velocità grazie alla forma "a torpediniera" dello scafo esterno.
Dopo la primaguerra mondiale, e la conseguente stasi nelle costruzioni navali, fu il C. a dare inizio alla loro ripresa con la progettazione di unità subacquee della classe "Mameli", che fu composta dalle unità "Mameli", "Capponi","Da Procida" e "Speri".
Con la classe "Mameli" introdusse il concetto dello scafo resistente, tutto a sezioni circolari, chiuso agli estremi da calotte semisferiche, e con l'adozione delle casse di emersione e di immersione rapida. Tale tipo di scafo, che nella marina italiana venne denominato "tipo Cavallini" e in quella germanica "Satteltank",consentiva di aumentare notevolmente la quota massima di immersione rispetto ai tipi precedenti.
Il C. tornò poi a collaborare con il Laurenti nella progettazione dei sommergibili della classe "Barbarigo" e a lui si deve un nuovo tipo di sistemazione degli accumulatori, che vennero installati in quattro compartimenti stagni sotto un ponte orizzontale che attraversava tutto il sommergibile, ad eccezione delle due camere di lancio.
Il C. fu collocato a riposo con decorrenza 12 maggio 1923, ma continuò a lavorare come progettista e consulente dei cantieri Tosi di Taranto. Il sommergibile "Micca 2º",da lui progettato nel 1931, a doppio scafo parziale, risultò molto manovrabile grazie a una più razionale distribuzione dell'armamento e all'adozione di uno scafo esterno leggero. Il C. tornò agli scafi "tipo Cavallini",perfezionati e di maggiori dimensioni, nella progettazione, compiuta nel 1933, dei sommergibili della classe "Luigi Settembrini". Le unità rivelarono un notevole aumento dell'autonomia e della velocità.
Lo scafo "tipoCavallini" fu in seguito adottato per lunghi anni in Italia e all'estero e, durante la seconda guerra mondiale, furono largamente impiegati per il trasporto di materiali i sommergibili "Romolo" e "Remo",i più grandi costruiti per la marina italiana.
Nel 1920 il C. venne insignito di medaglia d'oro di prima classe per benemeriti in scienze navali e, successivamente, nominato membro "ad honorem" del R. Istituto degli architetti navali d'Inghilterra.
Il C. morì il 30 sett. 1944 a Camaiore (Lucca), dove si era ritirato negli ultimi anni della sua vita.
Bibl.: Ufficiostor. della Marina militare, I sommergibili italiani, 1895-1971, Roma 1971, pp. 120, 125, 215, 239, 248, 264, 311. Notizie sulla vita e sull'attività del C. sono state fornite direttamente dal figlio del C., ing. Mario Cavallini.