virosi
Malattia infettiva causata da un virus. Come tutte le malattie da infezione, anche quelle a eziologia virale sono la risultante dell’espressione dei danni strutturali e funzionali che l’agente infettante provoca ai tessuti, direttamente o indirettamente. Inoltre, nelle malattie virali, sono spesso particolarmente importanti i meccanismi patologici su base immunologica, che in alcuni casi possono rappresentare il fattore di danno principale.
I virus possono causare direttamente modificazioni istopatologiche che rappresentano la conseguenza dell’effetto citopatico e di altri effetti citolesivi causati dai virus; vacuolizzazioni, policariocitosi (fusione di cellule adiacenti), cellule giganti, picnosi, inclusioni citoplasmatiche e nucleari, alterazioni cromosomiche, ecc. D’altra parte i virus possono causare modificazioni funzionali delle cellule anche in assenza di alterazioni morfologicamente apprezzabili. Le conseguenze dell’azione diretta dei virus dipendono in gran parte dal tipo di cellule colpite: la distruzione di cellule, come quelle nervose e cardiache che esercitano funzioni vitali e sono incapaci di rigenerare, porta spesso a malattie gravi e irreversibili, mentre lesioni a carico delle cellule che svolgono funzioni meno critiche e che comunque possono rigenerare rapidamente, come quelle dell’epitelio intestinale, provocano malattie meno gravi che possono recuperare con maggiore facilità.
I virus possono essere trasmessi da un individuo all’altro (talvolta anche tra specie diverse) attraverso diversi meccanismi, a seconda delle loro caratteristiche di resistenza all’ambiente extracellulare e anche a seconda delle vie di penetrazione ed eliminazione negli ospiti suscettibili. I virus possono essere trasmessi in modo verticale da madre a figlio, per via transplacentare oppure per trasmissione perinatale. La trasmissione orizzontale dei virus, da un organismo all’altro, avviene attraverso meccanismi diretti (contatto sessuale, contagio per via aerea e trasfusioni di sangue) o indiretti (oggetti e sostanze contaminate dall’individuo infetto o dalle sue escrezioni o secrezioni biologiche).
Quando un virus penetra in una cellula che ne consente la replicazione (virogenesi), si ha un’infezione acuta oppure può instaurarsi un’infezione persistente. Quest’ultima può essere definita cronica ed essere caratterizzata da una continua produzione di particelle virali, oppure latente quando il virus rimane all’interno delle cellule senza replicarsi. Le v. possono durare da alcuni giorni a poche settimane (malattie acute) oppure mesi o anni (malattie croniche). Svolge un ruolo importante anche il comportamento delle risposte immunitarie, incostante e non sempre con un significato protettivo, come è il caso delle infezioni da virus erpetici, che decorrono con fasi di latenza, o di alcune infezioni che, contratte nel corso della vita intrauterina, possono decorrere in modo cronico nel bambino (rosolia e infezione da citomegalovirus congenite).