virtualis
Nella forma latina virtualis, che ha il valore di " capace di esercitare l'azione conseguente alla propria virtù " da parte di chi è ‛ dotato di virtù ', occorre solo in Quaestio 72 cum vultus inferiores sint similes vultibus superioribus ut Ptolomaeus dicit, consequens est quod, cum iste effectus non possit reduci nisi in coelum stellatum ut visum est, quod similitudo virtualis agentis consistat in illa regione coeli quae operit hanc terram detectam. La virtù (v.) o influenza (cfr. § 67 virtutis sive influentiae) di cui qui si tratta è la virtus elevans (§ 73) o elevandi (§ 67) delle stelle comprese nella regione dell'ottava sfera delimitata dalla linea equinoziale e da quella descritta dal polo dello zodiaco intorno al polo del mondo (§ 73; cfr. § 55). Questa parte del cielo Stellato è l'agente (v.) che esercita la virtù di cui è dotato sulla parte ad essa corrispondente del mondo sublunare, causando così l'elevazione della terra solo nell'emisfero boreale. Il principio utilizzato da D. per la sua argomentazione è quello, generale, dell'assimilazione del paziente all'agente, chiaramente formulato in Cv III XIV 2, qui ripreso, con specifico riferimento all'influenza del cielo sul mondo sublunare, nella formulazione datane da Tolomeo in Centil. 9 (" Vultus huius saeculi sunt subiecti vultibus caelestibus ").
Per l'uso del termine, cfr. ps. Grossatesta Summa philosophiae XVI c. 4 (cit. da B. Nardi, La dottrina dell'Empireo, in Saggi di filosofia dantesca, Firenze 1967², 196 n. 93): " planum est originem non solum totius quietis naturalis, sed et omnis virtutis quietivae in ipsis [Empireo, " superficies suprema ignis " e centro del mondo] statui, sed originative in caelo empyreo, cuius est continere per se et non contineri, ideoque summe formale et virtuale esse "; Tomm. Sum. theol. I 105 2 ad 1 " duplex est tactus: scilicet corporalis, sicut duo corpora se tangunt; et virtualis, sicut dicitur quod contristans tangit contristatum. Secundum igitur primum contactum, Deus, cum sit incorporeus, nec tangit nec tangitur. Secundum autem virtualem contactum, tangit quidem movendo creaturas, sed non tangitur: quia nullius creaturae virtus naturalis potest ad ipsum pertingere. Et sic intellexit Dionysius quod non est tractus Dei, ut scilicet tangatur " (‛ tactus virtualis ' è più comunemente ‛ contactus virtutis ' in Tommaso, come si può vedere da 8 2 ad 1, 53 1c, 75 1 ad 3, e Cont. Gent. II 56 e III 68). Altro uso, riferito piuttosto alla privazione dell'operazione di una facoltà dell'anima umana per assenza di organo, è quello che si trova nel Buti a Pg XXV 81: l'anima dopo la morte porta con sé, oltre al divino, " l'umano, cioè l'umanità virtuale e potenziale e formale che v'è ", e si aggiunge, a proposito delle facoltà che abbisognano di organi corporei: " queste, secondo li Filosofi, quando è separata [scil. l'anima] non à attualmente; ma secondo lo nostro autore che finge e fa sua poesi, l'àe in atto; ma non sì perfettamente, come quando è congiunta col corpo "; le facoltà vegetativa e sensitiva nell'anima separata sono in stato v., cioè in ‛ potenza prossima ' all'operazione.