HBV, virus
Virus a DNA appartenente alla famiglia Hepadnaviridae, caratterizzata da spiccato tropismo per le cellule epatiche. È il virus responsabile dell’epatite B.
Il DNA virale, che codifica le proteine virali, è racchiuso all’interno di un nucleocapside costituito da una proteina strutturale (antigene core o HBcAg) e da una proteina non strutturale secreta, poi, a opera dell’apparato del Golgi (antigene e o HBeAg). Il nucleocapside è rivestito esternamente da un involucro lipidico, che esprime sulla superficie l’antigene di superficie dell’epatite B (➔ HBsAg, antigene).
In molti portatori cronici di HBV possono emergere varianti del virus a causa di mutazioni che si verificano durante la replicazione virale; le mutazioni più frequenti coivolgono il gene che codifica la proteina nucleocapsidica (gene C) a livello della sua porzione distale (regione pre-core) e la proteina dell’involucro virale (gene S). La mutazione della regione pre-core impedisce la sintesi e la secrezione di HBeAg, costituendo un vantaggio biologico per l’HBV. Mutazioni della regione S, meno frequenti, generano un ceppo virale che non viene più neutralizzato dagli anticorpi specifici; particolare attenzione si deve porre per questi ceppi, soprattutto in relazione alla vaccinazione anti epatite B, che in tal caso sarebbe inutile.
Il ciclo vitale di HBV si attua in cinque passaggi: attacco e penetrazione del virus negli epatociti attraverso il legame con recettori della membrana cellulare; penetrazione del DNA virale nel nucleo della cellula e sua conversione in una forma circolare covalentemente chiusa (cccDNA), che funge da stampo per la duplicazione del genoma virale; trascrizione del cccDNA a opera di una RNA-polimerasi in forme multiple di RNA; migrazione di parte dell’RNA genomico nel citoplasma, ove viene utilizzato come RNA messaggero (mRNA) per la sintesi delle proteine virali, mentre un’altra parte funge da stampo per la sintesi di nuovo DNA virale; assemblaggio delle particelle virali e liberazione dei nuovi virioni in circolo.
L’OMS valuta che circa 400 milioni di persone siano portatori di HBV; circa un quarto di essi sviluppa affezioni epatiche gravi, con 1÷2 milioni di morti ogni anno nel mondo e circa 22.000 nella sola Unione europea. Lo stato di portatore cronico è infrequente (0,1÷0,5%) nei Paesi dell’Europa settentrionale e dell’America Settentrionale, è comune invece (10÷30%) nei Paesi del Sudest asiatico e in diverse aree tropicali. In Italia la prevalenza di infezione è di circa 1÷1,3%. L’epidemiologia della infezione da HBV in Italia si è profondamente modificata nel corso dell’ultimo decennio; in partic., grazie all’introduzione (1991) della vaccinazione anti-epatite B per tutti i nuovi nati, l’incidenza della malattia è scesa da 12 a 1,8 casi per 100.000 abitanti/anno.
Serbatoio d’infezione sono i malati in fase acuta e i portatori cronici di infezione, che trasmettono l’infezione per via parenterale apparente (attraverso il sangue) e per via parenterale inapparente (penetrazione di virus proveniente da materiali biologici infetti attraverso microlesioni di cute o mucose), per via sessuale e per via verticale (da madre a figlio in epoca perinatale).
Le manifestazioni cliniche dell’infezione da HBV vanno, in fase acuta, da una epatite subclinica a una epatite sintomatica, che raramente può avere un andamento fulminante, e, in fase cronica, da uno stato di portatore asintomatico a uno di epatite cronica fino alla cirrosi e al carcinoma epatocellulare. La presentazione clinica e il destino dell’infezione dipendono dall’età al momento dell’acquisizione del virus, dall’entità della replicazione virale e dal sistema immune dell’ospite. L’infezione perinatale o in età pediatrica ha un elevato tasso di cronicizzazione, mentre quella acquisita in età adulta si associa spesso a forme sintomatiche, ma a un basso rischio di cronicizzazione.