VISBY
Cittadina della Svezia, posta nella parte occidentale dell'isola di Gotland (v.).
L'insediamento medievale, con edifici in muratura, fu preceduto da un abitato con costruzioni in legno - la cui origine può essere fatta risalire al sec. 8° - disposto intorno a un porto naturale e scandito da strette strade che dal porto stesso salivano verso un'altura in pietra calcarea.Nel corso del sec. 12°, V. divenne una località di primaria importanza del mar Baltico, dove mercanti danesi, russi e gotlandesi crearono un asse commerciale fra Novgorod, in Russia, l'isola di Gotland e la Danimarca, da dove le merci venivano inoltrate verso l'Europa occidentale. Dopo il 1150, anche i mercanti tedeschi presero parte attiva in questo commercio, che divenne uno degli anelli fondamentali della nascente Lega anseatica.Le merci più importanti trattate dai mercanti gotlandesi erano le pellicce e la cera d'api, che non venivano prodotte sull'isola, ma erano acquistate in Russia e nel Baltico. Il commercio con la Russia rese molto ricca tutta l'isola, compresa V., e tale circostanza è resa ancor oggi palese nelle molte chiese e case medievali conservate, tuttora visibili sia nelle campagne di Gotland sia a V., la maggior parte delle quali fu costruita in pietra calcarea nel corso del Duecento.
La straordinaria congiuntura positiva di cui l'isola si avvantaggiò nei secc. 12° e 13° rallentò dopo il 1290 e nel Trecento si trasformò in un declino economico causato da mutamenti nell'organizzazione della lega anseatica. Tale ristagno economico frenò lo sviluppo urbano di V., creando le circostanze per una conservazione estensiva della città in pietra costruita nel Duecento.Quando, nella seconda metà del sec. 18°, l'economia tornò a fiorire, un gran numero di edifici medievali fu raso al suolo per far posto a un abitato più moderno; le demolizioni vennero interrotte nel 1805 da un intervento dell'amministrazione centrale svedese, che pose sotto tutela i resti medievali ancora esistenti.Le mura urbiche, che si sviluppano per km 3,5, circondano la città medievale. Si ritiene che la cinta muraria più antica fosse stata eretta in gran fretta, ma nel 1288, in seguito a una guerra interna fra la popolazione delle campagne e gli abitanti della città, le mura furono rafforzate, sopraelevate (dagli originari m 6 fino a m 10) e provviste di torri. La ristrutturazione venne portata a termine nella prima metà del Trecento e le mura sono in gran parte ancora intatte.I magazzini medievali si ergevano fitti nell'area più vicina al porto; per sfruttare al meglio lo spazio disponibile, essi si sviluppavano in altezza per cinque-sette piani. La maggior parte di essi è scomparsa, ma quelli ancora conservati testimoniano efficacemente la congiuntura economica favorevole del 13° secolo. Tutti i magazzini presentano la medesima tipologia, con splendide facciate - dotate di timpano a gradoni e di portali - poste sul lato corto, rivolto verso il porto. Ai piani superiori, a ridosso della facciata, erano collocati la parte residenziale e gli uffici; il corpo di fabbrica, unitario per tutta la lunghezza dell'isolato, si sviluppava per m 60-100. I magazzini erano provvisti di un locale sotterraneo che serviva da frigidario per le merci deperibili. Al piano terreno, riservato alle botteghe, si trovavano i locali più prestigiosi, con volte a crociera, colonne e capitelli di fine fattura.Nella parte alta della città si conservano altri tipi di edifici medievali, spesso a tre piani con un sotterraneo, costituiti da una parte residenziale combinata con un magazzino per le provviste. L'abitato medievale di V. è costruito principalmente con la locale pietra calcarea, in stile romanico o con inserti del primo Gotico.Delle sedici originarie chiese medievali, rimane ancora in uso solo la chiesa tedesca di S. Maria (od. duomo). Nella sua forma più antica, a impianto basilicale a tre navate, l'edificio fu consacrato nel 1225, ma già alla metà del Duecento venne ricostruito in un'ampia e luminosa chiesa 'a sala' che denuncia influenze vestfaliche. All'inizio del Trecento fu aggiunta, a S, una grande cappella provvista di ampie finestre, decorata all'interno con capitelli e mensole scolpite. Contemporaneamente, alla navata fu aggiunto un locale sottotetto verso E, destinato a essere utilizzato come gigantesco magazzino per le merci. La chiesa divenne un modello per una lunga serie di chiese a V. e nelle campagne di Gotland.Oltre alla chiesa dei mercanti tedeschi, la città contava almeno due chiese russe, entrambe costruite nella prima metà del sec. 13°: di una, nella parte superiore dell'od. piazza Grande (Stora Torget), sono stati rinvenuti i muri maestri, che definivano un piccolo edificio quadrato con una sola abside; nella seconda, dedicata a s. Lorenzo, l'interno a croce denota influssi ortodossi; il campanile, originariamente posto al centro della croce, crollò molto presto.A V. fu fondato, nel 1229-1230, il primo convento svedese dei Domenicani, nella zona settentrionale della città. La chiesa venne costruita come un grande edificio a tre navate, con una splendida facciata occidentale, e fu completata intorno al 1400 con un coro a cinque lati in stile gotico. Gli edifici conventuali vennero rasi al suolo dopo un grave incendio, nel 1525, ma le rovine della grande chiesa di S. Nicola sono ancora conservate in alzato.Qualche anno dopo, nel 1233, anche i Francescani giunsero a V. per fondarvi il loro primo convento svedese: a questo scopo fu liberato un grosso lotto di terreno in posizione centrale, nei pressi del lato meridionale dell'od. piazza Grande. Della chiesa e degli annessi rimangono solo le rovine, mentre si conserva un'ala del convento. La chiesa, dedicata a s. Caterina, fu sottoposta a una serie di modifiche, realizzate fra il 1230 e il 1390, quando venne completato il coro attuale.Alcuni anni prima della metà del Duecento, fuori dalle mura urbiche, verso E, i Cistercensi eressero il monastero femminile di Solberga, abbandonato nel Tardo Medioevo, di cui rimangono solo resti interrati.Sempre all'esterno delle mura, ma verso N, si trovano le possenti rovine della chiesa dell'ospedale di S. Giorgio, un'alta navata accompagnata da un coro della stessa altezza. L'ospedale era riservato soprattutto ai lebbrosi: l'anno della fondazione è ignoto, ma è possibile riferire la sua costruzione nel corso del Duecento; fu abbattuto nel 1542, quando il numero dei malati era ormai diminuito notevolmente.Nonostante i molti tratti comuni, sia nei dettagli sia nell'insieme, le chiese di V. mostrano elementi di notevole varietà: una delle più originali è quella detta dello Spirito Santo, a impianto ottagonale su due livelli, con coro semicircolare all'interno. La costruzione della chiesa fu iniziata intorno al 1200 e committente ne fu probabilmente il vescovo tedesco Alberto di Riga, che in quel periodo giunse a Gotland per organizzare una crociata contro la Livonia. Nelle cronache medievali questa chiesa viene citata come S. Giacomo ed entrò tra le proprietà dell'ospedale dello Spirito Santo solo nel 1532, quando era già stata abbandonata.Vanno ricordate anche le chiese di S. Pietro e di S. Giovanni, ormai allo stato di ruderi, che in epoca tardomedievale, unite tra loro, costituivano il più grande complesso religioso della città. Sotto le rovine di S. Giovanni sono state rinvenute le fondamenta di una delle chiese più antiche di V., un piccolo edificio in pietra con abside, eretto probabilmente nella prima metà del 12° secolo.Un'altra piccola chiesa absidata, in pietra, della prima metà del sec. 12°, fu poi sostituita da un edificio 'a sala' a tre navate con spiccati tratti vestfalici, eretto a partire dalla metà del Duecento e dedicato a s. Clemente, di cui rimangono solo le rovine.
Nei pressi dell'accesso settentrionale al porto medievale venne costruita S. Olaf, subito dopo il 1200. Oggi rimangono solo pochi resti del campanile nella parte meridionale dell'orto botanico. La Drottenkyrka, nei pressi di S. Lorenzo, è consacrata alla ss. Trinità: il nome Drotten è una forma anticonordica per indicare il sovrano, e qui indica il Signore. La chiesa fu eretta intorno al 1200, probabilmente come parrocchia.
Bibl.: E. Eckhoff, O. Janse, Visby stadsmur [Le mura della città di V.], Stockholm 1936; G. Svahnström, Häuser und Höfe der Handelstreibenden Bevölkerung auf Gotland während des Mittelalters (Häuser und Höfe im Ostseegebiet und im Norden vor 1500), Nyköping 1976; id., Visby Domkyrka [La cattedrale di V.], Nyköping 1978; E. Bohrn, G. Svahnström, Helge Ands ruin och Hospitalet [Le rovine della chiesa dello Spirito Santo e l'Ospedale], Stockholm 1981; G. Westholm, The Settlement at Vi, at the Foot of the Cliff (Society and Trade in the Baltic during the Viking Age. Acta Visbyensia, 7), Uddevalla 1985; G. Svahnström, Die Kirchen von Visby, Uddevalla 1986; G. Westholm, Hanseatic Sites, Routes and Monuments. Council of Europe Cultural Routes, Uppsala 1996.G. Westholm