visiera
Il sostantivo, la cui origine francese è presumibile più che dimostrabile data la possibilità di neoformazioni italiane suffissate in -iera (v. R. R. Bezzola, Abbozzo di una storia dei gallicismi italiani, Zurigo 1924, 178), è soltanto in If XXXIII 98 le lagrime prime fanno groppo, / e sì come visiere di cristallo, / rïempion sotto 'l ciglio tutto il coppo.
Il paragone, introdotto e dichiarato dall'uso di come, conferisce, con l'inatteso complemento di materia (di cristallo), trasparenza e lucentezza preziosamente surreali alla parte dell'armatura, solitamente in metallo, che difende il ‛ viso ' dall'esterno, ma che, in questo passo, ha funzione opposta, perché impedisce ai dannati di piangere, e al loro dolore di trovare un sollievo all'esterno (vv. 94-96 Lo pianto stesso lì pianger non lascia, / e 'l duol che truova in su li occhi rintoppo, / si volge in entro a far crescer l'ambascia).