Dagoberto, Visione di
Una fra le tante leggende in forma di visione relative alle pene infernali che gli studiosi sogliono ricordare fra gli antecedenti della Commedia, sebbene, oltre a una molto generica corrispondenza dell'argomento, non se ne riscontri alcun preciso riflesso nella prima cantica del poema dantesco. Il protagonista della visione è da identificarsi con Dagoberto I, re dei Franchi (600 circa - 638 o 639), ricordato dalla tradizione, più che per il suo energico governo e le sue fortune militari (su cui le fonti propriamente storiche danno notizie frammentarie e incerte), per le inquietudini coniugali e la proverbiale giustizia: è insomma le bon roi Dagobert di cui è durato a lungo, in Francia, il ricordo popolare. Afferrato dai diavoli e precipitato all'Inferno, il re è minacciato di atroci tormenti (in un'altra versione della leggenda viene roso da un serpente) per i suoi peccati, ma ne è liberato dai santi Maurizio e Martino accorsi fra lampi e tuoni in suo aiuto, mossi dalle donazioni fatte dal re alle loro chiese. Il racconto non si distingue per qualche sua peculiarità dalle molte altre consimili narrazioni relative a monarchi scostumati ma caritativi, tutte posteriori, in genere, alle visioni raccolte da s. Gregorio Magno nel libro IV dei Dialoghi; e non godette di speciale fortuna nel Medioevo, sicché non è molto probabile che D. ne avesse mai cognizione.
Bibl. - Oeuvres de D.A., Parigi 1858, 110; A. D'Ancona, I precursori di D., Firenze 1874, 75-76.