VISTARINI
. Famiglia nobile di Lodi, per secoli mescolata alle vicende politiche della città. Il primo personaggio di essa di cui si abbia memoria è Sozzo, console nel 1171. Un altro Vistarini, Giacomo, forse figlio del precedente, compare nell'atto della pace conclusa a Lodi nel 1198 fra Lodigiani e Milanesi. Nel sec. XIII i V. furono a capo del partito ghibellino e lottarono a lungo contro i Torriani. Capo della famiglia fu, verso la metà del secolo, un altro Sozzo. Esiliati nel 1259, i V. tornarono in patria nel 1277 dopo la vittoria dell'arcivescovo Ottone Visconti sui Torriani a Desio. Di nuovo cacciati al principio del sec. XIV da Antonio Fissiraga, capo dei guelfi, i V. tornarono, con l'aiuto di Matteo Visconti, nel 1313 e tennero la signoria della città fino al 1325. In quegli anni si successero al governo di Lodi Bassano e poi i due fratelli Jacopo e Sozzo. Cacciati nel 1325 da una sollevazione popolare, i V. tornarono in patria dieci anni dopo con l'aiuto di Azzone Visconti. Pur non avendo più il governo della città, ormai dipendente direttamente dai Visconti, i V. tennero però sempre, nei secoli XIV e XV, alte cariche nel comune. Nel sec. XVI la famiglia contò alcuni capitani che seguirono quasi sempre la bandiera imperiale. Fra essi si distinse particolarmente Lodovico (1491-1556) che, dopo aver militato agli ordini di Prospero Colonna e del marchese di Pescara, nel 1526, forse per il dolore di vedere la sua città taglieggiata e oppressa dagli Spagnoli, abbandonò l'esercito imperiale e riuscì a consegnare Lodi ai collegati. Poscia, dopo aver servito l'ultimo Sforza, seguì nuovamente la parte imperiale e si distinse nelle campagne del Piemonte. Nei secoli XVII e XVIII la famiglia V. ricevette molti privilegi e titoli dai re di Spagna e dagl'imperatori.
Bibl.: D. Lodi, Commentari della famiglia V., in Archivio storico della città e della diocesi di Lodi, XI-XVI (1892-98).