Visto aggio scritto e odito cantare
Sonetto (Rime dubbie XIX; schema Abab Abab; Cdc Dcd), adespoto nell'unico codice che lo tramanda, il Marciano ital. IX 191, nel quale è esemplato dopo Per quella via che la bellezza corre, dantesco e a D. attribuito nella rubrica, e prima di Amore e monna Lagia e Guido ed io, adespoto. Stessa tradizione testuale, pertanto, della breve tenzone con Chiaro Davanzati (Rime dubbie XX-XXIII; cfr. TRE PENSIER AGGIO) e del sonetto a Puccio Bellondi (V. SAPER VORRIA DA VOI); stesso dubbio che l'autore possa essere Dante da Maiano. Date particolari corrispondenze stilistiche, ben evidenziate dal Contini (" L'ignoto interpellato è cortese e saggio [v. 9] come Puccio è nobile e saggio, e analoga è la distribuzione metrica del ragionamento ", p. 217), il presente sonetto dev'essere comunque assegnato al medesimo autore di Saper vorria, sia egli D. o il Maianese o altri.
Il poeta chiede a un cortese e saggio corrispondente se sia vero, come ha visto... scritto e odito cantare, che Amore 'nfiamma ciascun suo servente (v. 2) e che però gli effetti d'amore siano discordanti, sì che per esempio alcun gioioso diven per amare, / e altri amando languisce (vv. 5-6): ciò è causato da Amore, o da altra cosa che d'amor non sente?
La lingua del sonetto presenta tratti siciliani (le rime aggio, vv. 1 e 11, e cheriraggio, v. 13) e sembra nell'incipit riecheggiare Donna, eo languisco 32-33 " contare / audivi a molta gente " di Iacopo da Lentini (ed è evidentemente questa eco a indurre la Bettarini a correggere la lezione cantare del Marciano in contare); il provenzalismo convenente (v. 4) richiama Guittone (Per fermo 7, Lontano son 13, ecc.), ma è più vicino (Bettarini) a " non mi si celava / tutto suo convenente " del notaio (Dolce coninzamento 25-27).
Piuttosto oscuro il significato dell'ultima terzina. Il Pézard suppone uno ‛ sfiguramento ' dovuto a " sottise du copiste " e propone di sostituire battagli' o di sbaldore a battaglie di signore (v. 12), e d'interpretare " di battaglie o di feste ", che s'inserirebbe nelle coppie di opposti lodar / biasmar, gioioso diven / languisce, / amore / non amore, bene / dolore.
Meno radicale l'intervento della Bettarini, che legge Parmi che di battaglie sia signore: / venga ciascun cui d'Amor cheriraggio.
Bibl. - Contini, Rime 217-218; A. Pézard, La rotta gonna, I, Firenze-Parigi 1967, 107-111 (in traduz. ital., riassunto, in AA.VV., D. e la Magna Curia, Firenze 1967, 613-622); Barbi-Pernicone, Rime 690-691; Dante Da Maiano, Rime, a c. di R. Bettarini, Firenze 1969, 210-211.