BRANCATI, Vitaliano
Scrittore, nato a Pachino (Siracusa) il 24 luglio 1907. Già insegnante di lettere italiane nell'Istituto magistrale di Catania, da alcuni anni si è trasferito a Roma. Ha collaborato e collabora ai principali giornali e periodici.
Esordì giovanissimo, con un dramma (Piave, Milano 1932) e un romanzo (L'amico del vincitore, ivi 1932), cui seguirono altri volumi narrativi (Singolare avventura di viaggio, ivi 1934; In cerca di un sì, racconti, Catania 1939; Gli anni perduti, romanzo, Firenze 1941, n. ed. Milano 1943). Ma la sua fisionomia vera di scrittore non si rivela che col Don Giovanni in Sicilia (Milano 1941, n. ed. ivi 1942). Perché è in questo "racconto lungo" che il B. consegue un più duraturo equilibrio d'arte fra il suo interesse vivo per la società, il costume contemporaneo, e il suo gusto ironicamente deformatore della realtà quotidiana, borghese; fra il senso dialettico, anzi "drammatico" che egli ha della vita, ed un estro umoresco che tale contrasto tende a trasporre in chiave di "opera buffa"; fra una "sicilianità" nutrita di esperienze e memorie autobiografiche, e quella sicilianità di tradizione letteraria che, da Pirandello a Rosso di San Secondo, da Savarese a Vittorini, la propria geografica "insularità" assume a mito di una solitudine bramosa di evasioni. Per tale equilibrio - raro nei libri precedenti, a causa del loro tono "serio" o di certe velleità ideologiche - la sensualità plastica e insieme dinamica del B. diviene il fermento stesso del racconto, che sempre più si muta in azione narrata, in rappresentazione mimica o corale, accomunante personaggi e paesaggio, cose e parole in un'aria spettacolare, surreale, quasi stregata. Gli scritti successivi del B., e specialmente i racconti di Il vecchio con gli stivali (Roma 1945, n. ed. Milano 1946), pur non raggiungendo codesta pienezza d'arte, hanno sempre quel piglio, quell'estro felici.
Bibl.: M. Alicata, in Oggi, 21 giugno 1941; A. Piccone Stella, in Il Messaggero, 26 agosto 1941; E. Cecchi, in Nuova Antologia, 1° marzo 1942; A. Bocelli, in La Nuova Europa, 9 dicembre 1945; P. Pancrazi, in Corriere della sera, 7 settembre 1947.