VITICHINDO (Widukindo) di Corvey
Cronista sassone di ignota provenienza, entrato nel 941 nel monastero di Corvey, in cui redasse prima alcune vite di santi, non conservate. Rimane ignota la data della sua morte, e ignoto è pure il modo con cui venne a contatto con gli Ottoni; l'unica cosa sicura è l'essere egli sopravvissuto a Ottone I.
La redazione della storia dei Sassoni (Rerum gestarum Saxonicarum libri tres) cade negli anni 957-58; il primo libro contiene, oltre alla preistoria leggendaria della stirpe sassone, l'età di Enrico I; il secondo contiene la storia di Ottone I fino al 946, anno della morte della sua prima moglie Editta; il terzo arrivava originariamente solo sino all'anno 958. Nel 968 V. si decise a farne una nuova redazione, dedicata alla figlia del re, Matilde, badessa di Quedlinburgo; questa nuova edizione fu poi prolungata di alcuni capitoli sino alla morte di Ottone I. La cronaca di V. è il primo prodotto della storiografia sassone, ed è fonte di prima mano. È pervasa da un amabile e ingenuo orgoglio di razza; il campo di V. è angusto, limitato esclusivamente alla Germania e prevalentemente alla Sassonia. Il papa viene citato soltanto una volta e anche quella incidentalmente; dell'Italia il V. sa poco o niente. Notevole la purezza relativa del latino, testimone dell'alto grado della tradizione carolingia nelle scuole; ma talvolta le espressioni tolte da Sallustio e da Livio e usate a indicare condizioni politiche allora esistenti ne rendono difficile la comprensione.
L'ediz. migliore è quella a cura di H. E. Lohmann e P. Hirsch, in Script. rer. Germanicarum, n. s., 10, Berlino 1935.