VITORIA
Città della Spagna settentrionale, capoluogo della prov. di Alava, nella comunità autonoma delle prov. basche.
La città deve la sua origine al re di Navarra Sancio VI il Saggio (1150-1194), che, nelle sue mire espansionistiche verso la Castiglia, scelse come avamposto-fortezza il villaggio di Gasteiz, per la particolare posizione strategica, su una collina dominante la pianura alavese. Il sovrano concesse a esso privilegi nel settembre del 1181, denominandolo Nueva Victoria. Già in questo documento si fa riferimento a San Miguel e ad altri edifici sacri che diventano di patronato regio. Due decenni dopo la sua fondazione, nel 1200, la nuova città fu presa dal re Alfonso VIII (1157-1214) e passò alle dipendenze della Castiglia. Dopo un incendio nel 1202, il sovrano promosse un nuovo impulso ampliandola verso O con la creazione di tre nuove strade, della Correría, Zapatería e Herrería, quest'ultima vicino al fiume Zapardiel, le cui acque alimentavano il fossato del nuovo recinto difensivo. Alcuni anni più tardi, nel 1256, Alfonso X il Saggio (1252-1284), ordinò un nuovo ampliamento in direzione E, creando le strade della Cuchillería, Pintorería e Judería (Calle Nueva dopo l'espulsione dei giudei); grazie a quest'intervento urbanistico venne portata a termine la pianta a forma di mandorla della V. medievale, perfettamente adattata al colle originario e protetta da due cinte murarie, la navarrese in alto, del sec. 12°, e la gotica castigliana. Questo impianto si mantenne inalterato fino al Settecento.La crescita urbana di V. comportò la necessità di far affidamento su un numero di parrocchie sufficiente per soddisfare le esigenze spirituali della popolazione. Sorsero così le nuove chiese di Santa María, a N, di San Pedro nell'ampliamento ovest e di San Ildefonso, oggi scomparsa, sul pendio orientale, quest'ultima fondata da Alfonso X il Saggio nel 1256. Già dagli inizi del sec. 13°, inoltre, si erano insediati fuori delle mura della città anche i conventi dei Francescani, nel fianco sudorientale della cima di Gasteiz, e dei Domenicani, in quello nordoccidentale; la costruzione delle chiese fu avviata alla fine del secolo. Quella dei Domenicani dovette essere completamente riedificata nel secondo quarto del sec. 16° secondo i canoni stilistici del Tardo Gotico. Entrambi gli insediamenti furono totalmente demoliti agli inizi del Novecento.
La più importante delle chiese di V. è quella di Santa María, a capo del Capitolo dell'Università di parrocchie della città, elevata a collegiata nel 1496 e successivamente a cattedrale nel 1861. Sebbene non appaia menzionata espressamente nel documento del 1181, la sua edificazione deve essere molto anteriore, come dimostrano i resti archeologici recentemente scoperti, tra cui le vestigia di una chiesa preromanica e un edificio romanico non terminato, databile alla fine del sec. 12° o agli inizi del 13°, entrambi orientati in direzione N-E/S-E, situati nella porzione occidentale della navata centrale (Azkárate, Lasagabaster, 1998). La chiesa attuale venne iniziata con Alfonso VIII verso il 1204 utilizzando parte di un muro anteriore e le mura di Sancio VI il Saggio. L'edificio, con il suo ampio transetto e il capocroce con deambulatorio sul quale si aprono tre cappelle poligonali giustapposte, fu concepito come una grande chiesa-fortezza. Ciò è desumibile dallo straordinario spessore dei muri di pietre non lavorate e disposte in modo irregolare, che raggiungono una notevole altezza, dalle feritoie e dal cammino di ronda, che, circondando tutto il capocroce, proseguiva dall'angolo sudoccidentale del transetto, davanti all'attuale cappella di Santiago, fino a collegarsi con la cinta muraria della primitiva Gasteiz. Alfonso X il Saggio continuò l'opera in pietre ben lavorate e giunti sottili, rivestendo la costruzione più antica ed elevando i muri fino all'altezza del cammino di ronda. Furono aperte le quattro cappelle quadrangolari del transetto e le finestre delle absidiole e realizzate le coperture a volta anche delle campate del deambulatorio. Successivamente, con Alfonso XI (1312-1350) si ebbe un nuovo impulso costruttivo che, iniziato verso il secondo decennio del sec. 14°, durò fino alla fine del secolo. In questo periodo furono aperti il portale di Santa Ana nel transetto sud e un altro accesso a N, attualmente cieco, e venne concluso il perimetro della chiesa con l'addizione di due nuove campate nel corpo occidentale dell'edificio, centrato sul suo magnifico portale. L'altezza della costruzione aumentò grazie all'inserimento del triforio al di sopra delle arcate delle tre navate, formate da pilastri a sezione circolare con colonnine addossate e capitelli con fregio continuo che sostengono gli archi longitudinali triplici e decrescenti. Il triforio di scarsa profondità percorre tutto il perimetro della chiesa, costituendo un precedente ripreso successivamente in altre chiese gotiche delle prov. basche. L'edificio è coperto con volte a crociera semplice, eccetto quella della prima campata della navata centrale a tierceron.La splendida decorazione scolpita dei portali è tra le migliori creazioni della plastica gotica spagnola del 14° secolo. Il portale più antico, del 1300 ca., è quello di Santa Ana, già menzionato, oggi molto deteriorato. Sul timpano è un ciclo dell'Infanzia di Cristo che culmina in alto con il Battesimo; nella zona inferiore sono rappresentate figure collegate dalla tematica della santa parentela. I tre portali occidentali della chiesa, del secondo quarto del secolo, introducono nel Medioevo vitoriano i grandi temi iconografici dei portali delle cattedrali gotiche francesi: il Trionfo della Vergine, il Giudizio finale e santi. Di grande profondità teologica è il portale centrale, dominato da una bellissima immagine della Vergine con il Bambino situata nel trumeau. La Vergine è raffigurata nell'atto di schiacciare il drago, immagine allegorica dell'adempimento della promessa di Gn. 3,15, allusiva alla futura vittoria della donna e della sua prole sul demonio, sul peccato e sulla morte. L'architrave presenta, con il ciclo dell'Infanzia di Cristo, il tema dell'Incarnazione del Verbo e quello del ruolo di Maria in quanto Madre di Dio, esaltato attraverso la sua gloriosa Assunzione e Incoronazione nei cieli, scene rappresentate nel timpano. Per la prima volta nell'arte gotica la Vergine assunta in cielo è un'immagine di proporzioni naturali e non la tradizionale animula che, in sintonia con la tradizione bizantina, viene abitualmente rappresentata. Questa nuova iconografia presume una conoscenza del motivo tale da permettere la chiara visualizzazione del mistero dell'assunzione fisica di Maria in cielo, anticipando versioni apparse dalla fine del Medioevo (Silva y Verástegui, 1987). Tratto peculiare del ciclo è anche l'inserimento di due scene della glorificazione di Cristo (Ascensione e Pentecoste) che estrinsecano il duplice trionfo sulla morte della donna (Maria) e della sua discendenza (Cristo), annunciato nel menzionato passo della Genesi.Alla destra di questo complesso mariano figura il Giudizio finale, ispirato al portale della Coronería della cattedrale di Burgos: a esso viene associato nell'architrave un ciclo di un martire, probabilmente s. Giacomo, secondo la tradizione dei grandi portali del Gotico francese, dove questo tipo di scene delle vite di martiri e confessori costituiva il paradigma delle buone opere da realizzare per ottenere un giudizio favorevole. Così anche nel portale laterale sinistro si svolge un ciclo completo della vita di s. Egidio (Catálogo monumental, 1971), che ha come precedente quello situato nel portico sud della cattedrale di Chartres. Angeli, personaggi biblici, santi e sante sono situati sugli archivolti del triplice portale o si dispongono negli stipiti, completando il programma iconografico.L'interno della chiesa conserva vari sepolcri medievali di notevole interesse, un timpano con il tema del Giudizio finale, proveniente probabilmente da un portale distrutto, e la bellissima immagine di Nostra Signora della Schiavitù, degli inizi del 14° secolo.La chiesa di San Pedro fu eretta nell'ampliamento di Alfonso VIII. Documentata già alla metà del sec. 13°, la sua costruzione attuale ebbe inizio probabilmente alla fine del secolo dal lato occidentale, innalzato come rinforzo dei muri di cinta occidentali della città. La chiesa è a tre navate corte, transetto e capocroce formato da quattro cappelle, quella centrale di sette lati, più alta e profonda; le altre due si aprono nel lato sinistro, e una sola nel destro, poiché lo spazio riservato alla quinta cappella doveva essere destinato a un portico aperto, dando origine a un insolito capocroce con portale aperto a E. Questo si spiega con la particolare ubicazione della chiesa, che rinforza il muro di cinta occidentale della città, con il capocroce sporgente verso una delle strade delle corporazioni, quella della Herrería. Poiché il fianco sud della chiesa risultava situato in uno spazio urbano, l'architetto collocò l'ingresso principale della chiesa a E, in una delle campate del capocroce, costituendo un modello di funzionalità nella sua connessione al recinto urbano della V. medievale. All'interno le navate sono separate da pilastri dal nucleo cilindrico, con colonnine addossate e capitelli e imposte a motivi vegetali e figurativi. Nell'estremo lato nord del transetto è un triforio simile a quello della chiesa di Santa María. Il coro è illuminato da un doppio ordine di finestre con colonnette, timpani traforati, tipici del sec. 14°, e sulla parte frontale gli stemmi di Castiglia e León, allusivi al patronato regio esercitato su questa chiesa. Altri stemmi nelle chiavi delle volte della navata centrale alludono alle famiglie che finanziarono le coperture, per lo più a crociera.Oltre al portale centrale, in epoca medievale la chiesa era dotata di un altro accesso, la porta nord, presso l'antico battistero; con questo edificio sono in relazione i rilievi scolpiti nei pennacchi delle arcate, che rappresentano scene della Creazione, della Caduta e l'Arca di Noè, simbolo del battesimo (Catálogo monumental, 1971).Il portale principale degli inizi del sec. 14° è dedicato al santo titolare della chiesa, l'apostolo Pietro, la cui vita e il cui martirio sono raffigurati con grande senso narrativo nei registri del timpano, preceduti da un breve ciclo dell'Infanzia o dell'Incarnazione del Figlio di Dio, a giustificare la missione concessa a Pietro e agli altri apostoli, le cui effigi sono sugli stipiti del portale e sui muri laterali del portico. Questa raffigurazione degli apostoli, posti su basi che rappresentano i rispettivi martirî, si ispira a quella del chiostro della cattedrale di Burgos (Silva y Verástegui, 1987) e costituisce uno dei complessi scultorei più interessanti delle prov. basche.L'antica chiesa di San Miguel, l'unica menzionata espressamente nel 1181, venne ricostruita alla fine del sec. 14° e terminata durante il successivo. Il lungo processo costruttivo ebbe come conseguenza che il sistema di supporti, costituito da pilastri circolari con colonne addossate nelle prime campate della navata centrale, venne sostituito con un nuovo tipo di pilastri cilindrici, poi assai diffuso nell'architettura dell'ultimo Gotico che ebbe grande seguito nelle prov. basche. Le navate laterali vennero coperte da volte a crociera semplice e quella centrale, più elevata, da volte a nervature, dotate di chiavi scolpite raffiguranti, tra l'altro, gli scudi dei Re Cattolici e della nobiltà alavese. Il portale principale (attualmente in pessimo stato di conservazione), aperto nel lato sud della chiesa, è dedicato al santo titolare e presenta molteplici scene della sua apparizione sul monte Gargano, compresa la tradizionale psicostasia, culminando con una singolare versione del Giudizio finale dominato dalla Trinità, dinanzi alla quale intercedono la Vergine e s. Giovanni. Un altro portale di stile ispano-fiammingo, di minore livello, sempre dedicato a s. Michele, si apre in facciata. Davanti all'od. portico si trova la bellissima immagine della Virgen Blanca, patrona della città, opera del 14° secolo.Nello stesso periodo in cui si terminava la chiesa di San Miguel, tra il 1401 e il 1410, si erigeva l'interessante cappella funeraria di Santiago, addossata a S-E alla chiesa di Santa María, fondata dal mercante Fernandez de Abaunza. La pianta quadrata con due campate disuguali e il capocroce poligonale di sette lati, coperto con volta con nervature forate da oculi quadrifogliati, segue modelli del Gotico catalano (Cátalogo monumental, 1971).
Infine, la ben documentata chiesa di San Vicente era situata in origine presso il castello che dominava il muro di rinforzo sud della città. Il 3 ottobre 1484 i Re Cattolici ordinarono al loro alcalde di consegnarla al Consiglio della città per erigervi una nuova chiesa parrocchiale. Questa presenta una pianta 'a sala' a tre navate separate da pilastri cilindrici dai quali hanno origine le volte decorate da chiavi figurate. Questa tipologia architettonica ebbe una grande diffusione in tutte le prov. basche durante il 16° secolo. La cappella maggiore è decorata dagli scudi dei Re Cattolici, i principali fautori della costruzione, insieme a quelli di altre famiglie che contribuirono al suo finanziamento.Poche sono le torri superstiti di quelle attestate nella V. medievale, erette dalle famiglie più potenti nei punti strategici della città. Della fine del sec. 15° sono la torre degli Anda e la casa del Cordón, edificata intorno a una torre del sec. 14° da Juan Sánchez di Bilbao, mercante giudeo convertito, nella strada Cuchillería (Portilla, 1977). Del primo terzo del sec. 16° è il palazzo di Bendaña, che conserva la facciata gotica. Un'altra costruzione singolare per la destinazione commerciale è la casa del Portalón, della fine del 15° secolo.Varie opere d'arte pertinenti al periodo medievale sono conservate nel Mus. de Arte Sacro, recentemente insediato nel deambulatorio della cattedrale nuova, costruita in stile neogotico a partire dagli inizi del Novecento.
Bibl.:
Fonti. - Fray Juan de Vitoria, Antigüedad de España, in J.L. Vidaurrazaga e Inchausti, Nobiliario alavés de Fray Juan de Vitoria. Siglo XVI, Bilbao 1975; J.J. de Landázuri, Historia civil, eclesiástica, política y legislativa de Vitoria, Madrid 1780 (Vitoria 19302).
Letteratura critica. - C. de Castro, Catálogo monumental de España. Provincia de Alava, Madrid 1910; M. Núñez de Cepeda, Hospitales vitorianos, El Escorial 1931; G. López de Guereñu y Galarraga, Alava solar de arte y fe, Vitoria 1962; F. Martínez de Marigorta, La catedral de Santa María de Vitoria, Vitoria 1964; Catálogo monumental. Diócesis de Vitoria, III, Vitoria 1971; M.J. Portilla, Torres y casas fuertes en Alava, 2 voll., Vitoria 1977; A. de Begoña, M.J. Beriain, F. Martínez de Salinas, Museo de bellas artes de Alava, Vitoria 1982; Vitoria en la Edad Media, "Actas del I Congreso de estudios históricos celebrado en conmemoración del 800 aniversario de la fundación de Vitoria, Vitoria 1981", Vitoria 1982; S. Andrés Ordax, Arte. País Vasco (Tierras de España), Madrid 1987; M.J. Portilla, Vitoria gótica, Vitoria 1987; S. Silva y Verástegui, Iconografía gótica en Alava, Vitoria 1987; Revisión del arte medieval en Euskalherria, a cura di M.J. Aranzasti (Cuadernos de sección, artes plásticas y monumentales, 15), San Sebastián 1996; M.L. Lahoz Gutiérrez, Gótico, in Vitoria-Gasteiz en el arte, I, Vitoria 1997; A. Azkárate, J.I. Lasagabaster, La catedral de Santa María de Vitoria, "Primer Congreso europeo sobre restauración de catedrales góticas, Vitoria 1998", Vitoria 1998.S. de Silva y Verástegui