VITTANI
. La storia di Como dalla metà del sec. XIII alla metà del XV è un continuo susseguirsi di tentativi di sopraffarsi vicendevolmente dei Vittani e dei Rusca. Ma mentre per i Rusca si possono in ogni tempo individuare i personaggi della famiglia che rappresentava la fazione, ben diversamente accade per i Vittani. Il primo di questa famiglia di cui si abbia notízia è un Vita de Vitanis console a Como nel 1182 e a lui universalmente sì fa risalire l'origine della parte dei Vittani; è indubbio che un'enorme influenza dovette esercitare, poiché lo troviamo console, oltre che nel 1182, nel 1207 e ancora nel 1244. Però ben presto i Vittani scompaiono sicuramente di questa stirpe è forse solo Giacomo de Vitanis, console verso il 1266; dopo di lui in Como non si incontra più alcun personaggio politico di questo cognome; ma il nome vi dura a lungo come indicazione del partito guelfo.
Seguire le vicende della fazione sarebbe riassumere la storia di Como sino alla metà del sec. XV; ad ogni passo si incontrano lotte sanguinose, e poi paci, tra Vittani e Rusconi, giungendo sino ad aversi podestà speciali della parte Vitana e della Ruscona; capi della prima sono gli Avvocati, i Lavizzari, i Castelli, i Lucini e specialmente i Lambertenghi, che nel 1291 hanno tale preponderanza che la fazione stessa assume il nome di Lambertenga; ma poco dopo la fazione guelfa torna a dirsi Vitana. I Vittani ebbero parte noteyolissima anche nella Valtellina, la cui storia, come quella di Como, è tutta piena di lotte tra Vittani e Rusconi. Soffocati i partiti in Como, la fazione Vitana continua un'azione vivacissima nel Ticino, come rappresentante del partito guelfo, e appoggiando più o meno apertamente le gesta dei Sanseverino; si arriva al punto, che nel 1436 si parla persino di una lega dei Vittani con Francia, Savoia e Veneziani, cosa certo senza fondamento; gli ultimi guizzi si hanno con la caduta del Ticino sotto il dominio degli Svizzeri.
Ma anche in tutte queste vicende non si incontra mai alcuno di cognome Vittani, tanto da potersi ritenere legittima l'opinione che non vi fosse più alcuna famiglia notabile comasca di questo nome; rami, decaduti rispetto all'antica potenza, continuarono fuori di Como; così nel 1403 scade dalla carica di contestabile in Reggio nell'Emilia un Venturino Vittani (Archivio del comune, reg. ordini, n. 7, pp. 30-31); in Valtellina s'incontrano sporadicamente dei Vittani nei secoli XIV e XV e la famiglia doveva avervi notevole importanza, se ancora nel 1604 a Sondrio si incontrano parecchi Vittani con i prefissi di "nobile", magnificus dominus, ecc. (Archivio di stato in Milano, Acquisto Minetti). Non è noto se possano ricollegarsi con i Vittani di Como i Vittani che godettero di nobiltà in Andria e i Vitanovich di Dalmazia. Anche in Como stessa s'incontrano sporadicamente dei Vittani, ma senza più nulla delle preminenze civiche del Medioevo; le storie di Como ricordano solo un Giuseppe Vitani, sacerdote della seconda metà del sec. XVIII, autore di qualche opera di poca importanza.
Bibl.: Oltre la storia del Rovelli e, per la Valtellina, del Quadrio e del Romagialli, cfr. G. Vittani, in S. Eusebio, Como 1925, e specialmente C. Campiche, Die Communalverfassung von Como, Zurigo 1929; e per le vicende ticinesi e valtellinesi della fazione vitana, cfr. Motta, in Guelfi e Ghibellini, periodico della Soc. Storica Comense, IV.