vittima
In senso proprio è l'essere vivente ucciso nel sacrificio reso a una divinità; ricorre solo nella locuzione ‛ fare v. ', " sacrificare ", e in senso traslato. Con riferimento alla condanna a morte iniquamente pronunciata da Carlo d'Angiò contro Corradino di Svevia: Pg XX 68 Carlo venne in Italia e, per ammenda, / vittima fé di Curradino.
Alludendo all'uccisione di Buondelmonte ai piedi della mutila statua di Marte in capo a Ponte Vecchio, che per Firenze segnò la fine di una vita civile pacifica: Pd XVI 147Ma conveniesi, a quella pietra scema / che guarda 'l ponte, che Fiorenza fesse / vittima ne la sua pace postrema. " La costruzione della terzina, probabilmente con intenzione, è equivocabile: Firenze fece vittima a quella pietra scema, quella pietra scema fece (sua) vittima Firenze: ch'è poi il significato sostanziale del passo " (Mattalia).
Per chiarire a D. quale sia la gravità del voto, Beatrice osserva che l'uomo, quando s'impegna per voto, spontaneamente " sacrifica " a Dio il prezioso dono della libertà di volere: Pd V 29 nel fermar tra Dio e l'omo il patto, / vittima falsi di questo tesoro.