ACCORAMBONI, Vittoria
Nacque e fu battezzata in Gubbio, benché nella fede di matrimonio sia detta romana, il 15 febbraio 1557. In grazia del gesuita F. S. Quadrio, che la chiamò Virginia, ebbe fama di poetessa (le furono attribuite poesie varie, tra cui un Lamento, o Disperata); ma Domenico Gnoli, che ne scrisse la vita, non le riconosce capacità poetiche. A 16 anni andò sposa a Francesco Peretti, il quale da suo zio, il cardinale di Montalto, ebbe, col cognome, protezione e discreta agiatezza. Ma Vittoria, leggera e insoddisfatta, corteggiatissima per la sua bellezza, cedette alle insistenze del potente Paolo Orsini, duca di Bracciano e allora capo della famiglia. Costui, già uxoricida d'Isabella de' Medici, procurata la morte del Peretti per mano di un fratello dell'Accoramboni stessa, nella notte del 16 aprile 1581, la sposò clandestinamente, e poi, superate le opposizioni di Gregorio XIII, anche pubblicamente, nel 1583. Morto questo papa e successogli il fiero cardinale di Montalto, Sisto V, i due sposi fuggirono da Roma, e ripararono a Salò sul Garda. Qui presto il duca morì, avvelenato, si disse, per istigazione di Francesco de' Medici, e la "nobiletta" di Gubbio già sperava altre nozze, quando fu fatta trucidare, insieme col fanciullo fratello Flaminio, da Ludovico Orsini, il 22 dicembre 1585 in Padova. La repubblica di Venezia fece giustiziare l'Orsini e molti dei suoi, condannando altri alla galera. Sisto V, poi, fece tagliar la testa a Marcello Orsini per delitti anteriori, e fece seppellire il nipote Francesco Peretti in S. Maria Maggiore di Roma, a piè dei gradini della ricca cappella del Presepio.
Numerose opere di poesia furono ispirate dalla sua romanzesca storia: le più celebri sono il romanzo di L. Tieck (1840) e la tragedia di J. Webster (The Tragedy of P. L. Orsini, 1612).
Bibl.: F. S. Quadrio, Storia e ragione d'ogni poesia, II, p. 259; G. M. Mazzuchelli, Scrittori d'Italia, I, p. 8, sotto la voce di Accoramboni Virginia; Adry, Histoire de la vie et de la mort de V. Accoramboni, Parigi 1807; Rosset, Les histoires tragiques de notre temps, Lione 1621; A. Reumont, Vittoria Accoramboni in Archivio stor. ital., n. s., XV, i; Domenico Gnoli, Vita di Vittoria Accoramboni, Firenze 1890; E. Martinengo Cesaresco, Lombard Studies, Londra 1902; L. v. Pastor, Storia dei papi (trad. ital. di P. Cenci), Roma IX, pp. 780-781, e X, pp. 35 e 59, Roma 1926 e 1928; Vittoria Accoramboni in der deutschen Dichtung, in Euphorion, 1913.