CAVARA, Vittoriano
Nato a Castelmaggiore (Bologna) il 14 nov. 1886 da Gerardo e da Elisa Balli, si laureò in medicina e chirurgia a. Bologna il 2 luglio 1910. Dopo un breve periodo di attività quale medico condotto, frequentò a Parigi il reparto di oftalmologia dell'ospedale Lariboisière e l'annesso laboratorio, sotto la guida di V. Morax: qui nacque il suo interesse per le ricerche di microbiologia applicata all'oftalmologia, che doveva poi sviluppare felicemente al fianco del suo maestro Amilcare Bietti. Divenuto assistente del Bietti nella clinica oculistica dell'università di Siena nel 1911, vi rimase per quasi un decennio, con una breve parentesi dovuta alla guerra, quando dal 1916 al 1918 prestò servizio nell'esercito con il grado di capitano medico, dirigendo, tra l'altro, il servizio oculistico della 3ª armata. Nel 1915, a Siena, ottenne la libera docenza in clinica oculistica. Dal 1920 fu, per oltre un biennio, a Firenze con L. Bardelli, quale collaboratore nella sua casa di cura privata, e nel 1923 divenne aiuto di F. Tartuferi presso la clinica oculistica dell'università di Bologna. Dopo breve tempo, alla fine dello stesso anno, gli venne conferito l'incarico dell'insegnamento della clinica oculistica nell'università di Siena, e in questa sede, dopo aver vinto il concorso per la cattedra nel 1925, rimase sino al 1929. Successivamente passò a Napoli, quindi dal 1935 fu chiamato alla direzione della clinica oculistica dell'università di Roma, ove rimase sino alla morte.
Nelle tre sedi universitarie delle quali diresse la cattedra di oftalmologia, fu circondato da una larga schiera di allievi, molti dei quali si distinsero in seguito occupando, a loro volta, posti di rilievo nelle università (A. Bencini, G. B. Bietti, F. D'Ermo, E. Federici, M. Focosi, A. Grignolo) e negli ospedali. I risultati del suo lavoro scientifico sono raccolti in quasi 80 pubblicazioni, oltre che in alcune centinaia di lavori pubblicati con ritmo continuo dagli allievi.
Fra i suoi contributi, di particolare rilievo appaiono gli studi sulla biologia del pneumococco e sull'azione su questo esercitata dall'optochina (Sulla terapia specifica delle infezioni pneumococciche della cornea mediante l'etilidrocupeina [Optochina], in Annali d'oftalmologia, XLIV [1915], pp. 637-754), oltre a quelli sulla cheratomicosi mucorina (Una nuova forma di cheratomicosi [cheratomicosi mucorina], ibid., XLII [1913], pp. 650-674) che gli avevano permesso di isolare una nuova specie di mucor, mucor cornealis, indicato poi con i nomi del C. e di P. A. Saccardo. Fra i suoi lavori degli anni giovanili, meritano di essere ricordati anche quelli anatomoclinici sulle cisti intraretiniche (Contributo allo studio delle cisti intraretiniche, ibid., XL, [1911], pp. 679-705), sull'epitelioma primitivo delle ghiandole di Meibomio (L'epitelioma primitivo delle ghiandole di Meibomio, in Arch. di scienze med., XLIII[1919], pp. 1-39), sulla congiuntivite di Parinaud (Su una particolare affezione della congiuntiva prodotta da bacilli della pseudotubercolosi e i suoi rapporti con la congiuntivite di Parinaud, in Boll. d'oculistica, I[1922], pp. 48-65), sulle lesioni congiuntivali da bacilli della pseudotubercolosi (Ulteriore contributo alla conoscenza della pseudotubercolosi della congiuntiva. Localizzazione bulbare non ancora descritta di bacilli della pseudo-tubercolosi, ibid., pp. 123-134), sulle congiuntiviti da mollusco contagioso (Le congiuntiviti da mollusco contagioso delle palpebre, ibid., III[1924], pp. 1-22), sulla degenerazione familiare della macula (Sulla degenerazione famigliare della macula e dei suoi dintorni, ibid., pp. 128-164), sulla febbre uveo-parotidea (Sopra un caso di Febris uveo-parotidea subcronica di Heerfordt, ibid., VII[1928], pp. 925-950),sui fusi di Krukenberg con anello retrolenticolare (Contributo alla conoscenza dei "fusi di Krukenberg", ibid., VIII [1929], pp. 1161-1173).
Successivamente si occupò in particolare della sindrome di Schüller-Christian (Contributo allo studio della sindrome di Schüller-Christian, ibid., XIII[1934], pp. 9-36), della degenerazione grassa della cornea (La degenerazione grassa della cornea, in Atti d. XXXIII Congr. d. Soc. oftalm. ital., Tivoli 1935, pp. 265-270), dell'irite recidivante con ipopion (Nuove osservazioni ed ulteriori ricerche sulla ipopionirite recidivante associata ad alterazioni delle mucose e della cute, in Boll. d'oculistica, XIX [1940], pp. 789-855), della degenerazione cristallina ereditaria della cornea (La "Degeneratio cristallinea corneae hereditaria", ibid., pp. 967-979) alla quale, unitamente a quello di Schnyder, è stato attribuito anche il suo nome.
Una grandissima parte hanno fra le opere del C. vasti lavori monografici, contenenti quasi sempre anche contributi originali e della sua scuola: si ricordano qui l'estesa monografia su Le micosi oculari (Siena 1928), quella sulla Terapia sulfamidica del tracoma (in collab. con il suo allievo G. B. Bietti, Bologna 1943), nonché l'altra su Le manifestazioni oculari della infezione erpetica (ibid. 1946), che gli valse il riconoscimento di una particolare competenza nel campo delle localizzazioni oculari dell'erpete. Queste sue conoscenze e la sua preparazione microbiologica lo indussero a pubblicare nel 1952, a Bologna, in collaborazione con G. B. Bietti, il volume Le manifestazioni oculari nelle malattie da virus e da rickettsie, che per il suo contenuto e gli estesi riferimenti bibliografici resta un utilissimo strumento per il clinico e per il ricercatore.
I suoi contributi nel campo delle virosi lo fecero prescegliere quale relatore sulle uveiti da virus (Il ruolo dei virus nell'etiologia delle uveiti, relazione al XVII Congr. intern. di oftalmologia, New York 1954):questo volume contiene una messe di nuove acquisizioni personali, fra le quali emerge l'isolamento del virus erpetico dalla camera anteriore in taluni casi di uveite.
Infine, non va dimenticato il suo profondo interesse per i rapporti fra oftalmologia e medicina generale, che è testimoniato dal volume L'occhio nella neurologia e nelle malattie interne (Firenze 1947). Con L. Bardelli fondò a Firenze nel 1922 il Bollettino d'oculistica, che egli diresse personalmente dall'anno 1939fino alla morte.
Morì a Roma il 25 giugno 1955.
Bibl.: Necr. di G. B. Bietti, in Boll. d'oculistica, XXXIV (1955), pp. 387-396; S. Duke-Elder, System of Ophthalmology, IX, London 1966, pp. 332 s.; Enc. Ital., App., III, 1, p. 333.