AMBROSIO, Vittorio
Generale, nato a Torino il 28 luglio 1879. Partecipò, come comandante di squadrone, alla campagna di Libia (1912-13). Nella prima Guerra mondiale fu capo di S. M. della 3a divisione di cavalleria, che si distinse nella presa di Gorizia e durante il ripiegamento di Caporetto. Nell'offensiva di Vittorio Veneto fu capo di S. M. della 26a divisione di fanteria. Nel dopo-guerra comandò il Savoia cavalleria, indi la Scuola di Pinerolo, la 2a divisione celere, l'Ispettorato di cavalleria. Dopo aver tenuto per tre anni il comando del corpo d'armata della Sicilia, allo scoppio della seconda Guerra mondiale fu comandante designato della 2a armata e con essa partecipò, nell'aprile 1941, alle operazioni contro la Iugoslavia. Nominato, nel gennaio 1942, capo di S. M. dell'esercito, tenne tale carica fino al 1° febbraio 1943, data in cui succedette al gen. Cavallero nel posto di capo di S. M. generale, e si accinse ad attuare un suo programma per ovviare, almeno in parte, alla critica situazione militare e politica italiana: distaccare l'Italia dal fascismo e dalla Germania, richiamare in patria le grandi unità sparse ancora in metà Europa, intavolare trattative con gli Alleati. Conseguito il primo di questi obiettivi il 25 luglio 1943, gli altri presentarono più gravi difficoltà. Dopo l'8 settembre, portatosi con il re e il governo nell'Italia del sud, mantenne la carica di capo di S. M. generale fino al novembre 1943 e cercò, con poco successo, di far partecipare nella maggior misura possibile le forze italiane alle operazioni al fianco degli Alleati. Il 20 novembre lasciò la carica, sostituito dal maresc. Giovanni Messe, e rimase ispettore generale dell'esercito fino al 31 luglio 1944, quando venne collocato nella riserva per età.