ARIMONDI, Vittorio
Nacque a Saluzzo nel 1861 e, rimasto orfano di padre a undici anni, cominciò presto a lavorare in uno stabilimento industriale, dove fu impiegato come ragioniere e poi come direttore, studiando contemporaneamente il canto con Giuseppe Cima. Dotato di una voce di basso profondo, esordì nel 1883 a Varese con il Guarany di D. J. Gomez. Iniziò, quindi, una carriera che lo portò dai teatri minori italiani, dove interpretò specialmente le parti del conte Rodolfa nella Sonnambula di V. Bellini, del re nell'Aida e di Sparafucile nel Rigoletto di G. Verdi, ai più importanti teatri del mondo. Nella stagione 1886-1887 cantò alla Fenice di Venezia, nel 1888-1889 al Carlo Felice di Genova. Nel 1893 fu scritturato alla Scala di Milano per la prima rappresentazione del Falstaff di Verdi, in cui sostenne la parte di Pistola. Cantò ancora alla Scala, al Carlo Felice, al Costanzi di Roma, al Regio di Torino, interpretando fra l'altro opere wagneriane, quali il Tristano e Isotta e La Valchiria, e opere nuove, quali il Cristoforo Colombo di Alberto Franchetti, la Wally di Alfredo Catalani, l'Ero e Leandro di Luigi Mancinelli. Fu ospite del Covent Garden di Londra, del Teatro Imperiale di Pietroburgo, dei teatri di Berlino, Vienna, Parigi, Montecarlo, New York, Filadelfia, Chicago, Buenos Aires, Montevideo, Avana. A New York, cantò al Metropolitan nella stagione 1895-1896 e al Manhattan negli anni dal 1906 al 1910; a Chicago, prese parte alle stagioni dell'Opera dal 1910-1911 al 1920. In quest'ultima città restò, dopo il ritiro dalle scene, insegnando canto al Fine Arts Building e poi al Chicago Music College.
Morì a Chicago il 15 apr. 1928.
La voce poderosa, la figura imponente, le buone qualità di attore consentirono all'A. di dare forte rilievo a molte parti di basso del repertorio operistico. Oltre che in quelle già citate, cantò in numerosissime opere, fra cui il Guglielino Tell e la Semiramide di G. Rossini, la Norma e I puritani di V. Bellini, la Lucia di Lammermoor, la Lucrezia Borgia, La favorita, il Don Sebastiano e il Poliuto di G. Donizetti, il Nabucco, l'Ernani, il Simon Boccanegra, Il trovatore, La forza del destino, Un ballo in maschera e il Rigoletto di G. Verdi, L'africana, Il profeta e Gli Ugonotti di G. Meyerbeer, la Saffo di G. Pacini, il Faust di Ch. F. Gounod, il Mefistofele di A. Boito, Il re di Lahore di F. Massenet, L'ebrea di F. Halévy, I promessi sposi di A. Ponchielli, la Parisina di P. Mascagni. Sempre frequentissime furono le sue apparizioni nel ruolo del re dell'Aida, personaggio da lui reso con particolare efficacia.
Bibl.: G. E. Schiavo, Italian-American History, New York 1947, p. 232; F. Abbiati, Giuseppe Verdi, Milano 1959, pp. 468, 471, 473, 521; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, p. 38; C. Schmidl, Diz. univer. dei musicisti, Supplemento, p. 39; Enciclop. dello Spettacolo, I, coll. 843 s.