BRONDI, Vittorio
Nacque ad Altare (Savona) il 2 apr. 1863 da Mariano e Giuseppina Berruti. Fece i suoi primi studi a Carcare, nel collegio degli scolopi, per passare quindi a Savona nel liceo Chiabrera. Nel novembre 1882 si trasferì a Torino, ove s'iscrisse alla facoltà di giurisprudenza e si laureò nel 1886. Si dedicò allora allo studio del diritto amministrativo, conseguendo nel 1892 la libera docenza e nel 1895 la cattedra nell'università torinese. Già da questi anni il B. si presenta come uno dei maggiori esponenti di quella corrente rinnovatrice degli studi di diritto pubblico che faceva capo; a V. E. Orlando.
Questa corrente di pensiero, sulla scia della dottrina tedesca, si contrappose alla fine del sec. XIX all'Indirizzo fino ad allora dominante in Italia - che si limitava a spiegare il testo della legge mediante glosse, commentari e repertori e tutto al più tentava qualche generalizzazione che finiva per essere eccessivamente vaga e spesso ovvia -, per sostituire ad esso un indirizzo rigorosamente scientifico in cui il diritto pubblico, al pari del civile, veniva a essere concepito come "un sistema di principî giuridici sistematicamente coordinati" (Giannini), attraverso un approfondimento dei concetti fondamentali e una composizione organica del sistema.
Nel B. l'esigenza di una costruzione rigorosamente giuridica degli istituti di diritto amministrativo si espresse in questi anni nel tentativo di fissare le caratteristiche di alcuni di essi alla luce dell'elaborazione che istituti analoghi avevano ricevuto dalla scienza civilistica, la quale si poteva avvalere di una più antica ed elaborata tradizione di dottrina. Con Le pubbliche amministrazioni e la gestione d'affari (Torino 1895) il B. fornì un saggio di metodo scientifico, delineando la natura delle varie forme della gestione d'affari - gestione d'affari di enti pubblici assunta da estranei, gestione d'affari assunta dall'amministratore pubblico, gestione d'affari altrui assunta da enti pubblici - sulla scorta dei principi e dei concetti fissati per l'analogo istituto civilistico e riuscendo altresì a cogliere, con sicura intuizione, i nessi e i rapporti tra i principi di diritto civile e quelli di diritto pubblico che venivano ad essere fusi in una sintesi razionale il cui risultato ultimo era una visione organica del diritto. Il medesimo metodo il B. usò nel suo studio L'atto complesso nel diritto pubblico (in Studi giuridici dedicati ed offerti a Francesco Schupfer, Torino 1898, III, pp. 553 ss.), nel quale, peraltro, offrì la prima applicazione al nostro diritto pubblico del concetto del Gesammtakt elaborato dalla dottrina tedesca.
L'affinità di intenti dottrinali e di metodologia con V. E. Orlando portò il B. a collaborare alla compilazione del Primo trattato completo di diritto amministrativo italiano, diretto dallo stesso Orlando: scrisse l'ottavo volume, dal titolo La beneficenza legale (Milano 1905). Dei problemi dell'assistenza e della beneficenza pubblica egli si era già occupato con il saggio Sullatutela dell'infanzia abbandonata (in Archivio di diritto pubblico, I[1902], pp. 339 ss.); d'ora in avanti questo campo del diritto amministrativo costituirà il centro dei suoi interessi.
Numerosi sono i suoi lavorisull'argomento: ricordiamo Di alcune recenti pubblicazioni sulle istituzioni pubbliche di beneficenza, (in Riv. ital. per le scienze giun, XLVII [1910], pp. 131 ss.); Frazionamento di opere pie (in Scritti giuridici dedicati ed offerti a G. P. Chironi, Torino 1915, II, pp. 29 ss.); Perun commento alle leggi della pubblica beneficenza (in Atti della R. Accad. d. scienze di Torino, classe di scienze morali, LI [1916], p. 140); La revoca della proposta di riforma delle istituzioni pubbliche di beneficenza (in Rivista di diritto pubblico, XIV[1922], I, pp. 172 ss.); L'unione internazionale di soccorso (ibid., XXI[1929], 1, p. 475); L'ufficio internazionale di assistenza e la Società delle Nazioni (in Studi in onore di O. Ranelletti, Padova 1931, I, pp. 89 ss.); ed infine il corso di lezioni tenuto presso l'Accademia di diritto internazionale dell'Aia nel 1927 (Le service de l'assistance publique dans les relations internationales), pubblicato postumo nei suoi Scritti giuridici (Torino 1934). Al campo dell'assistenza e della beneficenza pubblica il B. dedicò non soltanto la sua attività di studioso: fu anche membro del Consiglio superiore di beneficenza pubblica e relatore per l'Italia ai congressi internazionali di pubblica assistenza di Copenaghen (1910) e di Parigi (1912).
Preside della facoltà di giurisprudenza di Torino dal 1916 al 1919 e rettore della stessa università dal 1922 al 1924, il B. fece parte dal 1917 del Consiglio superiore dell'istruzione pubblica e in seguito ne divenne vicepresidente. In questa veste si dedicò al riordinamento del sovrabbondante, e spesso confuso, materiale legislativo relativo all'istruzione pubblica. Nominato senatore nel 1922, intervenne una sola volta nel dibattito parlamentare con un discorso pronunciato nel 1926 sulla riforma dei decreti regi in materia di pubblica assistenza.
Tra i suoi ultimi lavori è da ricordare il saggio Autarchia (in Atti della R. Accad. d. scienze di Torino, classe di scienze morali, LXII [19271, pp. 225 ss.), nel quale il B. chiarì come il concetto di autarchia potesse essere usato soltanto nel significato di autogoverno e non anche, come erroneamente facevano molti giuristi italiani, nell'altro di autosufficienza.
Il B. morì a Torino il 27 marzo 1932.
Era vicepresidente dell'Accademia delle scienze di Torino, membro della Società internazionale per lo studio delle questioni di assistenza, della Società savonese di storia patria, della Società di legislazione comparata di Parigi e membro onorario dell'Istituto rumeno di scienze amministrative di Bucarest. Il Ruffini ha pubblicato una sua poesia, Noli, dedicata a quella piccola repubblica marinara ligure, di evidente ispirazione carducciana.
Bibl.: C. Schanzer, rec. a V. B., Le pubbliche amministrazioni e la gestione d'affari, in Riv. ital. per le scienze giuridiche, XX (1895), 2, pp. 358-371; S. Pivano, V. B., in Annuario della R. univ. di Torino, anno accad. 1932-1933, Torino 1933, pp. 439-441; F. Ruffini, V. B., in Atti della R. Accad. delle scienze di Torino, classe di scienze morali, LXIX (1933-1934), 1, pp. 29-45 (con elenco completo degli scritti del B.); M. S. Giannini, Profili storici della scienza del diritto amministrativo, in Studi sassaresi, s. 2, XVIII (1940), 2-3, p. 197; Novissimo Digesto Italiano, II, p.584; Enciclopedia Italiana, App., I, p. 321.