LUGLI, Vittorio
Studioso di letteratura francese, nato a Novi, Modena, il 30 settembre 1885; professore universitario dal 1933, ha insegnato fino al 1955 lingua e letteratura francese nell'univ. di Bologna.
Accanto ad opere, di fine interpretazione critica, su classici francesi (Racine, Roma 1926; Due francesi: Flaubert e Chénier, Firenze 1933; Montaigne, Lanciano 1935; Une amitié illustre: Montaigne et La Boétie, Firenze 1935; Il prodigio di La Fontaine, Messina 1939; Jules Renard ed altri amici, ivi 1948; Da Villon a Valéry: Il libro della poesia francese, ivi 1949; Interpretazione di Phèdre, Bologna 1958), ha scritto saggi sulla letteratura italiana specie sui suoi rapporti con quella francese (Dante e Balzac, con altri italiani e francesi, Napoli 1952; Tre mezzi secoli, Venezia 1955; Bovary italiane, Caltanissetta-Roma 1959, ecc.), e si è anche occupato di letteratura inglese (Galsworthy) e spagnola (Cervantes): sempre con un gusto sensibile, delicato, che la sicurezza della visione storicistica tempera con una trepidazione psicologica, con un'ansia di verità morale oltre che estetica (c'è nel L. qualcosa di pascoliano), di cui è specchio anche il suo stile. Delle sue qualità di scrittore sono più diretta testimonianza le pagine a sfondo autobiografico di Il posto nel tempo, I, Torino 1930; II, Milano 1947.