NICCOLI, Vittorio
NICCOLI, Vittorio. – Nacque a Castelfiorentino (Firenze) il 9 aprile 1859, da Pietro e da Adele Ferrini.
Fin dalle scuole elementari studiò in Umbria: a Gubbio, Perugia e infine a Spoleto, dove il padre, ‘maestro di agricoltura’, dirigeva la locale Scuola tecnica e poi l’Istituto tecnico, del quale Vittorio frequentò il primo biennio. La tradizione paterna, legata all’agricoltura, e i primi studi influirono profondamente sulla sua successiva formazione professionale.
Trasferitosi a Padova, nel 1876 ottenne la licenza in agrimensura e nello stesso anno anche quella in fisica-matematica. L’anno successivo fu ammesso alla Facoltà di scienze fisiche, matematiche e naturali e nel 1878 vi conseguì la licenza; contemporaneamente iniziò a produrre i primi scritti. Nel biennio seguente frequentò i corsi della Scuola di applicazioni degli ingegneri di Padova dove, nel 1881, conseguì il diploma di ingegnere civile. L’anno successivo fu assunto presso l’Orto agrario di Padova, quale assistente di Antonio Keller, e conseguì la libera docenza in economia rurale ed estimo, che gli permise di insegnare la materia presso la Scuola normale maschile di Padova. Nel contempo si fece sempre più intensa la sua attività pubblicistica su vari aspetti dell’agricoltura (coltivazioni, allevamento, macchinari, economia agraria, edilizia rurale).
Sposato con Luigia Pecchio, fra il 1886 e il 1902 ebbe otto figli.
Nel 1887 fu chiamato all’Università di Pisa con l’incarico di estimo ed applicazioni al catasto e tre anni dopo, nel 1890, ottenuta l’eleggibilità a professore straordinario di economia rurale ed estimo presso la Scuola di applicazione per ingegneri di Palermo, fu chiamato a insegnare la materia alla Scuola superiore di agricoltura di Milano. Di lì a poco, fu incaricato di economia rurale e di estimo nell’Istituto tecnico superiore di quella città, conservando l’incarico di Pisa. Per vari anni mantenne sia l’insegnamento milanese, sia l’incarico pisano.
Nel 1900 cominciò a esercitare la professione di ingegnere civile e agrario, svolta in successione a Milano e a Firenze. Nel 1902 divenne ordinario di computisteria ed estimo rurale nell’Università di Pisa, lasciando al suo allievo Arrigo Serpieri l’insegnamento milanese, così come la compilazione dell’Annuarioscientifico dei fratelli Treves. A Pisa ebbe anche l’incarico dell’insegnamento di architettura e idraulica rurale e, dopo la morte di Antonio Pacinotti, quello di meccanica agraria; nel 1915 riuscì a istituire in quell’Ateneo una cattedra di ingegneria agraria. Negli anni 1907-09 realizzò il catasto agrario della Toscana per il servizio di statistica.
Ottenne vari importanti riconoscimenti a concorsi e comizi agrari. Ancora studente alternò resoconti di esperienze agricole a novelle e racconti apparsi sulla Illustrazione Italiana. Collaborò in seguito attivamente a vari periodici, tra i quali il già citato Annuario Treves, il Giornale d’agricoltura, industria e commercio di Bologna, Il coltivatore di Casale Monferrato, il Giornale di agricoltura e bestiame di Milano. Progettò macchine agricole, come l’essiccatoio da cereali che ottenne la massima onorificenza al Concorso agrario di Forlì (1884); altre ne collaudò, tra le quali la falciatrice Nebiolo (1916). Ricevette la medaglia d’oro al Comizio agrario di Padova, del 1884. Fu nominato socio corrispondente dell’Accademia dei Georgofili di Firenze nel 1892 e ordinario nel 1905.
I suoi interessi per il mondo rurale lo portarono a occuparsi anche della cooperazione in campo agricolo (Ciuffoletti, 1988): sulla scia di quanto aveva promosso poco prima a Loreggia, nel Padovano, l’economista e amico Leone Wollemborg, fondò nel 1884 a Cambiano, presso Castelfiorentino, la Cassa cooperativa di prestiti che, ancor oggi attiva con il nome di Banca di credito cooperativo di Cambiano, vanta la maggior anzianità tra quelle del suo genere in Italia.
Il modello adottato prima da Wollemborg e poi da Niccoli fu quello ideato dal tedesco Friedrich Wilhelm Raiffeisen per le casse rurali (Raiffeseinkasse), che si diffuse ben presto in varie parti d’Europa (Cacialli - Marconcini, 1984; Ciuffoletti, 1988).
Morì nella sua tenuta di Rimorti, presso Castelfiorentino, il 2 novembre 1917.
Sebbene, all’indomani della sua scomparsa, venisse ricordato come «il più geniale ed eminente economista rurale dei giorni nostri» (Taruffi, 1920, p. 6), nella ripresa degli interessi di studio sulla cultura agraria italiana del secondo Ottocento la sua figura è stata menzionata in maniera marginale, non rendendogli giustizia. Si è messo in evidenza che forse è stata «l’assoluta mancanza di dati biografici e di conoscenze» (Pazzagli, 1988, p. 22) a rendere difficile l’approfondimento della sua opera, collocandola in un contesto più ampio.
La tradizione di famiglia, radicata nella Val d’Elsa di Cosimo Ridolfi, e gli studi compiuti lo portarono all’approfondimento dell’economia agricola e dell’ingegneria rurale, collocandosi in quella ‘scuola agronomica toscana’ che, sorta nel Settecento per merito dell’Accademia dei Georgofili, diede frutti cospicui fino al Novecento. Non a caso in due suoi lavori giovanili (Teoria meccanica dell’aratro, Padova 1884, e Lavoro meccanico della vanga, ibid. 1886, espressione questo della mezzadria) si colgono innegabili influssi della tradizione ridolfiana di Meleto. Fu Niccoli stesso a collocarvisi con quella celebrazione dell’Istituto Agrario di Meleto (Meleto nella storia dell’agricoltura, in Miscellanea storica della Valdelsa, XVII [1909], 48, pp. 73-89), nella quale ebbe a dire che «niun Professore di cose rustiche eleggevasi senza una sua preventiva sosta a Meleto e senza l’approvazione ed il suggello del marchese Cosimo [Ridolfi]» (p. 84). La concezione della scienza agraria che segna tutta la sua opera è stata definita ‘pedagogica’ e lo si avverte fin dai due libri di testo scritti in collaborazione con il padre per gli istituti agrari (poi confluiti in Nozioni di agricoltura ad uso delle scuole agrarie e normali, II ed. riveduta, Padova 1885), con un’impronta divulgativa che si era già manifestata nelle novelle apparse sull’Illustrazione Italiana (Pazzagli, 1988, pp. 26 s.). Ciò trova conferma anche nell’interesse che dimostrò sempre verso le scuole pratiche di agricoltura e il loro ordinamento, specialmente negli anni a cavallo tra Otto e Novecento. Del resto il suo libro più conosciuto, il Prontuario dell’agricoltore e dell’ingegnere agrario (Milano 1897, con una ventina di edizioni fino al 1981), più che opera accademica è stato strumento di lavoro e di consultazione per molte generazioni di agricoltori.
Sotto il profilo economico fu un tenace difensore del libero scambio, come rivelano i suoi saggi in materia dei primi anni Novanta, con ciò denunciando un’ulteriore vicinanza all’Accademia dei Georgofili e in netto contrasto con la scuola economica sostenuta nell’area lombardo-veneta, favorevole invece a una politica protezionistica. Alla tradizione toscana si ricollega inoltre l’interesse per l’idraulica agraria che, fin dall’epoca di Pietro Leopoldo, aveva suscitato una particolare attenzione per le colmate di piano e le sistemazioni di colle. Altrettanto si può dire per la sua attenzione alla chimica agraria che in Toscana aveva avuto come fondatori i georgofili Giuseppe Gazzeri e Giovacchino Taddei (Pazzagli, 1988, p. 25). Va infine ricordato il contributo che diede all’estimo, sia sotto il profilo metodologico sia dal punto di vista storico e bibliografico (Di Fazio, 1988).
Opere: La bibliografia scientifica di Niccoli annovera quasi 120 titoli tra libri, articoli, comunicazioni, voci di enciclopedie (Corinto, 1988, pp. 83-86), ma è forse anche più ampia. Oltre a quelli citati, si ricordano: Economia dei fabbricati rurali, Milano 1892; Falciatrici e falciatura meccanica, ibid. 1894; Economia rurale, estimo e computisteria agraria, Torino 1898; Cooperative rurali, Milano 1899; Saggio storico bibliografico dell’agricoltura italiana dalle origini al 1900, Torino 1902; Costruzione ed economia di fabbricati rurali, Milano 1902; Governo delle acque. Difesa agraria dalle acque, Firenze 1902; Idraulica agraria. Ricerca ad usi agrari delle acque, ibid. 1904; Estimo, in Trattato generale teorico-pratico dell’arte dell’ingegnere civile, industriale e architetto, Milano 1905; Meccanica agraria. Macchine e strumenti per la lavorazione del terreno, ibid. 1905; Meccanica agraria. Macchine e strumenti per la seminagione, concimazione, raccolta e manipolazione dei prodotti, ibid. 1905.
Fonti e Bibl.: Fondo Vittorio Niccoli, presso la sede della Banca di credito cooperativo di Cambiano, a Castelfiorentino (oltre a 30 sue opere a stampa, vi si conservano 4 diplomi di benemerenza e attestati di partecipazione a mostre, esposizioni e concorsi, 14 documenti personali, tra i quali le disposizioni per il suo funerale); D. Taruffi, Commemorazione del prof. V. N., prolusione al corso di estimo rurale per l’a. a. 1917-18 nella R. Università di Pisa, Firenze 1920; P.G. Cacialli, S. Marconcini, Cambiano 1884-1984. Cent’anni di una Cassa Rurale, Castelfiorentino 1984, passim; V. N. uno scienziato valdelsano, Atti del convegno di studio, Castelfiorentino 1986, Ospedaletto (Pisa) 1988, in particolare i contributi di C. Pazzagli, V. N. e l’agricoltura mezzadrile in Toscana nell’800, pp. 21-31; Z. Ciuffoletti, V. N. e la cooperazione in campo agricolo: le casse rurali, pp. 32-40; S. Di Fazio, L’estimo nell’opera di V. N. (Aspetti storici, bibliografici e metodologici), pp. 41-60; G.L. Corinto, Una nota bibliografica, pp. 77-86.