vizzo
Dal senso proprio di " appassito ", e quindi " molle ", " cedevole ", acquista - nel contesto metaforico in cui è adoperato - il valore di " molle ad intendere et agevile " (Buti), reso più evidente dalla contrapposizione a duro: se pensassi come, al vostro guizzo, / guizza dentro a lo specchio vostra image, ciò che par duro ti parrebbe vizzo (Pg XXV 27).
La rima in -izzo (cfr. stizzo, al v. 23) ricorre soltanto un'altra volta, in If XXVII 19-21 guizzo / drizzo / adizzo.