Lenin, Vladimir Ilic
Lenin, Vladimir Il´ič Pseudonimo del rivoluzionario e statista russo V.I. Ul´janov (Simbirsk 1870 - Gorki 1924). Laureatosi in giurisprudenza (1891), visse dal 1889 al 1893 a Samara, poi a San Pietroburgo, maturando l’adesione al marxismo. Nel 1895 fondò il circolo Osvoboždenie truda («Emancipazione del lavoro»), per l’unificazione dei gruppi rivoluzionari, ma venne arrestato e, dopo un periodo in carcere, fu mandato per 3 anni in Siberia. Durante l’esilio si dedicò a studi di economia e storia che culminarono nell’opera Razvitie kapitalizma v Rossii («Lo sviluppo del capitalismo in Russia», 1899). Nel 1900, costretto di nuovo all’esilio, si trasferì a Monaco di Baviera e infine a Zurigo. Scoppiata la rivoluzione, raggiunse la Russia nell’aprile del 1917, adoperandosi per l’abbattimento del governo zarista e diffondendo le sue ‘tesi di aprile’. Suoi gli obiettivi della distribuzione della terra ai contadini e del passaggio del potere ai soviet. Capo del governo dal novembre 1917, siglò la pace con la Germania nel marzo del 1918. Diede grande impulso alla fondazione dell’Internazionale comunista (1919). Nel 1921 lanciò la Nuova politica economica (➔ NEP). Colpito da paralisi nel 1922, continuò a seguire gli sviluppi dello Stato sovietico, denunciando la burocratizzazione del partito e dello Stato. I suoi scritti sono raccolti in Sočinenija («Opere»), 55 voll. (1958-65).