NABOKOV, Vladimir Vladimirovič (pseudon. Sirin)
Scrittore e poeta russo, nato a Pietroburgo il 23 aprile 1899; lasciata la Russia nel 1919, visse in Inghilterra, Germania, Francia; nel 1940 si trasferì negli S. U. A. È noto come uno dei più perfetti stilisti moderni sia nella lingua materna, sia in inglese. Gli studî compiuti a Cambridge e Berlino e l'influenza, anche se lieve, di Proust, Kafka, Céline e degli espressionisti tedeschi, hanno fatto di lui fin dagl'inizî il meno russo degli scrittori russi moderni. Dal 1948 è docente di letteratura russa alla Cornell University di Ithaca, N. Y.
Iniziò come poeta, ma non ebbe successo; né migliore esito ebbero due romanzi a sfondo sessuale (Maèen-ka, Berlino 1926; Korol′, Dama, Valet "Re, Dama, Valletto", ivi 1927). Si affermò decisamente solo con il romanzo Zaèčita Lužina ("La difesa di Lužin", Berlino 1930), assai apprezzato sia dal punto di vista psicologico sia da quello stilistico; seguirono varî romanzi (Kamera obskura, "Camera oscura", Berlino 1932; Otčajanie, "Disperazione", 1934; Priglaèenie na kazn′, "Invito ad una esecuzione", 1936; Dar, "Il dono", 1937), una serie di racconti e due drammi, di cui Sobytie ("Un avvenimento", 1938) ebbe notevole successo quando fu rappresentato a Parigi. Tutti questi romanzi di N., costruiti come una partita a scacchi di cui l'autore ama mostrare gli accorgimenti e i trucchi, presentano un mondo costituito di tipi anormali, molti dei quali ossessionati dal problema della creazione artistica. L'ultimo libro scritto in russo da N. è l'autobiografico Drugie berega ("Altre rive", 1954), nuova rielaborazione della precedente autobiografia scritta in inglese (Conclusive evidence, 1951). Nel 1952 N. ha pubblicato una raccolta di versi scritti dopo il 1930.
Dal 1941 con The real life of Sebastian Knight, il cui protagonista è in parte di origine russa, N. entra nella letteratura americana, cominciando a pubblicare in inglese. Del 1947 è Bend Sinister, che utilizza, pare, le idee di una satira politica (Solus rex) iniziata in russo e rimasta incompiuta; seguono una serie di racconti e schizzi (pubblicati nella rivista New Yorker negli anni 1954-56), legati fra loro da un personaggio comune: un professore russo, Timofej Pnin, in una università americana (Pnin, New York 1957; trad. ital., Milano 1959); e, infine, l'audacissimo romanzo Lolita (pubbl. dapprima, semiclandestinamente, a Parigi nel 1955; trad. ital., Milano 1959), che ha destato grande clamore in America e in Europa: crudele e sottile, letterariamente abilissima, rappresentazione d'un fosco dramma sessuale.
Ha pubblicato successivamente Invitation to a beheading (New York 1959).
Bibl.: G. Struve, Russkaja literatura v izgnanii. Opyut istoričeskogo obzora zarubežnoj literatury, New York 1956.