VOISENON, Claude-Henri de Fusée, abbé de
Poeta e commediografo francese, nato nel 1708 al castello di Voisenon, nelle vicinanze di Melun, e morto nel 1775. Avviato alla carriera ecclesiastica senza vocazione, la seguì di mala voglia; vicario generale del vescovo di Boulogne e designato a succedergli, preferì tornarsene a Parigi dove, già antecedentemente, lo aveva introdotto nei ritrovi letterarî e mondani una sua protettrice, la signora Doublet. Nutriva egli, infatti, una spiccata tendenza alla poesia leggiera, fatua e galante, consona ai gusti dei tempi; e lo incorava ad essa il Voltaire, che gli fu sempre amico indulgente e benevolo e che gli dischiuse anche le porte dell'Académie française nel 1763.
I suoi petits vers, e la sua vita non irreprensibile, specie dopo la sua liaison con la signora Favart, non gli avrebbero certo conciliato il favore di un più vasto pubblico, se a ciò non avesse contribuito il suo teatro comico, di cui è da rammentare almeno La coquette fixée (1746), commedia in versi, la sua migliore, nella quale, se pure a grande distanza per valore artistico e per finezza di tocco, egli arieggia il fare del Marivaux nell'impostazione generale, nella dipintura dei caratteri, nell'analisi psicologica.
Opere: Œuvres complętes, 1781, in 5 volumi, che comprendono i Contes licencieux: Le Sultan Misapouf, 1746, voll. 2; Zulmis et Zelmaïde, 1747; L'Histoire de la félicité, 1751, ecc.; e le Œuvres dramatiques: Le Retour; L'Heureuse Ressemblance; L'École du monde, 1739; L'Ombre de Molière, La Coquette fixée, 1746; Les Mariages assortis, 1744.
Bibl.: A. Taphanel, Voisenon à Cauterets (1761), 1878; G. Desnoiresterres, Épicuriens et lettrés, XVIIe et XVIIIe siècles, Parigi 1879; Casanova, Mémoires, 1887, voll. 2.