VOISIN, Catherine Deshayes vedova Monvoisin, detta la V
Fu una famosa strega di Parigi del sec. XVII. Si procurò una grande popolarità col dare a intendere di essere capace di riconciliare gli amanti, di far vincere al giuoco, di far trovare tesori nascosti, di conservare la giovinezza. Fu di costumi leggieri, ma forse si esagerò sulla sua dissolutezza. Riuscì ad attirare nella sua casa anche grandi personaggi, che le fornirono i mezzi per una vita fastosa. Fu vittima della sua fama: poiché morti subitanee e anche pubbliche sciagure furono attribuite ai sortilegi e ai veleni da lei fabbricati. Nonostante le amicizie che essa vantava (era suo amico, tra gli altri, il La Fontaine), nel 1679 fu arrestata e mandata alla Bastiglia. L'11 febbraio 1680, fu istituita una "camera ardente" per la strega e i suoi complici: questi furono condannati a pene di minore o maggiore gravita; solo la V. fu condannata a morte. Anche negli ultimi giorni di vita diede prova di empietà e di dissolutezza. Il 22 febbraio 1680, salì il rogo: morì, com'era vissuta, bestemmiando e imprecando. Madame de Sévigné nelle sue lettere ne ritrasse la fine.