volare
Un riferimento diretto alla facoltà degli uccelli e di altri animali alati di " muoversi in aria ", staccati dal suolo, compare in Vn XXIII 24 52 Poi mi parve vedere... / cader li augelli volando per fare (anticipato al § 5). Negli altri casi in cui è usato a proposito del volo di uccelli, il verbo ricorre solo in contesti figurati o in similitudini: Cv IV VI 20 Meglio sarebbe a voi come rondine volare basso, che come nibbio altissime rote fare; Pg XXIV 66 li augei che vernan lungo 'l Nilo, / alcuna volta in aere fanno schiera, poi volan più a fretta e vanno in filo; e così in XXV 11 e XXVI 44. Forse in Pd XVIII 45 com'occhio segue suo falcon volando (il gerundio ha valore di participio presente), il verbo ha l'accezione di " ghermire in volo " la preda, che gli era propria nel linguaggio tecnico della falconeria e che, sia pure in modo non molto perspicuo, compare in Boccaccio Dec. X 9 21 " messer Torello... fatti venire i suoi falconi, ad un guazzo vicin... menò [i suoi ospiti] e mostrò loro come essi volassero ". Si ricordi infine la variante volan per vegnon [le colombe] di If V 84, su cui v. Petrocchi, ad locum.
In If IV 96 quel segnor de l'altissimo canto / che sovra li altri com'aquila vola, il volo dell'aquila è assunto a celebrare la superiorità dello stile tragico, da Omero iniziato e rappresentato, sugli altri stili (per altre interpretazioni del passo, assai discusso, v. AQUILA).
Il volo offre la possibilità di spostarsi celermente o di superare con agevolezza forti dislivelli. Di qua alcuni esempi, nei quali il verbo, pur conservando il valore proprio, viene usato in contesti diversi da quelli esaminati. Mentre D. sosta sulla spiaggia del Purgatorio, apparve... / un lume per lo mar venir sì ratto, / che 'l muover suo nessun volar pareggia (Pg II 18; " si noti l'uso dei due infiniti, a indicare oggetto-immagine in movimento ", Mattalia). Rivolgendosi a Maria, s. Bernardo riconosce che qual vuol grazia e a te non ricorre, / sua disïanza vuol volar sanz'ali (Pd XXXIII 15), " il suo desiderio è vano ", " pretende l'impossibile "; l'immagine del volar sanz'ali per designare una pretesa assurda, era comunissima negli scrittori del Duecento (v. Barbi, Problemi I 254), tanto da poter essere considerata un modo proverbiale, ma ha lontane ascendenze letterarie (si pensi, ad esempio, a Plauto Poenulus 741 " sine pennis volare haud facile "; Asinaria 79 " Age sis, tu sine pennis vola "). Nell'ambito di un più ampio discorso, tutto intessuto di un lessico sospeso fra l'uso proprio e il metaforico, a un'immagine simile ricorre la Vecchia per uno dei suoi cinici consigli: la donna pensi a pelare l'amante, cioè a sfruttarlo più che può, infin ch'egli aggia penna in ala o in dosso / ... ched e' non si ne possa mai volare, non si possa più " risollevare " dalla miseria (Fiore CLXXIV 4). Il verbo conserva il valore proprio nell'osservazione fatta da D. per render l'idea di quanto fosse ripida la parete della montagna del Purgatorio: montasi su in Bismantova e 'n Cacume / con esso i piè; ma qui convien ch'om voli (Pg IV 27). E si veda anche Fiore I 5.
In senso estensivo, v. compare a proposito di altri esseri che il mito pagano, la tradizione cristiana o la fantasia popolare immaginano forniti di ali. Di qua l'accenno a Dedalo come a quello / che, volando per l'aere, il figlio perse (Pd VIII 126), la descrizione dell'amoroso affollarsi di creature angeliche in continuo moto fra la luce di Dio e la candida rosa (Pd XXXI 20 Né l'interporsi tra 'l disopra e 'l fiore / di tanta moltitudine volante / impediva la vista e lo splendore; altro esempio al v. 4), la garbata immagine del genietto alato come un amorino della poesia classica, in Rime LVI 6 sovr'a lei vidi volare / un angiolel d'amore umile. Anche i diavoli custodi dei barattieri sono alati: anzi, tutta la parte finale dell'episodio, dal momento in cui Ciampolo li beffa a quando Barbariccia soccorre Alichino e Calcabrina caduti nella pece, è scandita dalla rappresentazione ironica dei loro voli (If XXII 129, 134 e 146).
Il senso estensivo è più chiaro quando v. è riferito a oggetti che, scagliati nell'aria, vi trascorrono rapidamente: Pd II 24 in tanto in quanto un quadrel posa / e vola e da la noce si dischiava; e così Fiore CCXXV 7. Anche le voci di spiriti invisibili che gridano esempi di carità nella cornice degl'invidiosi ‛ volano ' per l'aria: Pg XIII 28 La prima voce che passò volando / ‛ Vinum non habent ' altamente disse; e così al v. 25. Nonostante l'apparente analogia, il verbo è usato in senso diverso in XXXIII 83 sovra mia veduta / vostra parola disïata vola; qui infatti D. vuol dire che le parole di Beatrice, allusive al prossimo avvento del DXV, " si sono innalzate " al di sopra della sua capacità intellettuale. E con il valore di " levarsi in alto ", " spaziare ", lo usa s. Bernardo per invitare D. a contemplare la candida rosa: vola con li occhi per questo giardino (Pd XXXI 97).
Può significare " muoversi, procedere molto velocemente ". Se ne ha un esempio, in senso proprio, nella descrizione dei congegni di un orologio, i quali si giran sì, che 'l primo... / quïeto pare, e l'ultimo che voli (Pd XXIV 15); allude al rapido trascorrere del tempo, in Pg XX 39 quella vita ch'al termine vola.
Già nella Bibbia l'elevazione spirituale dell'anima alla virtù e alla contemplazione di Dio era stata espressa mediante l'immagine del volo (cfr. Is. 40, 31 " qui... sperant in Domino... adsument pennas sicut aquilae "). Analoghe metafore ricorrono in Pg X 126 noi siam vermi / nati a formar l'angelica farfalla, / che vola a la giustizia santa schermi; XII 95, Pd X 74.