VOLCI
. Potente popolo celtico, che occupava nella Gallia meridionale la regione poi detta Linguadoca. I Volci si fissarono verso il 400 a. C. in questo paese di antica civiltà ibero-greca: li vediamo imitare le monete d'argento delle colonie marsigliesi di Rosas e di Ampurias e alcune opere statuarie (il guerriero di Grézan, Museo di Nîmes). Gli storici di Annibale non parlano che di un solo popolo, i Volcae: ma al tempo dei Cimbri, i Volci di Tolosa sono chiamati Volci Tectosagi. La separazione in due rami, i Volci Tectosagi e i Volci Arecomici, deve essere dunque avvenuta fra il 218 e il 105 a. C. I primi occupavano gran parte degli odierni dipartimenti dell'Alta Garonna, Aude, Ariège, Pirenei orientali, e la loro capitale era Tolosa. Altri Volci Tectosagi dimoravano in Galazia, altri a occidente della Boemia. Cesare dice che questi ultimi erano emigrati dalla Gallia: ma possono essere anche una parte ivi rimasta dei Volci, venuti nella Gallia dalla Germania.
I Volci Arecomici occupavano gli attuali dipartimenti dell'Hérault e del Gard e la loro capitale era Nemausus (Nîmes). Plinio segnala 24 oppida di minore importanza sottoposti all'autorità di Nîmes. I Volci Arecomici presero parte alla ribellione della Narbonese contro Roma nel primo quarto del sec. I a. C., poiché vediamo Pompeo dare ai Marsigliesi parte delle loro terre. Un'iscrizione di Arles c'informa dell'esistenza di un praetor Volcarum.
Bibl.: O. Hirschfeld, in Corp. Inscr. Lat., XII, pp. 346 e 626; C. Jullian, Histoire de la Gaule, II, Parigi 1909, p. 503 seg.