VOLGA (A. T., 66-67, 69-70 e 73-74)
Il Volga è il maggior fiume d'Europa, il cui corso si svolge per intero attraverso la parte centro-settentrionale e orientale della grande pianura russa. Detto Rha dagli antichi ed Ethil o Itíl dai Tatari, è divenuto nella tradizione russa ora la "Santa Volga", ora la "Piccola Madre Volga". Lungo 3700 chilometri, il Volga si svolge per 16 gradi di latitudine, raccogliendo le acque di un bacino della superficie di un milione e mezzo di chilometri quadrati. Scendono a esso oltre 130 affluenti, alcuni dei quali sono fra i maggiori corsi d'acqua della Russia, e cioè la Samara, l'Oka e la Kama, questa più lunga del Reno; sicché il Volga è l'arteria principale di una grandiosa rete di navigazione di circa 18.000 chilometri, collegata attraverso due sistemi di canali al Baltico e al Mar Nero.
Le sorgenti del Volga si trovano presso il villaggio di VolginoVerchovie nel Rialto del Valdai, il nodo idrografico più importante di tutta la Russia, a un'altitudine di 270 m. circa. Esso ha dapprima una direzione incerta e attraversa numerosi laghetti e paludi; fra i primi sono i due laghi Verchit, lo Sterrž, lungo quindici chilometri, il Volga. Oltre il villaggio di Chotosino, dopo superato uno sbarramento costruito nel 1843, il Volga riceve la Seližarovka, emissario del lago Seliger, e diventa navigabile, per quanto grossi blocchi di pietre e l'irregolare portata oppongano delle difficoltà al transito delle barche. Sino a Kalinin (Tver′) il corso del Volga ha inciso la massa dei calcari del Carbonico, i quali, essendo molto fessurati, assorbono una quantità notevole di acque, riducendo alquanto non solo la portata degli affluenti, ma altresì quella del corso principale. Dopo la cittadina di Ržev il Volga, che ha la direzione di sud-est, descrive una larga curva e prende la direzione di NE., che mantiene sino a Kalinin; quivi, ricevuta da sinistra la Tverca, volge di nuovo in direzione di SE. per riprendere, dopo non molto, quella di NE., che manterrà sino alla confluenza con la Mologa. Da questo punto sino a Gor′kij (Nižnii-Novgorod) il Volga, che scorre fra due rive basse entro le sue stesse alluvioni, volge costantemente a SE. Da Kalinin a Gor′kij esso riceve da sinistra la Šeksna, la Kostroma e l'Unža, mentre gli affluenti di destra sono di poco conto; nello stesso tratto esso bagna le città di Kalinin, Kimry, Rybinsk, Jaroslavl′, Kostroma, Kinešma. A Kalinin lo attraversa la linea ferroviaria Leningrado-Mosca; a Jaroslavl′, la linea MoscaVologda-Arcangelo, e, poco a monte di Gor′kij, la linea per Viatka (Perm′-Sverdlovsk).
A Gor′kij il Volga, ricevuto il suo più importante affluente dopo la Kama, l'Oka, assume sino a Kazan′ la direzione prevalente di E. L'Oka, corso d'acqua lunghissimo; aumenta in modo considerevole la portata del Volga, che appunto verso Gor′kij tende a diminuire poiché una parte delle sue acque sono assorbite dal terreno poroso e permeabile attraverso il quale scorrono. Da Gor′kij a Stalingrad il Volga è costantemente fiancheggiato, a destra, dalle ondulazioni che formano l'orlo settentrionale e orientale dell'altipiano noto con il nome di alture del Volga, e così la riva destra rimane sempre elevata, mentre quella sinistra si mantiene bassa e soltanto in alcuni tratti, fra Kazan′ e Samara, è accompagnata da lontano dalle prime propaggini della regione preuralica, che disegnano sull'orizzonte una linea di basse colline dalle cime arrotondate. Oltre Gor′kii il Volga riceve da destra la Sura, e quindi, subito dopo, la Vetluga da sinistra. Lungo la sponda sinistra sorge Čeboksary, capoluogo amministrativo della provincia autonoma dei Ciuvasci. A Kazan′ si dirige a sud per piegare, dopo Stavropol′, decisamente a est, e quindi, raggiunta Samara, tornare verso ovest, direzione ch'esso manterrà sino a Syzran′. Per tale modo il Volga descrive come un grande risvolto attorno a una bassa ondulazione collinosa. Oltre Syzran′ e sino a Stalingrad, l'antica Caricyn, il Volga scorre in direzione di SO., sempre lambendo da sinistra le alture del Volga. Nel tratto da Kazan′ a Stalingrad il Volga riceve il suo maggior affluente, la Kama; quindi la Samara e, di fronte a Vol′sk, l'Irgiz. Le città più importanti sono, lungo la sponda sinistra, Samara, detta ora Kujbyšev, ed Engels, capitale della repubblica autonoma dei Tedeschi del Volga, e, lungo la sponda destra, Uljanovsk, già detta Simbirsk, Syzran′, Saratov, Kamyšin, Stalingrad. Dopo questa città il Volga, che è ormai distante poche decine di chilometri dal Don, si dirige al Mar Caspio assumendo la direzione di SE. È questo l'ultimo tratto di corso del grande fiume, formato da numerosissimi bracci, molti dei quali si perdono in paludi e acquitrini prima di raggiungere il delta terminale, lungo quasi 500 chilometri, con circa un centinaio di bocche e una fronte di ben 200 chilometri.
Il Volga, il quale sino a Gor′kij ha percorso la regione che fu invasa dalla grande ghiaccia scandinava, entra, dopo Kazan′, nella regione delle terrenere (černozem) e quindi nella regione delle steppe. L'aspetto del paesaggio varia perciò, soprattutto col mutare del tipo di vegetazione. Alle grandi foreste di conifere, che accompagnano il corso superiore, seguono i boschi di piante latifoglie, e poscia le distese delle formazioni erbacee, proprie della steppa, finché, da Stalingrad ad Astrachan′, il Volga percorre una regione pressoché desertica.
La larghezza del Volga all'altezza di Kalinin è di 200 metri; essa aumenta via via a 850 m., 1500 m., 2500 m., e presso la foce raggiunge i 3000 m. La portata media, che è di 4830 metri cubi verso l'alto corso, sale a 8303 metri cubi a Samara e a 21.218 presso Dubovka. Durante la piena del 1915 si misurarono a Saratov circa 51.000 metri cubi. I più alti livelli si raggiungono a primavera all'epoca del disgelo, ed è codesto il periodo in cui si possono avere straripamenti prolungati, durante i quali le acque del Volga inondano zone vastissime. Perciò città e villaggi sono stati costruiti di preferenza lungo la sponda destra, mentre lungo la sinistra i centri abitati si sono sviluppati sui pochi punti elevati, come Samara, o assai lontano dalle rive del fiume, come a Kazan′. Il congelamento delle acque del Volga dura circa sette mesi lungo il corso superiore, da sei a cinque mesi fra Saratov e Stalingrad, e per lo meno tre mesi ad Astrachan′; molto spesso i blocchi di ghiaccio si spezzano e si accumulano in masse imponenti. Via via che si procede lungo il corso del Volga i bracci e canali naturali si moltiplicano e diventano sempre più numerose le isole, di forma allungata e spesso di grande superficie; ora spoglie di ogni vegetazione, ora coperte di erbe, di cespugli e anche di piante; la navigazione non è quindi sempre molto facile anche per l'esistenza di bassifondi, che mutano spesso la configurazione dell'alveo, la cui profondità è di 14-16 metri, ma che là dove la corrente è più debole si riduce a volte a un metro. I piroscafi e rimorchiatori debbono perciò seguire con molta cura la rotta indicata da boe rosse e bianche e procedere per lunghi tratti con continue accostate a destra e a sinistra.
I divagamenti del corso principale dànno anche luogo a bracci morti, a laghi relitti e ai cosiddetti zatony, specie di strette insenature, disposte parallelamente al fiume e con l'apertura verso valle, e che servono quindi al ricovero dei battelli e dei piroscafi durante la stagione invernale.
Il continuo incalzare della corrente contro la sponda destra, più elevata, fa sì che questa venga via via sempre più corrosa e quindi sono continui gli smottamenti e le frane. La sponda destra è così quasi sempre ripida, scoscesa, con una spiaggia brevissima, cosparsa di blocchi di roccia, che precipitano dai fianchi delle colline. La roccia, di colore grigiastro e più di rado rossastro, appare quasi sempre stratificata, con evidenti segni dell'erosione delle acque superficiali, che con detrito di falda, terriccio e ciottolame, costituiscono spesso delle piccole conoidi. Non di rado le ondulazioni collinose, orientate in senso normale al corso del fiume, appaiono troncate in modo netto, quasi fossero state tagliate dall'opera dell'uomo; altre volte il continuo regresso della linea di spiaggia, provocando frane sempre maggiori, distrugge quasi per intero le colline, riducendole a una sottile parete, dietro la quale si aprono piccole valli, sui cui fianchi sorgono piccoli gruppi di abitati.
Il Volga, fiume leggendario, fonte inesauribile di soggetti sentimentali e drammatici, sogno di poeti, di pittori e di musicisti, è ormai meccanizzato: piroscafi, rimorchiatori, motoscafi, chiatte in ferro con grosse gru, e fari e boe automatici. La navigazione con piroscafi comincia a Rybinsk e per raggiungere Gor′kii, distante 500 chilometri, s'impiegano una quarantina di ore e si toccano venticinque scali. Da Gor′kii a Stalingrad sono 1752 chilometri, che richiedono 94 ore di viaggio, mentre occorrono altre 29 ore per coprire i 500 chilometri che separano Stalingrad da Astrachan′, termine della linea navigabile del Volga, lunga complessivamente 2750 chilometri. Da Gor′kij a Stalingrad si contano 66 scali. Vi è poi la linea del sistema KamaVolga, lunga 2655 km. con 54 scali. I servizî gestiti dal Narkomvod o "Commissariato del popolo per la navigazione" funzionano dal maggio all'ottobre.
Il Volga, per quanto sbocchi in un mare chiuso, ha per la Russia importanza capitale come via di comunicazione. Durante il Medioevo esso univa l'Europa Orientale e Centrale all'India e alla Cina, poiché lungh 'esso scendevano mercanti normanni, affiliati alla lega anseatica, e negozianti di Novgorod la Grande, i quali si incontravano con trafficanti chazari, mongoli e persiani. Nella regione del Medio Volga fiorirono dapprima il regno dei Bulgari del Volga, poi il khanato tataro di Kazan′, mentre lungo il corso inferiore gravitava la potenza del regno dell'Orda d'Oro e più tardi si affermò l'altro khānato tataro d'Astrachan′. Sul finire del Medioevo si accese sulle sue rive la lotta fra gli zar, che ne ambivano la conquista, e le bande di ribelli e di briganti, che vi imperavano. Abbattuti da Ivan il Terribile i khānati di Kazan′ e di Astrachan′, cominciò la lotta contro i liberi Cosacchi e i Raskol′niki, e contro i predoni, che obbligava i mercanti a formare grossi convogli di barche e battelli sotto la protezione di uomini armati. Le insurrezioni, le ribellioni furono frequenti, e alcune, capitanate da gente come Stenka Razin nel sec. XVII ed E. Pugačev nel successivo, sono rimaste celebri per le distruzioni, i saccheggi e le feroci repressioni. Con l'andar del tempo i grandi proprietarî e lo stato colonizzarono il paese, chiamando contadini e operai russi e stranieri, pacificando le popolazioni indigene. I Cosacchi, più turbolenti, furono respinti verso oriente e verso mezzogiorno. Sotto la protezione delle città fortificate cominciò una nuova vita per le popolazioni rivierasche. I legnami giungevano in lunghi convogli di zattere dalle regioni forestali; il frumento, il sale, il pesce, la nafta risalivano dal Caspio; tutte queste merci, alle quali si univano i prodotti del lavoro dei kustari (coltelli, serrature, stivaloni, berretti), si concentravano nella grande fiera di Nižnij Novgorod (Gor′kij). E se i piroscafi delle società Samolet, Kavkaz i Merkurij, Volga-Kama percorrevano nei due sensi il fiume, ben 300.000 persone (burlaki), stentavano la vita, trascinando i navigli lungo le rive. E sulle alture dei Žiguli i ricchi mercanti delle città del Volga avevano costruito le loro opulenti ville. La rivoluzione e la guerra civile infierirono sul grande fiume: ponti distrutti, intere flottiglie incendiate, città rovinate o aspramente contese, finché l'armata russa, con l'aiuto delle torpediniere, trascinate attraverso canali e fiumi dal Baltico, ricacciò oltre gli Urali le truppe di Kolčak.
Dopo tali eventi si è iniziata l'opera di riorganizzazione dei servizî del Volga; e ora è in atto un vasto piano di utilizzazione di tutte le risorse economiche che il Volga offre. Oltre alla costruzione del canale dal Volga al Don, sarà migliorato il collegamento da Gor′kij a Mosca con una via navigabile per forti tonnellaggi lungo la Kljasma, e quello da Mosca a Rybinsk con un canale di 134 chilometri e 7 chiuse (questo canale è stato aperto al traffico nel maggio 1937); un collegamento di minore importanza risalirà l'Oka e la Moscova. Rybinsk, Gor′kij, Kazan., Kujbyšev, Saratov, Stalingrad e Perm′ sulla Kama avranno ognuna un grande porto, mentre Leningrado e Astrachan′ saranno gli estremi del sistema di navigazione del Volga. Sette grandi centrali elettriche saranno costruite lungo il Volga e altre tre lungo la Kama. Le centrali di Gor′kij e Jaroslavl. avranno una potenza da 400.000 a 500.000 kW. ognuna. A Kamyšin si costruirà uno sbarramento lungo 2 chilometri con quattro chiuse per il passaggio dei battelli, e la centrale idroelettrica avrà 24 turbine di 50.000 kW. l'una; inoltre lo sbarramento servirà a deviare le acque del Volga per irrigare le steppe della sponda sinistra. Il corso inferiore del fiume è uno dei distretti pescherecci più caratteristici e importanti del mondo. I pescatori sono più di 50. o00, ma oltre 60.000 persone sono occupate nelle industrie dipendenti dalla pesca. Il prodotto si aggira intorno alle 400.000 tonnellate annue, tuttavia i pesci sono danneggiati da rifiuti di nafta e di olî pesanti usati dalle navi. Le specie più note sono lo storione, di cui esistono due varietà, che dànno l'una il caviale nero e l'altra il caviale bianco, e il salmone bianco e rosso.
La regione del Medio Volga.
La regione del Medio Volga (A. T., 66-67- e 69-70) o, secondo una recente (1935) denominazione, di Kujbyšev, dal nome della città capoluogo, già detta Samara, è una delle divisioni amministratim ed economiche della parte europea dell'U.R.S.S. La sua superficie è di 130.428 kmq., compresi 24.526 kmq. della provincia autonoma dei Mordvini, annessa ad essa; prima della recente modificazione vi era pure il circondario industriale di Orsk, passato ora con altri territorî alla nuova provincia di Oremburgo. La regione di Kujbysev, limitata a nord dalla regione di Gor′kij, dalla provincia autonoma dei Ciuvasci, dalla repubblica autonoma dei Tatari, a NE. dalla provincia di Oremburgo, a S. dalla regione di Saratov, a ovest dalla provincia di Mosca, si estende sulla parte settentrionale delle Alture del Volga, e sulle prime propaggini occidentali dell'Urale Selvoso; entro la grande curva che il Volga disegna fra Stavropol′ e Syzran′ s'innalzano i Žiguli, rilievo collinoso molto caratteristico, coperto di boschi di conifere e di querce. Il clima è rigido nell'inverno e piuttosto caldo nell'estate; nel SE. poi le piogge sono molto scarse. L'idrografia è rappresentata da un lungo tratto del Volga e da due suoi importanti affluenti, la Sura e la Samara. La popolazione conta 5.377.400 ab., compresi 1.414.600 ab. della provincia dei Mordvini. Principali occupazioni sono l'agricoltura e l'industria forestale. La regione è attraversata dalla ferrovia Mosca-Syzran′-Kuibyšev e da alcune sue diramazioni. Centro urbano importante, dopo Kujbyšev, Peuza′ Uljanovsk, è Syzran′.