BRAUN, Volker
Scrittore tedesco, nato a Dresda il 7 maggio 1939. Figura di spicco nel panorama letterario della Repubblica Democratica Tedesca, ha seguito, al pari di altri, la parabola che va dall'adesione più o meno ortodossa all'ideologia marxista all'esplicita critica nei riguardi del socialismo reale, considerato però non da una posizione di rigetto o anche solo di sospetto di successiva acquisizione, bensì dal suo stesso interno, su una linea continua che resiste nonostante le molteplici difficoltà subite da parte della censura e che costituisce l'unica saldatura fra le varie fasi d'una vasta produzione.
B. ha iniziato come lirico (Provokation für mich, 1965), con chiare ascendenze majakowskiane nella pateticità del tono e con lo spirito attivistico di sapore brechtiano tipico dell'impaziente neofita. Non provoca frattura la successiva raccolta (Wir und nicht sie, 1970), dove però già il titolo, allusivo a un più complesso influsso klopstockiano, segnala la nuova disposizione a coinvolgere il presente della Repubblica Democratica sia su piano storico sia su dimensione sovranazionale, con già avvertibili venature d'insoddisfazione. In un clima diverso, col chiaro passaggio a un momento riflessivo, si colloca la terza raccolta (Gegen die symmetrische Welt, 1974), su traccia hölderliniana già nel titolo, nella quale la sollecitazione verso il progresso della società e dell'uomo-lavoratore nel suo seno non viene offuscata bensì dialetticamente commisurata ai reali ostacoli negletti nell'iniziale entusiasmo. Sulla stessa linea, però su uno schermo tematico assai più vasto e aggiornato e con esiti poeticamente fra i più elaborati ma anche fra i più felici, è la raccolta di liriche e di prose poetiche Training des aufrechten Gangs (1979).
Come narratore B. ha cominciato a segnalarsi già in tempo di rettifica rispetto all'ancor recente passato; e, nonostante non sia questo il genere da lui prediletto, almeno in un caso, nella breve Unvollendete Geschichte (1975), è riuscito a dare una manifestazione probante del proprio ardimento critico nonché della sua attitudine al dire di forte comunicatività rispetto a un tema tenue eppure fondamentale quale quello della libertà dei sentimenti e della prevaricazione, comunque motivata, a loro danno. E anche il successivo Hinze-Kunze-Roman (1985) diviene occasione per stigmatizzare apertamente tutte le formulazioni dogmatiche e stereotipate della pubblicistica ufficiale.
Molto travagliata è la vicenda di B. proprio nel genere da lui prediletto e più insistentemente coltivato, cioè il teatro, dove più a lungo che nella lirica rimane forte l'orma brechtiana, con persistenti rimbalzi fra resa realistica e parabola, su tematiche quasi tutte legate al mondo del lavoro nella Repubblica Democratica, d'una società cioè in cui l'autore sempre più stenta appieno a riconoscersi, esternando disagio e disapprovazione. Fra i vari titoli Freunde (1971), Die Kipper (1972), Hinze und Kunze (1973), Tinka (1975), Schmitten e Simplex Deutsch (1981), nonché l'inedito Übergangsgesellschaft (in prima a Brema, 1987).
L'opera lirica e narrativa di B. è pubblicata dal Mitteldeutscher Verlag di Halle, con alcune licenze per la Repubblica Federale concesse all'editore Suhrkamp di Francoforte.
Bibl.: Fr. J. Raddatz, Traditionen und Tendenzen, Francoforte s.M. 1972, pp. 167-211 e 413-62; AA.VV., V. Braun, Monaco 1977; D. Mugnolo, ''Zum allmählichen Schlag ins Kontor der Geschichte''. La poesia di V. Braun, in Studi tedeschi, 1981, pp. 135-63; J. Rosellini, V. Braun, Monaco 1983; U. Profitlich, V. Braun, ivi 1985; I. Wallace, V. Braun: Hinze-Kunze-Roman, in Die Literatur der DDR 1976-1986, Pisa 1988, pp. 159-68; A. Subiotto, V. Braun, Rimbaud und die DDR, ibid., pp. 241-52; G. Badia, Über V. Brauns Dramatik, ibid., pp. 347-54.