volubile
Per far notare come nel verbo ‛ auieo ' sono presenti tutte e cinque le vocali, ma secondo un ordine diverso da quello occupato nell'alfabeto, D. dice: ‛ auieo '... è fatto... di sole cinque vocali... e composto d'esse per modo volubile... Ché cominciando da l'A, ne l'U quindi si rivolve, e viene diritto per I ne l'E, quindi si rivolve e torna ne l'O (Cv IV VI 3).
Nel latino classico volubilis è talora assunto per qualificare un corpo fornito di un moto rotatorio; cfr. Cic. Nat. deor. II XVII 46 " se non posse intelligere, qualis sit volubilis et rotundus deus ", cioè " non comprendere come un moto circolare continuato e una forma rotonda possano essere considerati attributi di una divinità "; Virgilio Aen. VII 382 " volubile buxum ", " una trottola di bosso ".
Nel testo dantesco v. è usato con accezione analoga, perché, in figura etimologica con rivolve, sottolinea come il formarsi della struttura di ‛ auieo ' sia, per così dire, comparabile al moto di un corpo il quale si sposta lungo una linea curva ritornante continuamente su sé stessa.