VOLUBILI (Volubilis e Volubile)
Città della Mauretania Tingitana. Dalle fonti letterarie si sapeva fino ad ora ben poco di essa, ma gli scavi, iniziati metodicamente nel 1915, riconducendo in luce non soltanto insigni monumenti ma anche numerosi ed importanti testi epigrafici, ci hanno dato copiosi elementi per fissare almeno alcuni capisaldi della sua storia.
Pare certo che essa esisteva prima dello stabilimento della dominazione romana nella regione, e non è del tutto priva di fondamento l'ipotesi di J. Carcopino che essa fosse stata una delle residenze reali dei sovrani della Mauretania, e da ultimo di Giuba II, che, come per Cesarea, avrebbe fortemente contribuito al suo sviluppo. Divenuta con Claudio la Mauretania provincia romana, Volubili nel 44 ebbe dall'imperatore il diritto di cittadinanza romana e altri privilegi che un'iscrizione, assai discussa (E. Cuq, in Journ. des Savants, 1917, pp. 481 segg., 538 segg.; G. De Sanctis, in Atti Accad. Scienze Torino, LIII, 1917-1918, p. 453 segg.; LIV, 1918-19, p. 329 segg., Riv. di Filol., n. s., III, 1925, p. 372 segg.) ci enumera. Accanto al municipio romano la città conservò peraltro anche il comune indigeno, retto da sufeti. Il Carcopino suppone che Volubili divenisse anche la capitale della provincia, ciò che invero è finora incerto. Sicuro è che alla nuova storia della città corrispose una nuova più fiorente fase edilizia di essa; alla quale, in un periodo posteriore cronologicamente ancora indeterminato, seguì una terza fase, nella quale la città si ingrandì ancora fino a raggiungere un perimetro di circa 3 km. e 600 m.
Alcune iscrizioni cristiane datate dalla seconda metà del secolo VII d. C. ci dicono che, ancora al tempo delle prime invasioni arabe, la città conservava la sua organizzazione d'impronta romana.
Il nome romano della località si mantenne poi sotto la forma arabo-berbera di Walīlī, e in quei pressi si stanziò la tribù berbera degli Awrabah che nel sec. VIII d. C. appoggiò il sorgere della dinastia Idrīsita.
Le rovine di Volubili occupano il pianoro di QaŞr Fir‛awn, a 65 km. a O. di Fez. Nel mezzo all'incirca è il foro, circondato da portici, del tempo di Antonino Pio; a N. si leva l'arco onorario di Caracalla (del 217), dal quale il decumano massimo, lungo circa mezzo km., conduce a una porta a tre aperture; a S. sono varie insulae, alcune occupate da terme (terme dette di Gallieno, grandi terme), e il Campidoglio con le sue dipendenze. Una grande fontana, un mitreo, molte case, spesso adorne di bei musaici, completano il quadro della città, che era circondata da mura. Sculture di buona fattura ci dicono che Volubili, non ostante la sua posizione eccentrica, aveva un alto tenore di vita.
Bibl.: Corpus Inscr. Lat., VIII, p. 855; R. Cagnat, A. Merlin, L. Chatelain, Inscript. lat. d'Afrique, Parigi 192, p. 177 segg.; per gli scavi recenti: Compt. Rend. Acad. Inscr., 1916, p. 359; 1919, p. 439, 1924, p. 77; 1929, p. 258 segg.; 1933, p. 61 segg.; J. Carcopino, Volubilis regia Iubae?, in Hesperis, XVII (1933), p. i segg.