VRĂZA
ZA Al centro di V. (Bulgaria nord-occidentale) nella località Moghilansca moghila nel 1965 sono state scoperte interessantissime sepolture trace della prima metà del IV sec. a. C.
Inizialmente era stato elevato un tumulo del diametro di più di 50 m. Al suo centro si trovava un cumulo di pietre di fiume che a prima vista ricordano una pianta di sepolcro dal dròmos corto e a camera rotonda. Sotto il cumulo di pietre non sono stati trovati né la sepoltura a inumazione né doni funebri. A circa 3 m a N sono stati scoperti alcuni vasi di origine tracia e skỳphoi attici a figure rosse della prima metà del IV sec. a. C. La circonferenza del tumulo è rafforzata da una crepidine di pietre di fiume senza malta. A soli 0,60-0,80 m fuori della crepidine in direzione SO è stato scoperto un sepolcro rettangolare, orientato SE-NO. Le pareti sono costruite di pietre di fiume senza malta. Sopra c'era una copertura lignea sulla quale era un cumulo di pietre di fiume. Il sepolcro è costituito da una camera mortuaria e da una anticamera. Nell'anticamera è stato trovato uno scheletro di cavallo. Nella camera mortuaria sono state trovate ossa sparpagliate di uno scheletro umano e diversi doni funebri, fra i quali una coppa d'oro e una d'argento. La coppa d'oro (pesante 240 gr e alta 0,09 m) è ornata da due rappresentazioni analoghe contrapposte: un carro a due ruote con l'auriga, trainato da quattro cavalli. L'ornamento è a sbalzo e i particolari sono cesellati. Il sepolcro si deve attribuire alla prima metà del IV sec. a. C.
Presso il lato meridionale del tumulo sopra la crepidine è stato scoperto un altro sepolcro uguale al precedente, ma distrutto. Non vi è alcun dubbio che i corredi funebri sono di un periodo successivo al tumulo iniziale e al sepolcro a SO di esso. Qui sono stati rinvenuti un carro a quattro ruote e due scheletri di cavalli con i morsi di ferro in bocca. I finimenti di un terzo cavallo (da sella), pure trovato nell'anticamera del sepolcro, constano di placche d'argento raffiguranti animali e teste di animali, la lotta di un leone con toro. A questo complesso va attribuito lo scheletro di un uomo che giace accanto al cavallo da sella. Intorno sono state trovate una fibula trace e 18 punte di ferro di lancia.
Un secondo complesso sepolcrale è stato scoperto a m 3,5 dal primo. Qui è stato trovato lo scheletro di una giovane donna che aveva in testa una corona aurea (peso 250 gr). Il velo era orlato di brattee d'oro. Sono stati rinvenuti anche orecchini d'oro in filigrana, mentre intorno al collo era una collana di piccoli e grandi vaghi di vetro. Intorno allo scheletro sono stati trovati anche uno specchio di bronzo, due pugnaletti di ferro e, a destra del capo, circa 100 frecce di bronzo probabilmente poste in una faretra. Di particolare interesse è lo schiniere d'argento con motivi decorativi in oro trovato a 0,60 m dal capo della donna. La parte superiore dello schiniere rappresenta una testa di donna con ricciolini dorati e i capelli sono attorcigliati a forma di spirale. Sono raffigurati leoni e serpenti con teste di leone e con code che terminano attorte. Sono state trovate quattro fiale d'argento. Tre delle fiale portano la scritta ΚΟΤΥΟΣΕΓΒΕΟ, che si riscontra anche su simili recipienti di Agighiol (Dobrugia-Romania). Probabilmente si tratta del nome dell'orefice tracio Kotys, figlio di Egbeo. Da Agighiol provengono due schinieri d'argento, l'uno con testa di uomo, e l'altro con una testa di donna, che dimostrano grande affinità in senso decorativo e stilistico con quello di Vrăza. È strano che presso lo scheletro della donna si riscontrino oggetti tipici per corredi funebri maschili. Questo sepolcro si deve attribuire alla metà del IV sec. a. C.
Bibl.: Iv. Venedikov, in Arheologija, Sofia, VIII, 1966, I, pp. 7-15; B. Nikolov, ibid., IX, 1967, I, pp. 11-18.