BOSKOV, Vujadin
Iugoslavia. Begea, 16 giugno 1931 • Ruolo: mediano • Esordio in serie A: 27 agosto 1961 (Sampdoria-Torino, 2-0) • Squadre di appartenenza: 1949-61: Vojvodina; 1961-62: Sampdoria; 1962-64: Young Fellows • In nazionale: 58 presenze (esordio: 24 giugno 1951, Iugoslavia-Svizzera, 7-3) • Carriera di allenatore: Young Fellows (1963-64), Vojvodina (1964-74), Den Haag (1974-76), Feyenoord (1976-78), Real Saragozza (1978-79), Real Madrid (1979-82), Sporting Gijon (1983-84), Ascoli (1984-86), Sampdoria (1986-92), Roma (1992-93), Napoli (1994-96), Servette (1996-97), Sampdoria (1998), Perugia (1998-99), nazionale iugoslava (1999-2001) • Vittorie: 1 Campionato iugoslavo (1965-66), 1 Coppa d'Olanda (1974-75), 1 Campionato spagnolo (1979-80), 2 Coppe di Spagna (1979-80, 1981-82), 1 Campionato italiano (1990-91), 2 Coppe Italia (1987-88, 1988-89), 1 Coppa delle Coppe (1989-90), 1 Supercoppa Italiana (1991)
È il più grande allenatore iugoslavo di tutti i tempi, nonché un vero e proprio 'concentrato' di esperienza e di saggezza, oltre che di meriti calcistici. Personaggio di ottima cultura (laureato in storia a Novi Sad), già calciatore di grande fama e non solo nel suo paese (con la nazionale ha conquistato la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Helsinki del 1952), una volta intrapresa la carriera di allenatore ha vissuto almeno altre quattro 'vite' in altrettante nazioni, nelle quali ha lasciato tracce di successi sportivi, ma anche di grande umanità. Dalla Iugoslavia dovette partire nel 1973 per dissapori con il regime di Tito; anche dall'Olanda, dov'era stato accolto con grande affetto, dovette andarsene in seguito a una nuova legge sugli extracomunitari. Approdato in Spagna iniziò il suo 'decollo' internazionale come tecnico, coronando il sogno di dirigere il grande Real Madrid, con cui vinse vari titoli nazionali e che guidò senza fortuna anche in finale di Coppa dei Campioni (perduta contro il Liverpool nel 1981). Tuttavia la parte più notevole della sua carriera è senz'altro quella italiana, legata agli anni del 'miracolo-Sampdoria', portata per la prima volta allo scudetto e alla fama internazionale. Con Boskov si misero in luce Vialli, Mancini, Pagliuca, contagiati dalla sua professionalità e dalla sua simpatia. Assai celebre il suo particolarissimo modo di esprimersi; fra i suoi 'motti' famosi: "Rigore è, quando arbitro fischia", "Più bravi di Boskov solo quelli sopra in classifica", "Meglio un amico con difetto che niente amici: meglio campioni con difetto che niente campioni".