vulgo
La comune accezione di " popolo " si carica quasi sempre di una connotazione spregiativa, ora più ora meno accentuata.
II v. è ignorante (habet imperitia volgi sine discretione iudicium, Ep XIII 7) e ha spesso opinioni errate, che D., nel Convivio, ‛ riprova ': come quella - affermata peraltro da Federico II - che fa consistere la nobiltà nel possesso delle divizie (IV X 3), o l'altra, così saldamente affermatasi, che gentile è chiamato ciascuno che figlio sia o nepote d'alcuno valente uomo, tutto che esso sia da niente (VII 2).
È ancora l'ignoranza - o meglio la limitatezza di pensiero - che impedisce al v. di comprendere come Cunizza possa esser lieta della sua condizione passata e presente (Pd IX 36 lietamente a me medesma indulgo / la cagion di mia sorte, e non mi noia; / che parria forse forte al vostro vulgo, " che non vede più che il senso li amministri ", come chiosa l'Ottimo [è questo l'unico esempio di rima in -ulgo]); o, peggio, lo lascia indifeso in balia dei falsi predicanti: Ma tale uccel nel becchetto s'annida, / che se 'l vulgo il vedesse, vederebbe / la perdonanza di ch'el si confida (XXIX 119: si veda come il contesto, pur nella sua apparente obiettività, denunci lo sdegno del poeta contro tali impostori).
Così anche nel proemio del Convivio, dove D., pur non considerandosi di coloro che siedono a la beata mensa del sapere, afferma però di essere fuggito de la pastura del vulgo (I I 10), e si dispone a raccogliere le briciole di quella mensa: dove tuttavia il tono spregiativo è attenuato dalla comprensione, subito dopo dichiarata, per la misera vita di quelli che dietro m'ho lasciati, e dal proposito di farli partecipi di ciò che lui stesso verrà acquistando.
Un'ulteriore attenuazione in altri due luoghi del Convivio, in cui l'espressione ‛ lo vulgo chiama ' equivale in pratica a un " comunemente si chiama ": II XIV 1 [la Galassia è] quello bianco cerchio che lo vulgo chiama la Via di Sa' Iacopo, e IV XXIII 8 alcuna morte è violenta, o vero per accidentale infertade affrettata; ma solamente quella che naturale è chiamata dal vulgo, e che è, è quel termine, ecc. (qui si tratta di un'opinione fondata, da non ‛ riprovare '. Cfr. un uso analogo dell'avverbio corrispondente: le passioni... che vergogna volgarmente sono chiamate, XXV 4).