WADIA
È il contratto formale dell'antico diritto germanico. La sua solennità consisteva nella consegna da parte del debitore nel momento in cui manifestava la sua volontà, nelle mani del creditore, che la conservava, di una wadia, vale a dire di un oggetto qualsiasi, simboleggiante la potestà che il creditore acquistava sulla persona e sui beni di colui che gliela consegnava. Il debitore poi, in un secondo momento, presentava al creditore come fideiussori persone note e sicure (di solito scelte tra parenti, finché il gruppo famigliare mantenne l'antica unità), le quali riscattavano la wadia dalle mani del creditore (liberatio o expignoratio wadiae); e con ciò, mentre da un lato si sostituivano al debitore nei suoi obblighi verso il creditore, dall'altro acquistavano quello ius distringendi che a costui sarebbe spettato di fronte al debitore. Da questo stadio, in cui il debito e la responsabilità sono distinti, si giunse a un altro più progredito, con l'evolversi dell'economia e l'accrescersi della fiducia, in cui il debitore poté costituirsi come fideiussore: e ciò condusse al ricongiungersi della responsabilità al debito.
Munita di efficacia esecutiva immediata, la vadia fu largamente usata nel processo e nei più svariati negozî, cui dava la sua firmitas, come già la stipulatio nella vita sociale dei Romani. Più tardi, resa accessibile ai vinti, vincolata a una causa e sottoposta ai mezzi probatorî ordinarî, degenerò e decadde: la reviviscenza del diritto romano la sommerse. Questa, la wadia in epoca storica e con particolare riguardo alle sue vicende in Italia. Sulle sue origini, primordiale struttura e funzione, molte e opposte ipotesi furono avanzate, ciascuna delle quali ha il merito di avere illuminato un aspetto del problema complesso, pur rimanendo tutte sul terreno delle ipotesi.
Bibl.: Per la ricca letteratura tedesca, cfr. R. Schröder e E. v. Künssberg, Lehrbuch der deutsch. Rechtsgesch., 7ª ed., Berlino e Lipsia 1932, par. 35. Per la storia del diritto italiano, cfr. particolarmente: A. Pertile, Storia del dir. ital., 2ª ed., Torino 1893, IV, p. 470 segg.; F. Schupfer, Il diritto privato dei popoli germanici, ecc., III: Obblig., Città di Castelo 1909, p. 138 segg.; id., Il debito e la responsabilità, in Riv. ital. per le sc. giur., LVI (1915); N. Tamassia, La wadiatio longobarda, negli Scritti in onore di G. P. Chironi, Torino 1915; E. Besta, Le obbligazioni nella storia del dir. ital., Padova 1937, cap. 27.