WAGRAM (A. T., 56-57)
Regione della Bassa Austria, posta presso la riva sinistra del Danubio, poco a monte di Vienna, la quale sotto forma di vallo allungato, alto una diecina di metri, separa la pianura alluvionale dalla più bassa terrazza fluviale. Al limite tra Weinviertel e Marchfeld, il Wagram è coltivato in parte a vigneti, mentre le zone vicine sono ancora in parte incolte, data l'esistenza di materiali alluvionali troppo grossolani.
Battaglia di Wagram. - Combattuta il 5-6 luglio del 1809. Dopo la campagna in Baviera, Napoleone aveva velocemente puntato su Vienna, con l'intento di procedere dalla capitale austriaca verso nord senza ritardo, attraverso il Danubio. Ma il tentativo di passaggio di viva forza di questo fiume, senza la necessaria preparazione, fallì (battaglia di Essling del 22 maggio 1809). Napoleone passò immediatamente all'organizzazione in grande stile di un nuovo tentativo di passaggio, al quale destinava forze accresciute. Allorché tutto fu predisposto, il 1° luglio le grandi unità destinate all'operazione furono fatte passare dalla sponda destra del Danubio sull'isola di Lob-Aue (10 km. a valle di Vienna), la quale divide la corrente del fiume in due parti, la più larga potendo essere passata al coperto dell'isola stessa, ciò che agevolava il difficile movimento. Il giorno innanzi (30 giugno) una divisione aveva approdato con mezzi varî sulla sponda sinistra, per costituire una testa di ponte a difesa delle truppe che successivamente vi avrebbero messo piede.
Nella notte fra il 4 e il 5 luglio, col favore di un temporale, passano a nord del Danubio i corpi d'armata Davout e Oudinot (ala destra) e Masséna (ala sinistra), seguiti dopo breve tempo dalle truppe italiane del viceré Eugenio e dal corpo Bernadotte, costituenti, insieme, il centro della linea di battaglia. I corpi francesi si allargano a ventaglio e avanzano all'attacco della linea Breitenlee, Aderklaa, Baumersdorf, Neusiedl. L'imperatore tiene sottomano, per un impiego diretto al momento opportuno, i corpi d'armata del Marmont e del De Wrede, oltre alla guardia imperiale. Dalla posizione che occupano a semicerchio a nord del Danubio (distante una diecina di chilometri dal fiume ed estesa per una quindicina di chilometri), gli Austriaci reagiscono; con maggior vigore alla loro destra in direzione di Aspern, abbozzando una minaccia che diverrà più grave il giorno seguente. Infatti il 6 luglio la destra austriaca progredisce con relativa facilità, dato che Masséna ha diretto il suo sforzo principale contro il centro nemico, lasciando un vuoto alla propria sinistra. I ponti di circostanza dell'isola Lob-Aue corrono serio rischio. Napoleone, per scongiurarlo, ordina a Masséna uno spostamento a sinistra, che il maresciallo esegue con una pericolosa ma fortunata marcia di fianco in presenza di un nemico aggressivo. E per turare la falla che si forma in tal modo nel tratto mediano della linea di battaglia, lo stesso imperatore raccoglie fulmineamente artiglierie dai corpi non impegnati, ne forma una grande batteria di cento pezzi, e questa azione artiglieresca fa appoggiare da una vigorosa ripresa offensiva degl'Italiani del viceré Eugenio e poi dalla chiamata in linea delle riserve. Intanto, alla destra francese, Oudinot e Davout guadagnavano terreno contro la sinistra austriaca (Baumersdorf-Neusiedl) costretta a ripiegare verso il proprio centro a Wagram.
Il mancato arrivo dei promessi rinforzi, la situazione delle sue truppe - stanchissime e ormai accerchiate - e il desiderio di conservare quel resto di forza per futuri eventi (ragione questa poco valida per considerazioni ovvie) indussero l'arciduca Carlo a ordinare - alle 3 pomeridiane - la ritirata generale verso nord. Napoleone, che aveva persistito fino all'estremo, ebbe il meritato premio di questa sua superiorità morale.