Salt, Waldo
Sceneggiatore statunitense, nato a Chicago il 18 ottobre 1914 e morto a Los Angeles il 7 marzo 1987. Aveva già alle spalle una solida carriera di sceneggiatore quando, alla fine degli anni Quaranta, per le sue simpatie politiche di sinistra venne inserito nella lista nera. Ma vent'anni dopo fu protagonista di uno dei più clamorosi ritorni nella storia del cinema, firmando film significativi che affrontavano criticamente, con onestà e realismo, temi sessuali e politici. Nel 1970 vinse l'Oscar per la migliore sceneggiatura con Midnight cowboy (1969; Un uomo da marciapiede) di John Schlesinger, e nel 1979 ottenne il secondo Oscar con Coming home (1978; Tornando a casa) di Hal Ashby. Nel 1986 la Writers Guild of America insignì S. del suo massimo riconoscimento, il Laurel Award alla carriera.
Dopo aver frequentato una scuola privata nella Columbia Britannica, e aver studiato all'accademia militare San Raphael in California, si iscrisse, a soli quattordici anni, alla Stanford University, dove si laureò nel 1934. Nel 1936 accettò un incarico come junior writer alla Metro Goldwyn Mayer, dove per i primi cinque anni si limitò alla revisione non accreditata di sceneggiature, ma la sua capacità di penetrazione psicologica dei personaggi e il suo talento per i dialoghi lo misero ben presto in luce. Il primo lavoro firmato da S. fu Shopworn angel (1938) di H.C. Potter, remake dell'omonimo film muto diretto nel 1928 da Richard Wallace, in cui si narra la storia d'amore tra una ragazza scontrosa e un ingenuo soldato interpretati da due celebri divi come Margaret Sullavan e James Stewart. Successivamente scrisse The wild man of Borneo (1941) di Robert B. Sinclair, tratto da una commedia degli anni Venti di H.J. Mankiewicz e M. Connelly. Durante la Seconda guerra mondiale lavorò per l'Office of War Information, scrivendo film di propaganda per l'esercito e prestando la sua consulenza al governo per un documentario sulla conferenza di San Francisco (25 aprile-26 giugno 1945) in cui si realizzò l'istituzione delle Nazioni Unite. I suoi unici film commerciali nel periodo bellico furono Tonight we raid Calais (1943) di John Brahm, ricco di suspence e incentrato sulle vicende di un agente britannico nella Francia occupata, e il brillante Mr. Winkle goes to war (1944) di Alfred E. Green, da un romanzo di Th. Pratt, con Edward G. Robinson nel ruolo di un mite cittadino che viene richiamato alle armi e diventa un eroe.
Nel dopoguerra S. collaborò ai dialoghi di A likely story (1947) di Potter e firmò la sceneggiatura dell'insolito e gradevole western Rachel and the stranger (1948) di Norman Foster, basato su due racconti di H. Fast. Nel 1947 però venne convocato a Washington dall'HUAC (House Un-American Activities Committee), decisa a smascherare "influenze sovversive" nel mondo del cinema. S. fu uno dei diciannove unfriendly witnesses, ossia quei testimoni che contestarono l'autorità del comitato. Tornato a Hollywood, venne licenziato dalla RKO. Riuscì a trovare un lavoro presso il produttore indipendente Harold Hecht, per il quale scrisse The flame and the arrow (1950; La leggenda dell'arciere di fuoco) di Jacques Tourneur, un film ambientato nell'Italia medievale con Burt Lancaster nella parte di un cacciatore che guida la rivolta contro l'invasore germanico. S. intendeva realizzare una farsa nello stile dei fratelli Marx, ma nel corso della produzione gli accenti comici e le allusioni politiche vennero notevolmente mitigati. Risultò per lui più stimolante la partecipazione alla sceneggiatura di M (1951), remake del capolavoro realizzato nel 1931 da Fritz Lang diretto da Joseph Losey e interpretato da David Wayne nel ruolo che era stato di Peter Lorre. A seguito di una nuova ondata di convocazioni da parte dell'HUAC e delle proscrizioni per coloro che erano inclusi nella lista nera, per anni quest'opera restò per S., il regista, gli attori Howard Da Silva, Luther Adler e Karen Morley l'ultimo film che avrebbero realizzato negli Stati Uniti. Convocato nuovamente dalla Commissione nel 1951 per spiegare i suoi passati legami con il partito comunista, rifiutò di comparire. La MGM fece riscrivere la sceneggiatura di Ivanhoe (1952) di Richard Thorpe per eliminare dai titoli il nome di S. che non fu accreditato nemmeno per The crimson pirate (1952; Il corsaro dell'isola verde) di Robert Siodmak, il seguito di The flame and the arrow cui aveva lavorato in precedenza. Negli anni successivi lavorò sotto pseudonimo a New York e a Londra, scrivendo per il cinema e per la televisione. Realizzò un'opera folk con il cantautore Earl Robinson, e solo all'inizio degli anni Sessanta riprese a lavorare con il suo vero nome per il produttore H. Hecht, partecipando a Taras Bulba (1962) di J. Lee Thompson, tratto dal romanzo di N.V. Gogol′, e firmando in collaborazione due sceneggiature, la prima per la leziosa commedia Wild and wonderful (1964; Monsieur Cognac) e la seconda per Flight from Ashiya (1964; I tre da Ashiya), entrambi diretti da Michael Anderson.
Nel 1969 scrisse uno dei film più significativi del periodo, Midnight cowboy, tratto da un romanzo di J.L. Herlihy, un magistrale, spregiudicato spaccato dei bassifondi di New York, con Jon Voigt nel ruolo di un gigolò texano alla deriva che a New York stringe un'amicizia con lo scaltro Rico, malato di tisi e zoppo (Dustin Hoffman). Se The gang that couldn't shoot straight (1971; La gang che non sapeva sparare) di James Goldstone, tratto da un romanzo di J. Breslin e incentrato su una faida tra gangster a New York, fu un passo falso, con il film successivo, Serpico (1973) di Sidney Lumet, dramma a forti tinte basato sulla storia vera di un poliziotto newyorkese, S. ottenne un grande successo e una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, scritta con Norman Wexler e tratta dal libro di P. Mass. Ancora per Schlesinger, realizzò un apocalittico adattamento del romanzo di N. West The day of the locust per l'omonimo film realizzato nel 1975 (Il giorno della locusta) e ambientato nella Hollywood decadente e superficiale degli anni Trenta, che venne apprezzato dai critici ma risultò un insuccesso al botteghino. Il successivo Coming home ‒ che fu anche l'ultimo lavoro di S. realizzato in collaborazione con Nancy Dowd e Robert C. Jones, autori del soggetto originale ‒ riuscì invece a cogliere lo spirito dei tempi e ad accattivarsi le simpatie degli spettatori. Il film, che descrive efficacemente il clima di delusione di un Paese stanco della guerra, affronta con profonda partecipazione il dramma di un reduce del Vietnam rimasto paralizzato (Jon Voigt), di un'infermiera (Jane Fonda) che si innamora di lui, e del marito di lei, un ufficiale (Bruce Dern) tornato dal Vietnam pieno di amarezza per non essere diventato un eroe.
S. Lesser, in Dictionary of literary biography, 44° vol., Detroit 1984, ad vocem.