BURLEIGH (o Burley), Walter
Nato nel 1274 o 1275; morto probabilmente nel 1345. Compiuti gli studî a Parigi e forse anche in Gemiania, insegnò a Oxford. Nel 1327 e di nuovo nel 1330 fu inviato in missione a Roma. Fu scrittore assai fecondo e su Aristotele soltanto scrisse 130 trattati. Lasciò inoltre: Expositio super Averroem; De fluxu et refluxu Maris Anglicani; De vita et moribus Philosophorum (Colonia 1472; Tubinga 1886), contenente vite aneddotiche di circa 120 poeti e filosofi dell'antichità; questo fu il primo tentativo moderno di storia della filosofia, e nonostante i molti errori conseguì grande fama e fu tradotto in italiano nel 1475 (Ms. Brit. Mus. Add. 17523), e in tedesco nel 1490. Negli ultimi anni pare fosse nemico accanito di Duns Scoto, già suo maestro, ma fu pure antagonista di Guglielmo di Ockham. Nei suoi scritti sembra oscillare tra nominalismo e realismo, forse per sopravvenuto cambiamento di opinione. Il Renan lo considera averroista, notando in lui la tendenza a sostituire Aristotele con lo scrittore arabo (si osservi che non conosceva il greco).