WALTER di Colchester
Pittore e scultore attivo nell'abbazia inglese di St Albans agli inizi del Duecento.W. è noto quasi esclusivamente attraverso gli scritti di Matthew Paris (v.), cronista di quel monastero, non essendosi conservata alcuna delle sue opere. Le informazioni fornite da Matthew Paris possono essere così riassunte: sembra che W. avesse già una certa fama come pittore e scultore quando venne convinto a diventare monaco a St Albans al tempo dell'abate John de Cella (1195-1214). Il suo primo committente all'abbazia fu fra Ralph Gubiun, ma l'artista produsse un gran numero di lavori notevoli per il priore e cellario dell'abbazia e per l'abate successivo, William di Trumpington (1214-1235).W. venne in seguito raggiunto a St Albans dal fratello, maestro Simone, pittore, e dal figlio di questi, Riccardo, anch'egli pittore, che divenne a sua volta monaco di St Albans. W. fu a capo di un laboratorio di orefici attivo presso l'abbazia ed eseguì diverse pitture nella chiesa abbaziale, di cui divenne sagrestano sotto William di Trumpington. Morì nel 1248.Il primo lavoro noto eseguito da W. per St Albans si ritiene sia stato un dittico, sebbene Matthew Paris lo descriva come una coppia di 'ornamenti' in argento dorato. I soggetti erano la Crocifissione con la Vergine e s. Giovanni e Cristo in maestà con i quattro evangelisti; quest'opera viene molto lodata da Matthew Paris (Gesta abbatum; Rer. Brit. MAe. SS, XXVIII, 4, 1, 1867, pp. 189, 232).Anche al tempo dell'abate John de Cella W. dimostrò la sua considerevole abilità, eseguendo, con materiali pagati da fra Ralph Gubiun, una serie di opere per l'altare della Vergine, consistenti in una pittura per il fronte dell'altare, una pietra d'altare scolpita, una croce e un dipinto murale al di sopra e di fianco all'altare stesso. Matthew Paris ricorda inoltre che, nel medesimo periodo, W. realizzava le pitture per gli altari dei ss. Giovanni, Stefano, Anfibalo e Benedetto, mentre Simone eseguiva le pitture per quelli dei ss. Pietro, Michele, Simone e Riccardo, insieme alle pitture per quello di s. Tommaso.Il lavoro che W. produsse per William di Trumpington gli fece guadagnare i più alti elogi da parte di Matthew Paris. Quello che sembra essere stato il culmine della sua carriera all'abbazia ebbe inizio con la creazione di un jubé, posto a metà della chiesa, sormontato da una grande croce accompagnata dalle figure della Vergine e di S. Giovanni. A queste opere fece seguito l'erezione di 'eleganti strutture' attorno all'altare principale, compresa una trabeazione che mostrava la storia di s. Albano. Va infine ricordata la scultura di una 'figura molto elegante' di Nostra Signora, che rimpiazzava la vecchia statua posta sull'altare della Vergine. Furono queste opere che indussero Matthew Paris a giudicare W. "pictor et sculptor incomparabilis" e artista difficile da eguagliare (Gesta abbatum; Rer. Brit. MAe. SS, XXVIII, 4, 1, 1867, pp. 284-287).Sussistono inoltre prove evidenti della fama di W. al di fuori di St Albans: nel 1220, il Capitolo della cattedrale di Canterbury commissionò a W. il reliquiario di s. Tommaso Becket (Chronica maiora, 3, 59) e, cosa anche più straordinaria, Enrico III ordinò per Westminster una copia del citato 'dittico' di W. e inviò a St Albans una bottega di artigiani per aiutarlo nel lavoro (Knowles, 1948-1959, I, p. 297). Lo stesso sovrano inviò inoltre a St Albans il maestro Giovanni con un assistente, per copiare il leggio per Westminster (Buildings, 1971, p. 190), anche se esso non viene attribuito a W. da Matthew Paris.Sia la lista delle opere documentate sia l'evidente fama di W. nel sec. 13° rendono la perdita delle sue opere particolarmente grave. Lewis (1987, pp. 422, 424) ha tuttavia avanzato l'interessante ipotesi che Matthew Paris possa aver tramandato copie di alcune delle più notevoli opere di W. e sostiene che il volto di Cristo, disegnato da Matthew Paris nel manoscritto autografo dei Chronica maiora (Cambridge, C.C.C., 26, p. 286), derivi dalla Maestà del 'dittico' di W. e che la famosa raffigurazione della Vergine nella Chronica minor sive Historia Anglorum di Matthew Paris (Londra, BL, Royal 14.C.VII, c. 6) sia una copia della statua di Walter. Infine, è possibile che il ciclo della Vita di s. Albano raffigurato nella Vie de Seint Auban illustrata da Matthew Paris (Dublino, Trinity College, 177, già E.I.40), rifletta le immagini presenti sulla trabeazione collegata all'altare maggiore dell'abbaziale.
Bibl.: Fonti. - Matthew Paris, Gesta abbatum monasterii Sancti Albani, a cura di H.T. Riley, in Rer. Brit. MAe. SS, XXVIII, 4, 1, 1867; id., Chronica maiora, a cura di H.R. Luard, ivi, LVII, 1-7, London 1872-1883; Chronicles of Matthew Paris. Monastic Life in the Thirteenth Century, a cura di R. Vaughan, Gloucester 1984; Building Accounts of King Henry III, a cura di H.M. Colvin, Oxford 1971.Letteratura critica. - M.R. James, The Drawings of Matthew Paris, The Walpole Society 14, 1925-1926, pp. 1-26; C.C. Oman, The Jewels of St Albans Abbey, BurlM 57, 1930, pp. 81-82; id., The Goldsmiths at St Albans Abbey During the 12th and 13th Centuries, "Transactions of the St Albans and Hertfordshire Architectural and Archaeological Society, Hertfordshire 1932", Hertfordshire 1932, pp. 226-229; M.D. Knowles, The Religious Orders in England, 3 voll., Cambridge 1948-1959; P. Brieger, English Art 1216-1307, Oxford 1957; G. Henderson, Studies in English Manuscript Illuminations. Part I: Stylistic Sequence and Stylistic Overlap in Thirteenth-Century English Manuscripts, JWCI 30, 1967, pp. 71-137; S. Lewis, The Art of Matthew Paris in the ''Chronica Maiora'', Berkeley 1987.A. Lawrence