Scrittore inglese (Shadwell, Londra, 1839 - Oxford 1894). In contatto con i preraffaelliti dal 1869, P. contribuì a promuovere l'estetismo e il decadentismo inglesi. La sua opera è improntata a una caratteristica unità di tono: tutti i suoi personaggi hanno un'aria di famiglia, e, più che presso altri autori, riflettono da vicino l'anima dello scrittore: con questa uniformità armonizza lo stile che, fatto di delicate distinzioni e parentesi e squisita scelta di aggettivi, è un sofisticato strumento d'indagine psicologica.
Di famiglia d'origine olandese, dimostrò nella fanciullezza spiccata tendenza alla vita ecclesiastica; tuttavia, dopo i primi anni passati a Enfield, dove si era stabilita la famiglia, studiò alla King's School di Canterbury, quindi nel 1858 entrò al Queen's College di Oxford, dove si laureò in studi classici. Si dedicò poi all'insegnamento privato. Divenne poi fellow di Brasenose (1865-80). La sua formazione estetica fu fortemente influenzata da J. Ruskin e A. Ch. Swinburne, mentre le vacanze trascorse in Germania durante gli anni di studio a Oxford e l'entusiastica lettura di Hegel diedero ai suoi interessi un indirizzo filosofico. Nel 1866 fu in Italia (Ravenna, Pisa, Firenze) e il contatto con le opere del Rinascimento italiano orientò la sua religiosità verso quell'apostolato estetico che lo caratterizza; molto poté su di lui anche l'esempio di Winckelmann, su cui scrisse uno dei suoi primi saggi (1866). Nel 1869 venne in contatto con i poeti e pittori del gruppo preraffaellita.
Il volume Studies in the history of the Renaissance (1873) rese P. famoso; e la conclusione del libro, che insegnava a non sacrificare nessuna parte dell'esperienza, a non racchiudersi in un sistema che precludesse l'appassionata ricerca di sensazioni, contribuì a promuovere l'estetismo e il decadentismo inglesi. Ma le sue aspirazioni spirituali non potevano appagarsi di questa bellezza esteriore; e il dissidio, che egli non seppe, o non poté, risolvere, è alla radice del pessimismo che impronta le opere successive: il romanzo Marius the epicurean (1882), storia d'un giovane patrizio dell'epoca degli Antonini il quale, attraverso lo stoicismo, giunge assai vicino al cristianesimo, ma muore prima di potersi convertire; e gli Imaginary portraits (1887), studi di immaginarie giovinezze sensuali o mistiche o dilettantesche, sempre troncate prematuramente senza giungere alla soluzione dei loro problemi. Pubblicò poi Appreciations (1889), raccolta di saggi critici, e le conferenze su Plato and platonism (1893). Notevole anche la fantasia autobiografica The child in the house (scritta 1878, pubbl. 1894).