Plunkett, Walter
Costumista cinematografico statunitense, nato a Oakland (California) il 5 giugno 1902 e morto a Santa Monica (California) l'8 marzo 1982. Specialista del costume d'epoca ottocentesca, disegnò gli abiti di film di grande rilievo come Gone with the wind (1939; Via col vento) di Victor Fleming, Madame Bovary (1949) di Vincente Minnelli (il regista con cui collaborò più spesso) e Raintree county (1957; L'albero della vita) di Edward Dmytryk, nei quali coniugò le esigenze di spettacolarità dell'industria hollywoodiana con un attento studio storico. Negli anni Trenta fu il costumista preferito di Katharine Hepburn. Vinse un Oscar per An American in Paris (1951; Un americano a Parigi) di Minnelli, e ottenne sette nominations.
Iniziò gli studi di legge all'University of California di Berkeley, che abbandonò per tentare la carriera di attore e ballerino a New York, dove ottenne però solo piccole parti nelle compagnie di vaudeville. Nel 1925 si spostò a Hollywood, dove, dopo aver danzato in The merry widow (La vedova allegra) di Erich von Stroheim, intraprese l'attività di costumista. Il suo lavoro per la ballerina Ruth St. Denis fu così apprezzato che nel 1926 venne assunto al Film Booking Office of America (FBO, dal 1928 RKO), divenendo ben presto responsabile del reparto costumi. Il suo primo film importante fu Cimarron (1931; I pionieri del West) di Wesley H. Ruggles, dove poté dimostrare le sue capacità nelle ambientazioni d'epoca. Si mise in luce però anche in film di ambiente contemporaneo, come King Kong (1933) di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack, The informer (1935; Il traditore) di John Ford e i primi musical interpretati in coppia da Fred Astaire e Ginger Rogers, Flying down to Rio (1933; Carioca) di Thornton Freeland e The gay divorcee (1934; Cerco il mio amore) di Mark Sandrich. Fu sul set di Little women (1933; Piccole donne) di George Cukor che incontrò Katharine Hepburn, con cui avrebbe collaborato in una decina di film. Nel 1935 si licenziò dalla RKO per una serie di dissapori, e andò a lavorare a New York come stilista; ma, richiesto dalla Hepburn, l'anno successivo tornò al cinema come free lance, e disegnò i costumi dell'attrice in importanti produzioni storiche come Mary of Scotland (1936; Maria di Scozia) di John Ford, A woman rebels (1936; Una donna si ribella) di Sandrich e Quality street (1937; Dolce inganno) di George Stevens. Forte dell'appoggio della Hepburn, P. poté dedicarsi quasi esclusivamente al costume d'epoca e diventare uno dei designer più noti di Hollywood. In virtù di questa fama fu scelto dal produttore David O. Selznick per Gone with the wind, che rileggeva, anche attraverso gli abiti, prima gli anni d'oro e poi la decadenza degli Stati del Sud (basti pensare al celebre abito di Rossella O'Hara-Vivien Leigh fatto con i ritagli delle tende). Dal 1947 lavorò per la Metro Goldwin Mayer, dove lasciò un segno della sua forte personalità in film di diverso genere: commedie come Adam's rib (1949; La costola di Adamo) di George Cukor e drammi come Lust for life (1956; Brama di vivere) di Minnelli, ma soprattutto kolossal d'epoca come Madame Bovary e Raintree county, oltre a Green dolphin street (1947; Il delfino verde) di Victor Saville, The three musketeers (1948; I tre moschettieri) di George Sidney, Little women (1949; Piccole donne) di Mervyn LeRoy, The prisoner of Zenda (1952; Il prigioniero di Zenda) di Richard Thorpe, Moonfleet (1955; Il covo dei contrabbandieri) di Fritz Lang. Richiami alla favola e linee morbide furono le sue scelte stilistiche nei musical An American in Paris, Singin' in the rain (1952; Cantando sotto la pioggia) di Gene Kelly e Stanley Donen, e Seven brides for seven brothers (1954; Sette spose per sette fratelli) diretto dal solo Donen. Fu uno dei primi a nobilitare l'epopea western, conferendo agli abiti e ai complementi di costume un'autenticità inedita, frutto di attenti studi e ricerche iconografiche, come in Stagecoach (1939; Ombre rosse) di Ford, Duel in the Sun (1946; Duello al sole) di King Vidor, The sea of grass (1947; Mare d'erba) di Elia Kazan, How the West was won (1962; La conquista del West) di Ford, Henry Hathaway e George Marshall. Si ritirò nel 1966.
Tra i molti registi con i quali lavorò sono da ricordare anche William A. Wellman, John Cromwell, Charles Vidor, Anatole Litvak, John Sturges, Fred Zinnemann, Anthony Mann, Frank Capra.
R. Mann, Walter Plunkett, in "Films in review", 1973, 1, p. 61; D. Chierichetti, Hollywood costume design, New York 1976, pp. 37-44, 135-145 e 158-68; R. Fernandez, Walter Plunkett: designing for the stars, in "The velvet light trap", 1978, 18, pp. 27-29.