Reisch, Walter
Sceneggiatore e regista austriaco, di origine ebraica, naturalizzato statunitense, nato a Vienna il 23 maggio 1903 e morto a Los Angeles il 28 maggio 1983. Nel corso della sua trentennale carriera si affermò come autore originale di film "formalmente impeccabili come i minuetti di Mozart" (Greenberg 1991, p. 202), ironici ed eleganti nell'affrontare il rapporto tra i sessi. Abile e famoso nella costruzione narrativa e nel dare soluzioni di complicati problemi di intreccio, fu influenzato dal suo raffinato e peculiare retaggio culturale viennese, evidente nelle prime opere europee, anche quando ebbe modo di confrontarsi con i più diversi generi cinematografici dopo il suo trasferimento negli Stati Uniti. Dopo aver ottenuto tre nominations, nel 1954 vinse l'Oscar per la migliore sceneggiatura, condiviso con Richard L. Breen e Charles Brackett, con Titanic (1953) di Jean Negulesco.
Figlio di un libraio e della poetessa Gisela Kreis, R. crebbe in un ambiente ricco di sollecitazioni culturali. Mentre era ancora studente iniziò a lavorare come comparsa in produzioni teatrali di stato e in molti film austriaci, alcuni dei quali venivano prodotti dalla Sascha Film, lo studio più importante di Vienna. Due figure centrali dello studio, Mihály Kertész (poi Michael Curtiz) e Alexander Korda, erano entrambi ungheresi e perciò parlavano un tedesco stentato, cosicché R. fu ben presto promosso da comparsa ad autore delle didascalie, per diventare infine assistente alla regia e addetto al montaggio dei film di Korda. Nel 1921, a seguito della crisi economica e delle difficoltà dell'industria cinematografica austriaca, R. lavorò per un breve periodo per alcune riviste e come fotografo per i cinegiornali, prima di trasferirsi a Berlino, dove l'industria cinematografica era fiorente. Negli anni Venti fece la spola tra Vienna e Berlino, scrivendo le sceneggiature di molti film per importanti società di produzione delle due città. La prima delle sue numerose sceneggiature dedicate al mondo della musica e del balletto fu Ein Walzer von Strauss (1925) di Max Neufeld, tipico esempio della produzione viennese di R., cui fecero seguito, a sua firma come sceneggiatore e regista, una serie di film biografici su grandi musicisti. Per tali opere scrisse anche i testi originali di canzoni popolari (tra le quali Zwei Herzen im Dreivierteltakt e Adieu, mein Garde Offizier).
Dal 1927 stabilmente a Berlino, R. lavorò per le case di produzione AAFA-Film, UFA e Super Film come sceneggiatore, spesso anche come assistente alla regia e come autore di testi di canzoni, scrivendo le sceneggiature di diversi film interpretati da Harry Liedtke e Hans Albers, due idoli del cinema muto tedesco, sei musical viennesi per l'attore Willi Forst, compreso quello che è considerato uno dei capolavori di R., Der Raub der Mona Lisa (1931; Il ratto di Monna Lisa) di Geza von Bolvary. Con l'avvento del nazismo R., allora all'apice della carriera, fu costretto a lasciare Berlino, a causa delle sue origini ebraiche. Tornò a Vienna, dove scrisse per Willi Forst, passato alla regia, sia la biografia di F. Schubert Leise flehen meine Lieder (1933; Angeli senza Paradiso), che si rivelò un successo internazionale, sia Maskerade (1934; Mascherata), cui fece seguito il suo debutto nella regia con Episode (1935; Episodio). I remake di Maskerade ed Episode vennero poco dopo prodotti negli Stati Uniti con il titolo, rispettivamente, di Escapade (1935; La modella mascherata) di Robert Z. Leonard e My love came back (1940) di Curtis Bernhardt.
Dopo i fatti d'Austria del 1934 che preludevano all'annessione del Paese alla Germania nazista, R. dovette fuggire di nuovo, questa volta a Londra, dove dietro richiesta di A. Korda, che all'epoca lavorava stabilmente per l'industria cinematografica britannica, scrisse e diresse il suo primo film in lingua inglese, Men are not gods (1936; La segretaria). Nel 1937 si trasferì negli Stati Uniti, accettando un'offerta della Metro Goldwyn Mayer, per la quale scrisse come primo incarico The great waltz (1938; Il grande valzer) di Julien Duvivier, una biografia romanzata di J. Strauss. R., abituato a scrivere ogni parola dei soggetti e delle sceneggiature, si adattò presto al sistema di produzione statunitense impostato sul principio della catena di montaggio, iniziando a lavorare in équipe. Collaborò così con Brackett e Billy Wilder alla sceneggiatura dell'intramontabile Ninotchka (1939) diretto da Ernst Lubitsch e interpretato da Greta Garbo, commedia romantica e venata di allusioni politiche che vede come protagonista un'avvenente ispettrice del partito comunista sovietico, sedotta da Parigi e da un aristocratico, per la quale gli sceneggiatori meritarono una nomination all'Oscar. L'anno dopo R., sulla scia del film di Lubitsch, scrisse con Ben Hecht e Charles Lederer la sceneggiatura, tratta da un suo soggetto originale, Comrade X (1940; Corrispondente X) diretto da King Vidor, con Hedy Lamarr e Clark Gable, che gli valse un'altra nomination all'Oscar, confermando la sua abilità nel confezionare opere su misura per affascinanti prime donne.Nel 1941 R. scrisse per Korda That Hamilton woman, noto anche come Lady Hamilton (Lady Hamilton o Il grande ammiraglio), sulla storia d'amore tra lady Hamilton (Vivien Leigh) e l'ammiraglio Nelson (Laurence Olivier) cui fece seguito, nello stesso anno, That uncertain feeling (Quell'incerto sentimento) di Lubitsch, remake, scritto con Donald Ogden Stewart e privo di vivacità, del film muto Kiss me again (1925) diretto dallo stesso regista e basato su una pièce di V. Sardou e E. DeNajac. Sempre in collaborazione con altri R. scrisse poi la commedia Seven sweethearts (1942; Sette ragazze innamorate) di Frank Borzage; il film d'avventura Somewhere I'll find you (1942; Incontro a Bataan) di Wesley Ruggles, e la commedia romantica The heavenly body (1943; Crepi l'astrologo) di Alexander Hall. Il vertice della carriera lo raggiunse con Gaslight (1944; Angoscia) di George Cukor, scritto in collaborazione di John L. Balderston e John van Druten, con i quali condivise la sua terza nomination all'Oscar per questo thriller gotico, tratto da una pièce di P. Hamilton e interpretato da Ingrid Bergman nel ruolo di una moglie terrorizzata dal marito (Charles Boyer) che cerca di farla impazzire.
Dopo quasi dieci anni, R. lasciò la MGM e passò prima alla Universal Pictures, per la quale scrisse e diresse Song of Scheherazade (1947; Sheherazade), uno dei rari film statunitensi in cui non fu affiancato da altri sceneggiatori, e poi, con un contratto a lungo termine, alla 20th Century-Fox, dove iniziò un duraturo rapporto di collaborazione con Brackett e Breen. Con questi ultimi infatti, R. scrisse The mating season (1951; La madre dello sposo) di Mitchell Leisen, The model and the marriage broker (1951; Mariti su misura) di Cukor, il torbido Niagara (1953) di Henry Hathaway, con una giovanissima Marilyn Monroe in uno dei suoi primi ruoli importanti, e infine Titanic. Dopo quest'ultimo successo, premiato con l'Oscar, la carriera di R. andò gradualmente declinando. Tornato in Germania, scrisse e diresse due film: Die Mücke (1954) e lo storico Der Cornet (1955; Il cavaliere di Gerusalemme), tratto da un romanzo di R.M. Rilke. Nuovamente alla 20th Century-Fox, R. continuò a lavorare firmando in collaborazione sceneggiature non prive di pregi per film come The girl in the red velvet swing (1955; L'altalena di velluto rosso) di Richard Fleischer, Teenage rebel (1956; Gioventù ribelle) di Edmund Goulding, Stopover Tokyo (1957; Spionaggio a Tokyo) di Breen, e The remarkable Mr. Pennypacker (1959; Il molto onorevole Mr. Pennypacker) di Henry Levin, tratto da un'opera teatrale di L. O'Brien, la seconda sceneggiatura dopo Song of Scheherazade di cui fu negli Stati Uniti l'unico autore. Con Journey to the center of the Earth (1959; Viaggio al centro della terra) di Levin, adattamento di buona fattura ma dallo stile un po' datato del famoso romanzo di J. Verne, si concluse la sua carriera cinematografica.
Ormai inattivo da vent'anni, all'epoca della sua morte R. aveva appena terminato un'operetta intitolata Masquerade, basata sul suo film del 1934, e stava lavorando a una nuova commedia con il grande regista tedesco Volker Schlöndorff.
E.W. Cameron, Walter Reisch, in Dictionary of literary biography, 44° vol., Detroit 1984, ad vocem; J. Greenberg, Walter Reisch: the tailor, in Backstory 2 ‒ Interviews with screenwriters of the 1940s and 1950s, ed. P. McGilligan, Berkeley (CA) 1991, pp. 201-245.