ULBRICHT, Walter
Uomo politico tedesco-orientale, nato a Lipsia il 30 giugno 1893, morto a Berlino il 1° agosto 1973. Falegname, iscrittosi alla SAJ (Gioventù Operaia Socialista) nel 1908 e alla SPD nel 1912, fu condannato per diserzione nel 1918; spartachista, partecipò alla fondazione del Partito comunista tedesco (KPD). Segretario del CC e membro del consiglio militare (1923), promosse la bolscevizzazione della KPD; istruttore (Comitato esecutivo del Comintern) a Vienna e Praga (1924-25), deputato alla dieta di Sassonia (1926-29) e poi al Reichstag (1928-33). Nell'emigrazione dal 1933 (1938, trasferimento a Mosca), ebbe un molo importante nella KPD, allineandosi sulle successive posizioni di Stalin; svolse attività politica nell'Armata rossa (1941-44), partecipò al Comitato nazionale Germania libera (1943). Nell'aprile 1945 fece ritorno in Germania a capo del gruppo che da lui prese nome: avviò quindi la ricostruzione della KPD e preparò la sovietizzazione della zona sotto occupazione russa (fusione forzata della SPD con la KPD nella SED nel 1946). Fu uno dei due vicepresidenti e capo effettivo della SED. Alieno da qualsiasi tentazione di "via nazionale" o di autonomismo e capace di conservarsi attraverso le mutevoli costellazioni la fiducia della dirigenza sovietica, U. fu la figura dominante della DDR dalla fase preparatoria fino al 1971. Presidente della segreteria ristretta (1949), segretario generale (1950-53), primo segretario del Comitato centrale della SED (dal 1953); vice-primo ministro (1949), primo viceprimo ministro (1955), nel 1960 promosse l'istituzione del Consiglio di stato quale organo chiave della politica tedesco-orientale, assumendone la presidenza. Superò varie crisi, provocate dalla durissima politica interna e dalla destalinizzazione, con la repressione della rivolta operaia del 17 giugno 1953 e l'eliminazione dei gruppi rivali nel partito (1953 Zaisser-Herrnstadt, 1958 Schirdewan). Con il trattato del 1955 con l'URSS e la partecipazione al Patto di Varsavia iniziò il consolidamento internazionale della DDR, completamente integrata nel blocco comunista. Pur senza raggiungere tutti gli obbiettivi prefissi con le crisi di Berlino (v. berlino), ottenne un sostanziale successo col muro di Berlino, che, impedendo il movimento di profughi, rese possibile il definitivo assestamento interno. Forte dell'accresciuto peso della DDR, U. svolse negli anni Sessanta un ruolo crescente nel "campo socialista", contrastando con successo le nuove iniziative della politica orientale della RFT dopo il 1964; la "dottrina Ulbricht" (normalizzazione dei rapporti della RFT con gli stati del Patto di Varsavia soltanto previa istituzione di rapporti "interstatali" fra DDR e RFG, sacrificio della rivendicazione, da parte della RFG, del diritto di rappresentanza per tutti i Tedeschi) fu accolta dagli stati dell'Est, con la parziale eccezione della Romania. Ma la dinamica dell'Ostpolitik, che pure consentì di ottenere l'ambito riconoscimento internazionale, travolse tale posizione; divenuto ormai un ostacolo per la dirigenza sovietica nella ricerca di un modus vivendi nella questione tedesca (v. germania), il recalcitrante U. fu sostituito nel maggio 1971 da E. Honecker.
Tra le sue opere più significative: Über Gewerkschaften. Aus Reden und Aufsätzen, Berlino Est 1953; Zur Geschichte der deutschen Arbeiterbewegung. Aus Reden und Aufsätzen, Stoccarda 1953, Berlino Est 1958 segg.; Die Entwicklung des deutschen volksdemokratischen Staates, 1945-1958, Berlino Est 19613; Die Bauernbefreiung in der Deutschen Demokratischen Republik, ivi 1961-62; Zum neuen ökonomischen System der Planung und Leitung, ivi 19662; Probleme der sozialistischen Leitungstätigkeit, ivi 1968; Zum ökonomischen System des Sozialismus in der DDR, ivi 19692.
Bibl.: J. R. Becher, Walter Ulbricht. Ein deutschen Arbeitersohn, Berlino Est 19626; C. Stern, Ulbricht, Colonia 1963; W. Berger, L. Thomas, H. Vieillard, Walter Ulbricht. Arbeiter Revolutionär Staatsmann, Berlino Est 19682.