Wang Fuzhi
Filosofo cinese (1619-1692). Nato in una famiglia di eruditi della provincia dello Hunan, studiò giovanissimo i tredici Classici (Shisan jing) della tradizione confuciana. Visse gli anni più drammatici del declino della dinastia Ming (1368-1644), dando prova di esemplare fedeltà alla casata imperiale, tanto da ricusare ogni successiva offerta da parte della nuova classe dirigente; trascorse quindi circa quarant’anni in completa solitudine. Causa del decadimento della dottrina confuciana in epoca Ming fu, secondo W. F., soprattutto il predominio della scuola filosofica di Lu Xiangshan (1139-1193) e Wang Yangming (➔) che ne aveva modificato irrimediabilmente lo spirito originario. Al Classico dei mutamenti (➔ Yijing) e al pensiero di Zhang Zai (➔) rinvia buona parte della sua dottrina. Qi (➔) («energia vitale» o «energia materiale») è il fondamento del cosmo e li (➔) («principio») non è null’altro che il principio di tal fondamento. Così ciò che esiste materialmente e la stessa esistenza in sé sono tutto ciò che realmente esiste, nel senso che non vi è alcuna realtà ontologica o trascendente. Il mondo che esiste è solo quello di cui l’uomo ha diretta esperienza: l’uomo, per es., è padre solo con la nascita della prole, giammai prima! La natura dell’uomo è l’espressione dello stesso qi e la pratica del bene o del male discende principalmente dalla sua purezza o impurità. Anche la gnoseologia di W. F. afferma ulteriormente l’autonomia del mondo reale dall’attività della mente, tant’è che non v’è conoscenza senza esperienza e nulla si esperisce senza azione. Come il cosmo si rinnova incessantemente, così l’agire umano e dunque la civiltà umana progrediscono continuamente in un’alternanza di epoche prospere e di età caotiche. È questa la manifestazione della medesima alternanza di yin e yang (➔): quando yang prevale e domina, sopravanzano nella storia prosperità e ordine; quando invece a regnare è yin, allora eccedono tristemente declino e disordine. Numerosissimi sono gli scritti che W. F. compose, tra i quali si ricordano soprattutto lo Zhouyi waizhuan («Commentario esterno del Classico dei mutamenti») e lo Zhouyi neizhuan («Commentario interno del Classico dei mutamenti»).