WARMONDO (Veremondo o Varmondo)
Venerato tradizionalmente con il titolo di beato, appare quale vescovo di Ivrea già nel 969, avendo partecipato al sinodo provinciale tenuto a Milano dall'arcivescovo Valperto; la sua elezione era dovuta all'imperatore Ottone I. Nell'aspra lotta accesasi tra i vescovi di Ivrea e di Vercelli, e il marchese Arduino, desideroso di rialzare la scaduta autorità marchionale, il vescovo W. lanciava per due volte la scomunica contro Arduino, appellandosi poi a Gregorio V (circa il 998) e denunciando nella Epistola regibus regnorumque principibus missa per usurpazione delle insegne del pubblico potere il marchese ribelle. Proclamato Arduino re d'Italia (1000) nonostante la condanna papale, W. poté tornare alla sua sede, da cui era stato scacciato, solo con l'aiuto dell'imperatore che gli concesse, con diploma datato in Pavia il 9 luglio dell'anno 1000, l'immunità su Ivrea, unitamente alla conferma delle corti di Romano e Fiorano.
La tradizione fa appartenere W. alla famiglia vercellese degli Arborio. Nulla si sa degli studî compiuti, come crede taluno, a Pavia, né delle cariche alla corte imperiale, se non è forse da identificare con il Warimondo, che intervenne come camerario a Pavia ad un placito tenuto il 27 settembre 962 da Otberto conte del sacro palazzo. Ricostruì la cattedrale d'Ivrea e arricchì la biblioteca capitolare di codici preziosi, tra i quali un magnifico sacramentario, decorato di miniature e di distici composti dallo stesso W. Con l'antico avversario Arduino cooperò alla fondazione dell'abbazia di Fruttuaria.
La sua morte è congetturata tra il 1003 e il 1014.
Bibl.: S. Pivano, Stato e Chiesa da Berengario I ad Arduino, Torino 1908; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300: Il Piemonte, Torino 1898; D. Arborio di Gattinara, Notizie istoriche del b. Warmondo Arboreo, Torino 1825; L. Moreno, Vita di S. Veremondo Arborio, vesc. d'Ivrea nel sec. X, Ivrea 1858.