WASHINGTON
(XXXV, p. 672; App. II, II, p. 1130)
La popolazione della città, compresa nel District of Columbia, continua costantemente a diminuire (712.000 ab. nel 1975, 606.900 ab. nel 1990); aumenta quella invece dell'agglomerato (3.015.000 ab. nel 1975, 3.923.574 ab. nel 1990), secondo una tendenza che si è già manifestata a partire dagli anni Cinquanta.
La città beneficia di uno statuto particolare, attribuito al distretto di Columbia da un emendamento costituzionale del 1961. Questo statuto conferisce agli abitanti diritto di voto alle elezioni presidenziali, oltre che diritto di eleggere un proprio delegato con potere consultivo alla Camera dei rappresentanti. Dal 1967, data della nomina del suo primo sindaco, la capitale federale è amministrata da quest'ultimo e da un consiglio di nove membri, tutti designati dal presidente degli Stati Uniti.
W. si presenta con una fisionomia particolare: non è, infatti, la metropoli dalle numerose e varie attività, ma la città degli uffici e delle grandi organizzazioni, e città dal carattere spiccatamente residenziale. Le nuove unità abitative e sedi amministrative hanno trovato uno spazio naturale di crescita oltre i confini del distretto federale, a Sud, in Virginia (Arlington), e a Nord, nel Maryland (Silver Spring, Bethesda). La maggioranza della popolazione attiva trova occupazione nei settori amministrativo, commerciale e finanziario. Nel quadro delle attività economiche, l'industria ha sempre avuto scarso peso: di recente si sono affermate alcune industrie a tecnologia avanzata (difesa, telecomunicazioni, biotecnologie), indotte dalla presenza del Pentagono e di importanti istituti di ricerca medica; questi impianti sono localizzati tra W. e l'aeroporto Foster Dulles, lungo l'autostrada che corre verso nord-est, in direzione di Baltimora. Il porto fluviale di W. ha solo un'importanza locale. Al contrario, la capitale è diventata un nodo di relazioni rapide ferroviarie, autostradali e aeree.
Rilevante è anche la funzione culturale: W. ospita, infatti, la Georgetown University, l'università George Washington, l'università Howard, l'Università Cattolica d'America, l'Accademia nazionale delle scienze, numerosi istituti di ricerca, biblioteche, archivi e musei. A W. ha sede la NASA, l'ente aerospaziale americano.
Bibl.: B.A. Lee, D. Spain, D.J. Umberson, Neighborhood revitalization and racial change: the case of Washington, D.C., in Demography, 22, 4 (1985), pp. 581-602; Y. Boquet, Les entreprises à technologie avancée dans la région de Washington, D.C., in Bull. Assoc. Geogr. fr., 63, 3 (1986), pp. 217-26; A.B. Eney, D.E. Petzold, The spatial variability of rainfall pH in the Washington, D.C., metropolitan area, in Professional geographer, 40, 3 (1988), pp. 315-25; L. Holzner, Washington, D.C. Hauptstadt einer Weltmacht und Spiegel einer Nation, in Geographische Rundschau, 44, 6 (1992), pp. 352-58.
Architettura e urbanistica. - La città è il centro di un'area metropolitana estesa per circa 200 km da nord a sud e 150 km da est a ovest, tagliata dal fiume Potomac, che comprende 5 contee dello stato del Maryland (Frederick, Montgomery, Prince George, Charles, Calvert) e 4 contee dello stato della Virginia (London, Fairfax, Prince William, Stafford). L'area metropolitana così definita confina a est con quelle di Baltimora e Annapolis, alle quali è strettamente collegata dal grande Baltimore-Washington International Airport.
W. rappresenta un caso unico nell'uso del suolo urbano degli Stati Uniti, per la compresenza di due condizioni restrittive nella storia del suo sviluppo: precisi limiti di altezza nell'edificazione (da 90 a 130 piedi, con punte massime fino a 160), stabiliti dall'Height of Building Act (1910), e progressivo contenimento della popolazione insediata. Ovviamente questo fenomeno trova la sua ragione nella chiara individuazione della città come centro monumentale da conservare, e nella conseguente istituzione di varie commissioni di controllo (dalla Commission of Fine Arts del 1910, fino all'attuale Joint Committee of Landmarks, che ha individuato 45 distretti e circa 400 luoghi o edifici d'interesse storico); un'ulteriore spiegazione può essere individuata nella notevole crescita demografica che si è verificata negli stati confinanti della Virginia e del Maryland.
I rapporti infrastrutturali fra W. e la sua area metropolitana sono molto stretti: le città di Alexandria, Arlington, Falls Church e Vienna in Virginia, e quelle di Rockville, Gaithersburg, Takoma, Canrel, College Park, Hyattsville, New Carrolton in Maryland, sono collegate dalla metropolitana, mentre le strade interstate 95 e 495 formano attorno alla città un anello stradale di circa 30 km di diametro, che consente rapidi collegamenti. La tendenza in atto vede una prevalenza di insediamenti residenziali nelle aree del Maryland, a Est-Nordest, e di massicci insediamenti terziari in Virginia. Nuovi edifici per uffici, per affitto o leasing, sedi di grandi corporations, e anche qualche industria manifatturiera ''pulita'' fanno ormai da sfondo ai grandi assi della città storica da Alexandria ad Arlington, Falls Church e Vienna, in direzione del Dulles International Airport.
Per una prima complessiva valutazione dei caratteri della città attuale va ricordato che il rigido tracciamento dei confini settentrionale e sudoccidentale è per lo più contraddetto e arricchito da andamenti collinari. In conseguenza di ciò solo pochi degli assi della città storica hanno lunghe visuali nel loro tracciato prospettico, da ovest verso est: Massachusetts, Connecticut, New Hampshire, 16th Avenue e Rhode Island Avenue. Chiusa da sistemi residenziali tipici del suburb upper-middle class statunitense a Nord-Nordest e fronteggiata dai centri della Virginia a Sud-Sudovest, la griglia stradale della città storica si è saturata con un tessuto edilizio relativamente omogeneo e monotono, dell'altezza media di 10 piani, al quale solo saltuarie variazioni altimetriche conferiscono qualche qualità urbana. Per queste ragioni, W. è in definitiva la città degli Stati Uniti nella quale maggiori sono le somiglianze con la città europea dell'Ottocento, della quale finisce per imitare l'isolato residenziale, riconvertendolo in uffici.
Con i progetti di rinnovamento degli anni Cinquanta furono infatti eliminati slums e vecchie town-houses nell'area di south-west waterfront e di Foggy Bottom, sostituite da nuovi insediamenti, rispettivamente medi (Tiber Island) e di lusso (Watergate). Una sorta di centro civico della città è stato completato col restauro della Union Station (Harry Weese urban and retail, Benjamin Thompson e Ass., La Salle partners and Williams, 1988) in un'area romboidale compresa tra le strade New York, Massachusetts, Louisiana e Pennsylvania. Attrezzature ricettive e commerciali si sono concentrate nel triangolo che ha per vertici Lafayette Square (subito a ridosso della Casa Bianca), Du Pont e Thomas Circle; nella stessa area sono ancora in atto tentativi di ristrutturazione, in analogia a quanto già avviato da tempo nella vecchia Georgetown, che mantengano i caratteri della città esistente.
Negli anni Settanta in alcune aree settentrionali della città, e particolarmente in Adams-Morgan, si è compiuto un processo di appropriazione di alloggi da parte di una classe media giovane bianca: si è avviato così un processo di gentrification simile a quanto già avvenuto a New York e in molte altre città degli Stati Uniti. Due sole aree a residenza negra (black residential) rimangono nella città attuale: Old Anacosta e Le Droit Park.
Nell'ultimo quarantennio, oltre al completamento classicista del Campidoglio, l'architettura ha progressivamente acquisito caratteri moderni, inserendosi tanto nelle aree storiche quanto lungo il Potomac o nei vari lotti della griglia urbana, ma in generale subendo una qualche influenza da parte del sistema monumentale consolidato. Nell'area denominata The Mall sono state realizzate ex novo o completate negli anni Settanta nuove istituzioni museali, alcune delle quali di grande rilievo: Highhorn Museum and Sculpture Garden (SOM e Gordon Bunshaft, 1974); National Air and Space Museum (Helmuth, Obata e Kassabaum, 1976); East Building della National Gallery of Art (I.M. Pei and Partners, 1978) e il Vietnam Veterans Memorial (Maya Ying Lin, 1982). Lungo la riva del Potomac si allineano il John Fitzgerald Kennedy Memorial Centre, fin troppo ambientato nel clima classicheggiante (E. Durrel Stone, 1971), il Watergate Complex (L. Moretti, 1965) e il Washington Harbour (A. Cotton Moore, 1981) che, all'eccesso opposto, tentano un difficile disimpegno dal linguaggio classicheggiante. I maestri del Movimento Moderno sono presenti con opere tarde come il TAC di W. Gropius per la sede dell'AIA (1973) e L. Mies Van der Rohe per la Martin Luther King Junior Library (1972).
In generale la saldatura tra griglia urbana e regolamento edilizio tende a determinare un appiattimento qualitativo in una città che soffre una grave mancanza di partecipazione proprio per essere solo in piccola parte residenziale. La metropolitana Metrorail, iniziata nel 1976 e completata nelle linee essenziali con design efficiente ed eloquente (Harry Weese), costituisce un valido contrappunto a questa mancanza di qualità, tanto nel materiale rotabile quanto nelle parti edilizie e di arredo delle stazioni urbane e suburbane.
Fenomeni di un certo interesse, anche se non di rilievo architettonico, si registrano intorno alla città: in campo residenziale, con Reston, in Virginia, 62.000 abitanti; o con Columbia, Maryland, 70.000 abitanti, entrambe trionfo dei developpers. Nel settore terziario, invece, si assiste alla tendenza a costruire low-rise office buildings, come sulla interstate 270, Maryland, o a Leesbury, Virginia (Xerox International Centre for training and management development, Vincent C. Kling & Partnership, 1974): esperienze che costituiscono novità tipologiche in campo territoriale. Vedi tav. f.t.
Bibl.: J.J. Protopappas, L. Brown, Washington on foot, Washington 1984; US Department of Labor, Bureau of Labor Statistic, Washington, D.C.-Maryland-Virginia, Metropolitan Area; Area Wage Survey, ivi 1989; R. Llewellyn, H. Means, Washington, the district and Beyond, ivi 1989; R.S. Wurman, Washington, ivi 1989.