watchdog journalism
<u̯òčdoġ ǧë'ënëliʃëm> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Giornalismo che svolge una funzione di sorveglianza contro l'illegalità, secondo una definizione anglosassone («giornalismo cane da guardia»). La locuzione, ricavata dalle dichiarazioni di principio sulla libertà di stampa, è stata per es. ripresa da organi dell'Unione Europea, come la Corte di giustizia che ha fatto riferimento al «cane da guardia pubblico» a tutela della democrazia e del pluralismo delle opinioni. Questo ruolo del giornalismo può essere molto rilevante in paesi le cui leggi non tutelano il pluralismo e la libertà di stampa e in questi casi il pericolo per i giornalisti è maggiore; un esempio a livello internazionale è rappresentato anche da WikiLeaks. In Italia il giornalismo d’inchiesta e di denuncia (che non necessariamente corrisponde al w. j., considerando l'accezione di impegno politico che talora viene data a queste definizioni), o dedicato a un ruolo imparziale di difesa della legalità, è un genere che, al di là delle dichiarazioni sugli obblighi imposti dalla deontologia professionale (v. ), non è sentito dalla maggioranza della pubblica opinione come particolarmente sviluppato (v. ).